giovedì 29 settembre 2011

Ancora su "Leonardo, diario intimo di un genio"

Ricevo un articolo di Maria Lardara su "Leonardo, diario intimo di un genio", che non è mai uscito su Il Tirreno.
Le recensioni o i commenti sugli spettacoli o eventi culturali in generale sono così rari che quando vengono scritti sono da tenersi in grande considerazione.

"La scommessa era riuscire a portare sul palco un Leonardo da Vinci anti-convenzionale, fuori dal cliché abusato del genio che tutti conoscono. E la coppia Carlo Monni – Maila Ermini, quest’ultima nei panni della madre dell’artista oltreché di inedita musicista, l’ha vinta. Lo dimostrano i quasi 200 biglietti staccati nelle prime sue serate di “Leonardo, diario intimo di un genio”, spettacolo che ha inaugurato  la stagione 2011/2012 del teatro La Baracca di Casale. Tutto esaurito per il doppio appuntamento dello scorso weekend con grande soddisfazione della direttrice artistica, Maila Ermini. E sabato 19 e domenica 20 novembre si replica con lo stesso spettacolo.  M.L."

Centro di Galceti a rotoli

Un grosso errore quello di permettere le dimissioni di Fiorenzo Gei da direttore, che considero una persona validissima, proprio in un momento di estrema difficoltà per il Centro Naturale. Gei si sarebbe preso quelle libertà che la presidente non avrebbe tollerato.

Tiene la solita politica, quella rappresentata dalla signora Bicchi - su cui mi sono già espressa su questo blog - che, a prescindere dalla parte politica cui appartiene, non reputo adatta all'incarico e solo emissaria di partito messa a guardia dell'ingresso.

Io avrei preferito l'opposto, che se ne andasse la Bicchi e che rimanesse Fiorenzo Gei.

mercoledì 28 settembre 2011

Notturno di switch off


Oh, switch off, come ti aspetto
quando tutto sarà buio
quando tutto sarà silente
quando le puttane del gran vizir
mi faranno ciao per l'ultima volta
con i loro culi ballerini

Oh, switch off, come ti aspetto
che gioia
qualcuno per certo si oblierà
mucchi di decoder agli angoli delle strade
gli invenduti
qualche ragazzo si perderà
in qualche collegamento sbagliato

Oh, switch off
È l’occasione
Per non sentir belare le pecore
Per non sentir urlare i caproni
Per non dargli retta
Più

Oh, switch off
nessuna traduzione 
è giusta per te

tu sei sintagma
l'intraducibile
switch off

me

lunedì 26 settembre 2011

Note a margine sullo spettacolo "Leonardo, diario intimo di un genio"

Banalmente si potrebbe scrivere: è stato un successo. Due giorni di tutto esaurito.
Ma questo è il modo di parlare e di scrivere di chi deve far risuonare la gran cassa. A me non serve.
Le difficoltà che ho incontrato nel far interpretare Leonardo a un attore così anomalo come Carlo Monni credo si possano immaginare se solo lo si conosce; eppure egli è riuscito a portare a termine egregiamente la grande sfida di confrontarsi seriamente con l’artista per eccellenza.
Ho scelto l’attore mossa dall'idea di offrire di Leonardo una visione non convenzionale, per togliere  l’aura mitologico-mediatica che lo circonda, situandolo in un contesto familiare, intimo, lontano dai fasti e dalle corti.
Lontano dallo stereotipo questo nuovo Leonardo è foriero di più fresche veraci interpretazioni della sua opera e della sua figura.
Il pubblico ha giudicato positivamente, ha capito e gustato dell’idea provocatoria che ha unito Leonardo all’attore Monni applaudendo caloroso.

venerdì 23 settembre 2011

Passione e ideologia

Ieri alle Poste, ho incontrato un vecchio assessore. Vecchio solo nel senso di passato, perché vecchio non è.
Avendo avuto in comune un percorso politico, ci conosciamo quel tanto che basta per tornare subito a quella confidenza antica.
Lui ha smesso di fare politica, in tronco. Ha rimesso la delega e ciao a tutti.

Il colloquio è durato una fila di un tardo pomeriggio,  assediati dalle zanzare come in un film ambientato a Guadalupe o a Bangkok.

Dall’alto o dal basso della sua esperienza ha dichiarato che ora i politici stanno dove stanno per prendere gli emolumenti. Punto.

Che non c’è più nessun afflato ideale, con cui  almeno un tempo si poteva in qualche modo pensare di illudersi  di cambiare un po’ le cose e modificare questo disastroso essere umano.

Che per esempio, io potrò aspettare ancora una vita per Gonfienti – (tra l’altro c’è una interrogazione al Comune sul degrado del sito archeologico che sta in attesa da un po’, e tutti zitti e tutti buoni, che non si può entrare nel sito  perché è di nuovo infestato, eccetera…), ma non faranno nulla, perché...?

Che anzi, la pensa proprio come me, che sono là perché nulla cambi.

Che mi posso mettere anche l’animo in pace. Almeno per tanto tempo.

Che però, una nota positiva c’è stata, non si possono mandare tutti a fare politica, come vuole qualcuno popolusticamente, che bisogna cominciare a selezionare un po’.

Che saranno tutti ladri, che saranno tutti negativi,  perché Leopardi ce l’ha detto chiaramente cos’è l’uomo insieme a Schopenhauer, ma che c’è modo e modo. C’è livello e livello.
Insomma, che bisogna tornare un po’ a scuola di politica, che bisogna avere un minimo di passione e ideologia.

Ah, caro Gramsci, quanto ci manchi.

giovedì 22 settembre 2011

Leonardo, diario intimo di un genio


Prima Nazionale
Teatro La Baracca, Prato
Sabato 24 settembre, domenica 25 settembre ore 21
LEONARDO
DIARIO INTIMO DI UN GENIO
Con Carlo Monni
Scritto e diretto da Maila Ermini
(anche nelle vesti di Caterina, madre di Leonardo).
Produzione Teatro La Baracca
Costumi Sartoria Teatrale Monaco
Il testo delle canzoni è tratto dagli scritti di Leonardo. 
Le musiche sono di Maila Ermini
  
Il Leonardo rappresentato da Carlo Monni offre caratteristiche di peculiarità.  Per due ordini di motivi.
Una rispetto alla figura di Leonardo, l’altra rispetto all’attore che lo interpreta.
Leonardo qui è visto in modo del tutto inconsueto, come a ripercorrere un diario intimo che mai scrisse.
In questo suo viaggio nel passato – l’artista è visto già vecchio nel momento di partire per la Francia,  sua ultima dimora- Leonardo rivela il suo pensiero, l’ideologia:  professa  una moderna concezione estetica, che nega il principio di autorità e si richiama alla Natura, rifuggendo ogni artificio e inganno;  ricorda i rapporti con i potenti, difficili e mai del tutto oggettivati nella loro contraddizione, spesso conclusi in repentine e inspiegabili fughe, e della solitudine che sempre lo accompagna. Anzi, che ha deciso di scegliere.
Nell’opera trapela forte l’animo arguto, l’amabilità, il gusto divertito di Leonardo nei confronti della vita, e l’umanità, il grande amore per gli esseri umani, e, aspetto insolito per il tempo suo, per gli animali.
In scena, a suo fianco sta – anacronisticamente -  la madre Caterina, interpretata dalla stessa autrice, madre del popolo ingannata nell’amore,  ma sollecita e piena di meraviglia per il figlio inafferrabile e bello, strumento anch’essa della misteriosa Natura.

Leonardo interpretato da Carlo Monni sorprende, se si pensa alla sua fama di attore vernacolare. Ma la scelta non appare così peregrina se si considera il suo ‘antico parlare’, che riporta in vita una fiorentinità arcaica, potremmo dire rinascimentale, anche attraverso movenze  popolari e veraci; se si pensa che la prosa di Leonardo è aliena da ogni retorica e tutta aderente alle cose e si rifà al linguaggio parlato: colorito, robusto e conciso.
Carlo Monni non appare interprete peregrino, se ancor più si pensa al Leonardo arguto, che scrive facezie per intrattenere il pubblico, per divertirlo; insomma, al Leonardo che dice battute, che è quello ignorato da certa storiografia accademica, da lui spesso detestata, che del genio ha tramandato solo l’immagine morale e apollinea.
____________________________________
Teatro La Baracca, via Virginia Frosini, 13 – 59100 Prato
Telefono 0574-812363   -labaracca@tin.it
Ingresso 10 euro.


mercoledì 21 settembre 2011

Non vi vogliamo più

Signori Onorevoli, Signori dei Partiti, signori delle Banche, signori del Potere italiano.
Non vediamo l'ora di vedervi andare via tutti. Andatevene via tutti, non vi vogliamo più.
Abbiamo bisogno di rinascere e voi ci fate morire. Con le vostre banche e mercati, con la vostra giustizia, con le vostre leggi. Con i vostri affarucci affaroni. Con i vostri figli e puttane. Con la vostra informazione di m.

Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente.
Abbiamo bisogno di nuovi partiti.
Abbiamo bisogno di altri presidenti.
Abbiamo bisogno di altri direttori.
Abbiamo bisogno di altri soprintendenti.
Abbiamo bisogno di altri ispettori.
Abbiamo bisogno di altri generali. 
Abbiamo bisogno di altre banche.
Abbiamo bisogno di altre borse.
Abbiamo bisogno di altri giornali.
Abbiamo bisogno di altri supermercati.

Sarebbe molto meglio non aver bisogno di tutto questo, ma almeno, voi andate via.

Non vediamo l'ora di vedervi sfumare come in un vecchio film. Andatevene via tutti, non vi vogliamo più.


lunedì 19 settembre 2011

All'artista lecchino (ovvero poesia alla maniera del Giusti)

Caro artista lecchino
al tuo arrivo m'inchino.

Tu non perdi occasione
di mostrarti coglione
e pronto ci appari
coi tuoi canti e belati.

A ogni nuova stagione
tu applaudi il potente
appeso al loggione
come un deficiente.

Tu sei pronto a lodare
chi ti vuole e ti piace.

E seppur bestemmiando
ti dichiari fedele
a comando.

Perché criticarti
se la fama ti muove
se l'urgenza ti preme
se la fame ti opprime?

Caro artista lecchino
vaffanculo un pochino.


m.e.

sabato 17 settembre 2011

Comunicato del Teatro la Baracca per lo spettacolo "Leonardo, diario intimo di un genio"

Si comunica che i biglietti si possono ritirare presso il Teatro La Baracca da lunedì 19 a sabato 23 ottobre, dalle ore 10 alle ore 12.
Il teatro può contenere soltanto 70 spettatori e non ci sono posti numerati; invitiamo chi ha prenotato o ha già il biglietto di arrivare con certo anticipo, e non oltre le 8,45.


venerdì 16 settembre 2011

Letterina per La Repubblica

Gentile Redazione di La Repubblica (quale sarà, quella di Roma?),

date giustamente molto risalto all'epurazione di certi personaggi televisivi (Santoro Dandini e altri) dal girone RAI.

Permettetemi una aggiunta: in realtà l'epurazione è molto più profonda e sostanziale, non riguarda solo la televisione.

Come potete non sapere che la censura esiste trasversalmente e molto in profondità in tutti i settori artistici ed è praticata a piene mani da tutti i partiti politici?  Basta solo un piccolo potere in tasca.

Questo fa sì che si veda com'è ridotta l'arte e compagnia cantando nel nostro paese, diventata ormai come quell'anatra mutola a cui  mio nonno tirava il collo per  il pranzo di Natale. Oltre a questo, quando la mangi, ora l'anatra è diventata insipida, perché ormai non razzola più libera nel prato, è di allevamento e la carne è frolla.

Nella realtà, piuttosto che alla televisione, siamo nella merda più totale riguardo alla censura.
Ma cosa significa oggi 'censura'?

Ora, non intendo rivelare quello che sarà l'oggetto del mio prossimo libro, visto che io la subisco, ma vi posso dare qualche anticipazione: significa anche, per esempio, che devi dipingere in una certa maniera, che devi rappresentare, che ne so, roba che fa solo ridere il pubblico, intrattenerlo, che non puoi presentare altro (oppure puoi parlare della guerra dell'Afghanistan, ma in una certa maniera che è funzionale), perché ormai il pubblico è d'allevamento come l'anatra mutola e gli artisti devono anche mangiare;   che non puoi distribuire un film se non lo fai con certa merda; se non sei ruffiano. Che non c'è via d'uscita da questa legge del mercato, che tanto serve a certo potere per poter zittire chi non canta la melodia.

Che non puoi parlare di Gonfienti etrusca, posto che voi sappiate cosa sia, altrimenti non ti danno da mangiare.

Dunque, il vostro lavoro giornalistico è superficiale, e non ha altra finalità che creare e far proliferare polpettoni mitologici funzionali a certo potere.

Non basta dire che non ci sono fondi per la cultura. Bisogna dirla tutta: che - un esempio - l'ETI,  Ente Teatrale Italiano, era inaccessibile ai più, che era un ente bunker, non osmotico. Utile a sé. 
Dunque, non solo Berlusconi e il suo telemondo sono responsabili del declino culturale, della paccottiglia, della censura; ma ugualmente lo è un sistema falso e distorto che  ha seguito il ras in toto, magari innestandolo sul vecchio modus stalinista e monopolistico ancora in uso qua e là, clientele e amici,  voti e preferenze, che ha creato puttani televisoidi, artisti puttani amici degli amici, gli unici ormai che possono frequentare e riempire i teatri e le piazze d'Italia, piccole o grandi che siano. 

Maila Ermini


Dal piccolo si vede il grande

Una piccola noticina politica, a margine di un ennesimo incontro su sicurezza e immigrazione a Prato, città che come molti non pratesi sanno, porta su pancia e groppone, ' il problema dei cinesi'.
La serata,  organizzata presso il Circolo Arci Verdi dall'"Associazione 25 aprile", vedeva la presenza dell' assessore alla sicurezza Aldo Milone e del consigliere comunale dell'IdV Salvo Ardita.
Niente di sostanzialmente nuovo è stato detto, niente di nuovo rispetto a quello che da anni viene ripetuto a Prato al riguardo, nelle riunioni e sulla stampa.  Erano presenti poi le solite fazioni, i contro e i meno contro. Tutto secondo copione:  Milone ha snocciolato i suoi successi, molti li hanno messi in dubbio. Che cosa è cambiato con il Centro-Destra a Prato? Quali sono stati i benefici dell'esercito di ronda per la città?
Molto più  interessante, perché di questo si trattava,   è stato osservare come la riunione costituisse una  mossa verso le prossime elezioni. I primi passi verso nuovi schieramenti,  visto che del futuro non si vede bene la luce, utilizzando, quasi specchietto per le allodole, un tema bruciante che faceva prevedere, com'è stato, una discreta affluenza di pubblico.
Tanto per dirne una politica: Milone si è definito un civico, come il Sindaco Cenni, e ha tenuto a rimarcare di non essere iscritto a nessun partito.
Dunque, prevedendo la quasi scontata debacle berlusconiana, e di conseguenza anche dell'altro fronte, i protagonisti della politica nostrana, a tutti i livelli, si stanno organizzando per rimanere a galla  rimestando il brodo; nel nostro caso in salsa cinese.


mercoledì 14 settembre 2011

Energie alternative: l’ “E-Cat” è un gatto elettronico?

Ricevo un secondo importante contributo sulle energie alternative da parte dell' Ing. Ettore Colizzi,  funzionario dell'Agenzia Spaziale Europea.  Egli scrive a titolo personale. (1)
Invito tutti i nostri lettori a leggere attentamente l'articolo, che,  dando informazioni significative ma introvabili sui cosiddetti mezzi di informazione, pubblico per intero.

"Sono pronto a scommettere che ben pochi devono essersi imbattuti di recente nei nomi dell’Ing. Andrea Rossi, del Prof. Sergio Focardi e di quanto accade all’Università di Bologna e nei suoi dintorni, e non me ne spiego il perchè.
Come mai destano cosi poche eco mediatiche le vicende legate ad un dispositivo già operante in laboratorio, che gli addetti ai lavori proclamano capace di produrre energia (e non poca !) mediante un processo fondamentalmente ignoto, ma scientificamente plausibile?
Forse perchè se si prestasse attenzione a tutti coloro che giurano di essere in grado di fare miracoli, non resterebbe spazio per parlare di ciò che tocca da vicino la gente ?
Quale convinto assertore io stesso del Positivismo e della Scienza Esatta, mi costa non poca fatica dirlo – e sarò forse anche ingenuo -  ma molti risvolti della vicenda sembrano essere sempre meno compatibili con l'ipotesi che si tratti di una "bufala".

Chiarisco subito che ciò di cui parlo avrebbe indiscutubilmete tutte le carte in regola per far vacillare, per non dire stroncare, le prospettive affaristiche di quanti prosperano facendo leva sul fatto che l' "ambientalismo" è di gran moda.
Se Rossi e  Focardi avessero ragione, tutti in cassa integrazione, dunque, i veri e i finti ambientalisti del pianeta, in quanto potrebberro risultare improvvisamente risolti molti (se non tutti) i problemi legati all'approvigionamento energetico, e non solo in piccola scala. E pergiunta "per sempre", nel senso che i "combustibili" (chiamiamoli cosi`) impiegati, cioè Nichel e Idrogeno - peraltro necessari in quantità trascurabili a tutti gli effetti pratici - sono certamente alla nostra portata in abbondanza tale da bastare fino a un'epoca che si perde oltre l’orizzonte dei cataclismi cosmici a cui dipende l’esistenza della nostra cara Terra, che lo si voglia o no, ed indipendentemente dai comportamenti umani.

Ciò che non tocca da vicino la gente sarebbe allora lo stare correndo il rischio di vedersi improvvisamente proiettati in futuro più roseo di quello fino ad oggi paventato. Scusate se è poco.  Un futuro forse privo di tanti degli incubi e dei sensi di colpa che ci affliggono. E forse persino senza più gran parlare di 'energie alternative'... perchè l'Energia Alternativa per eccellenza (scritto con le maiuscole) sarebbe dietro l’angolo. Che dire poi delle conseguenze sulla scena politica ed economica internazionale ? Si pensi a un possibile fallimento delle società petrolifere e al drastico ridimensionamento dei bilanci dei paesi produttori di petrolio. In breve tempo potrebbero essere in molti a passare letteralmente dal tenerci in pugno al… ritrovarsi con un pugno di mosche in mano… - non sensa una quantità di contraccolpi ed una vaietà di effetti collaterali tutti da scoprire.  

Tutto questo in conseguenza di un aggeggio che l'inventore, realizzatore, sperimentatore, nonchè finanziatore (l'Ing. Andrea Rossi in questione) ha appunto chiamato "E-Cat" (da "Energy Catalyser"), che sembra riuscire a ‘convincere’ i protoni (nuclei di Idrogeno) a farsi strada nel Nichel polverizzato, trasmutandolo in Rame e mettendo a nostra disposizione energia in una forma della cui "igiene" (in senso ambientalistico) nessuno ha mai dubitato.

Il passato di quest'uomo - va detto - sembra non scevro di vicende controverse in relazione al riciclaggio di rifiuti per il recupero di indrocarburi. Per quanto innegabilmente ciò non voti a suo favore perchè ci si possa abbandonare a cuor leggero a una benevola presunzione di buona fede, certo è che - qualunque sia stato il suo passato - per quanto attiene all' "E-Cat" il suo comportamento non fa una grinza. Basti dire che numerose sono state negli ultimi mesi le dimostrazioni del suo dispositivo in ambienti accademici ed industriali senza che mai venisse intaccata la sua credibilità, nè seriamente confutati i suoi risultati.
Avrà organizzato tutto in maniera tale da esporsi solo in ambienti che sapeva avrebbero giovato alla sua reputazione? È un mostro nel riuscire a carpire la buona fede del prossimo, o forse un abile ipnotizzatore?

Una ricerca in rete che invito a fare circa "E-Cat", "Andrea Rossi", "Sergio Focardi" (un professore in pensione suo consulente), o "LENR" ("Low Energy Nuclear Reactor", nome che può suonare sinistro a qualcuno, ma che non ha nulla a che vedere con ciò che potrebbe a torto evocare) conduce ad una certa quantita` di risultati. Si può per esempio scoprire che Rossi, dopo un primo approccio in Grecia non andato a buon fine, avrebbe persino poi concluso trattative con ditte Statunitensi per la produzione degli E-Cat in grande scala. Un dettaglio sorprendente della vicenda è che – sempre stando a quanto si legge sulla rete - non si trattrebbe di aspettare anni per vederli entrare in funzione in giro questi E-Cat, ma – udite udite - di un paio di mesi. Come dire che la Civiltà Umana potrebbe ricevere un regalo davvero unico per il prossimo Natale:  poco meno che una assicurazione illimitata nel tempo per la prosperità.

Se ci fosse un trucco, mi chiedo come abbia mai potuto Rossi esporsi in questa misura, con promesse tanto concrete, invece di scegliere di vivacchiare al riparo da occhi indiscreti ? Da quando in qua – e chiedo scusa a Rossi per l’accostamento - i ciarlatani si impegnerebbero  affinchè le loro magagne si scoprano presto ? Per acquisire visibilità immediata? E se fosse così, per quali fini? Perche` Rossi ha un piano machiavellico per incassare fondi per le ricerche e poi sparire? Il fatto è però che dovrebbe davvero affrettarsi non poco nel raccoglierli quei fondi, visto che si e` impegnato lui stesso, con le sue promesse, nel piazzare il momento della verita` in un futuro per lui pericolosamente tanto vicino!  È di oggi la pubblicazione di foto in rete del primo impianto dimostrativo da 1 Megawatt termici (cioè 1000 Kw) in procinto di essre trasportato oltre oceano.

In ultima analisi, ciò a cui siamo di fronte sembra poter sfociare solo in una delle due seguenti eventualità: o ci è capitato di essere noi (e magari!) i fortunati a cui è dato vivere proprio in un momento di così grande svolta per la civiltà umana, oppure saremo abbastanza presto i delusi (ma non rassegnati) testimoni di un’ulteriore svolta epocale mancata e del paventato rovinoso fallimento. Un fallimento al quale l'Ingegner Rossi medesimo risulterebbe aver allora deliberatamente lavorato in modo da renderlo il più eclatante possibile e lo avrebbe fatto – lo ricordo - ad onta di tutti gli investimenti al momento esclusivamete provenienti dalle sue tasche (!).

Ancora una volta, non è questa proprio la materia prima di cui i "media" vanno inusitatamente a caccia? O forse occuparsene, in un clima di dubbi, mal si sposa col fatto che l'informazione ha una serietà ed una reputazione da difendere? No, non puo` essere cosi`. Se così fosse significherebbe che quei media, prima di decidere di farci preoccupare dell'influenza aviaria, della SARS, o della peste suina, si sarebbero impegnati un po' di più nello stabilire se gli allarmi erano giustificati e se era serio presentarli come tutti abbiamo avuto modo di vedere. No, non è certo l'amore per la verità che modula e dirige l’informazione.
Sappiamo bene che le paure fanno semplicemente 'vendere' più di ogni altra cosa, ed è per questo che gli operatori dell'informazione arbitrariamente ritengono di aver ricevuto la nostra delega di stabilire di cosa farci preoccupare. Ma allora le notizie positive, per quanto eclatanti, finiscono sempre in ultima pagina, se non addirittura fuori del giornale ?

Già : le novità positive. Novità potenzialmente positive sì, quelle di cui parliamo, ma come accennavo prima non per tutti.
Personalmente non riesco a liberarmi della vaga sensazione che ci sia qualche altra cosa nel sottobosco dell'informazione che impedisce di occuparsi dell' E-Cat come immaginerei stuoli di cronisti e redattori sarebbero naturalmente inclini a fare, e come hanno fatto e continuano a fare del resto per tante altre futilità. Ancorpiù con la prospettiva poi - in questo caso - di avvalersi della possibilità di sfruttare la medesima faccenda due volte, sollevando Rossi alle stelle, … e facendo con dovizia di particloari la telecronaca della sua rovinosa caduta, dovesse poi l'esito finale risultare infausto – in verità non solo per l’Ing. Rossi, ma per l'umanita` intera.

Potrà sembrare madornale, ma sembra che se – puta caso -  tutto dovesse andare per il meglio, ciò che passerà alla storia è che quando la civilta` umana si trovava ad una svolta storica, ebbene… i giornalisti non se ne accorsero, in tutt’altre faccende affacendati!

Non so se il signor Rossi dorma sonni tranquilli, però a me parere sarebbe meglio se vivesse sotto scorta, perchè - oltre a rischiare grosso, come si sarà compreso - fa per alti versi rischiare grosso a tanti altri che quei rischi probabilmente non avevano minimamenteo in programma di correrli.

Quale unica certezza, in questa vicenda, non vedo scampo alla necessità di riparlarne, forse più presto di quanto non si immagini. Sapremo presto se l’E-Cat compie i prodigi che promette, ma forse le leggi fisiche che ne governano il funzionamento saranno più facili da comprendere che non i fenomeni che si compiono nel mondo dell’informazione". 


Ettore Colizzi


(1) Il suo primo articolo pubblicato su Primavera di Prato, Ma la "scoriosi" è una malattia letale?, si può leggere all'indirizzo http://primaveradiprato.blogspot.com/2011/05/nucleare-la-scoriosi-e-una-malattia.html

martedì 13 settembre 2011

Prato non avrà mai un reperto di Gonfienti etrusca. Anzi, non avrà mai Gonfienti etrusca.

Prato non avrà mai un reperto di Gonfienti, è questo il destino segnato dalla Soprintendenza e dal potere dell'industria.
Sindaco Cenni, che dici? Che dicono gli scrittori stregati? Che dicono gli altri amministratori, comunali e provinciali? 
Oltre all'abbandono più assoluto, l'oblio in cui sprofonda il sito rimastoci dalla costruzione interportuale della più grande città etrusca mai scoperta, una incuria integrale nascosta agli occhi di tutti da cancelli e telecamere, da rete elettrificata sospetta, da inutili interpellanze comunali che sanno di beffa, anche questa!
Per favore, non ditemi che si sapeva.


"Una nuova Rocca Strozzi, sarà la casa degli etruschi 
Interamente rifatto anche il giardino all'italiana, con rose e limoni. Via al restauro, ospiterà i reperti di Gonfienti 
di Rebecca Romoli

CAMPI — Una nuova vita per la Rocca Strozzi, edificio simbolo di Campi, grazie alla collaborazione tra Comune e Arcus, società alla quale il ministero dei Beni Culturali ha affidato gestione, il monitoraggio e finanziamento del restauro della complesso medievale. L'accordo è stato raggiunto i primi di agosto, come spiega il vice sindaco Serena Pillozzi. «Da lungo tempo abbiamo in progetto di restaurare la Rocca, è un intervento delicato e particolarmente importante per la conservazione della storia del nostro territorio». Il progetto di restauro prevede due interventi. Uno riguarda la messa in sicurezza dell'intero complesso monumentale. Verranno restaurate le imponenti mura che lo circondano; sarà rifatto il tetto, ripristinata la copertura in cotto delle stanze e dei saloni, sciupata in più parti; il giardino all'italiana sull'interno, con il cortile adiacente, verrà interamente ristrutturato; è prevista inoltre la pulizia dei locali e delle strutture della Rocca. Saranno installati anche dissauasori per allontanare i troppi volatili che frequentano il complesso e un impianto per la protezione dai fulmini. Costo previsto dell'intervento 240 mila euro, totalmente a carico di Arcus. I lavori inizieranno la prossima settimana e si dovrebbero concludere entro la primavera 2012. Il secondo step, riguarda il completamento del restauro della Tinaia, una cascina dell’XI secolo adiacente al complesso monumentale; qui sono previsti interventi di demolizione e ricostruzione, rifacimento del tetto e dei pavimenti. Dovrà essere rinforzato il solaio e tutta la muratura in mattoni pieni. Il costo di questo secondo intervento è di 850 mila euro, di cui 360 mila a carico di Arcus e 490 mila stanziati dall'amministrazione comunale. I lavori di messa in sicurezza avranno inizio nei primi mesi del 2012. A fine degli interventi la Rocca dovrebbe ospitare una parte dei reperti etruschi provenienti dagli scavi del parco archeologico di Gonfienti; al progetto collabora la soprintendenza ai beni archeologici. Un progetto importante per Campi, perché la Rocca è considerata dagli abitanti la cassaforte della memoria storica e dal 2009 detiene il primato di rocca più bella di Italia secondo il concorso fotografico indetto dal sito www.comuni-italiani.it. L'edificio sorge sulla riva destra del fiume Bisenzio, sul ponte che collega il centro storico alle altre zone abitate. Costruita dalla famiglia Mazzinghi, feudataria del Castello di Campi, nell'XI secolo, fu distrutta dai ghibellini dopo la battaglia di Montaperti nel 1260 e ricostruita nel 1376 dalla Repubblica Fiorentina. Nel 1500 la Rocca fu acquistata dalla famiglia Strozzi e trasformata in fattoria. Nel XX secolo ospitò per qualche decennio la caserma dei carabinieri. Alla morte dell'ultimo erede degli Strozzi, il castello passò allo Stato come pagamento delle tasse di successione. Nel 2002 il Comune, temendo eventuali speculazioni, acquistò la Rocca dallo Stato. Un passaggio difficile, alla fine del quale l'amministrazione ha iniziato una complessa opera di restauro."(Il Corriere Fiorentino, 10 settembre 2011).

lunedì 12 settembre 2011

Primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola.
I discorsi di molti rappresentanti delle istituzioni italiane si uniscono in un solo coro, quello che unisce scuola, formazione e mondo del lavoro. 
Nella parola 'formazione' non si intende più, ahinoi, formazione dell'essere umano, del cittadino. 
La scuola mercato è quella che si profila davanti ai giovani senza alcuna possibilità di salvezza.
Questa scuola dovrebbe essere disertata, o scossa come un albero pieno di frutti avvizziti, implica solo torture, false promesse, inganni.
Questa scuola disumana, professionalizzata, non darà affatto più lavoro.
O se lo darà, sarà quel tipo di lavoro che vogliono per noi, tutti tutti, il lavoro dell'infelicità perenne.

Carlo Monni è il genio Leonardo


di Maria Lardara

La stagione della Baracca della Ermini parte con una prima assoluta.
PRATO. Lui, lei e... Leonardo. Dall'inedito triangolo sbocciano perle di poesia, con un monologo di 20 pagine sulla figura del genio di tutti i tempi: Leonardo da Vinci. Lui è Carlo Monni che di versi nella sua carriera ne ha recitati a centinaia, da Dante a Dino Campana. Lei è Maila Ermini, anima da quasi vent'anni del teatro La Baracca di Casale. Fra il verseggiatore di Campi e la pasionaria di Gonfienti la scintilla è scoccata prima dell'estate: giusto il tempo di rimettere insieme qua e là i manoscritti leonardiani, scavando nel vissuto dell'uomo prima che dell'artista. In "Leonardo. Diario intimo di un genio", spettacolo in anteprima assoluta con cui debutta la stagione 2011/2012 della Baracca (sabato 24 e domenica 25 settembre con replica il 19 e 20 novembre), Monni darà voce e volto a Leonardo, con una freschezza di linguaggio degna di una confessione intima e profonda. L'incursione del comico toscano alla presentazione di ieri del cartellone ha regalato risate dopo una premessa un po' pungente della direttrice artistica. Si resiste alla Baracca, teatro indipendente che di questa indipendenza ne va fiero, con i 6mila euro di finanziamenti della Regione Toscana grazie al circuito Sipario Aperto, oltre a 2mila euro del Comune avanzati dall'anno passato. «Il cartellone di quest'anno - fa notare Ermini - prevede 15 spettacoli con 6 ospitalità e 7 prime nazionali. Un salto in avanti considerando che l'ultimo anno l'aumento degli spettatori è stato del 30%». Un sassolino dalla scarpa Maila Ermini se lo toglie nei confronti della Fondazione Toscana Spettacolo presieduta dall'ex senatrice Beatrice Magnolfi. «Non siamo entrati in questo circuito regionale perchè non graditi: sull'esclusione ha certamente pesato il mio attivismo in difesa di Gonfienti». E poi c'è la questione dei rapporti-non rapporti con il Metastasio. «Non ho mai recitato da loro. Riconosco come l'anno scorso Magelli sia venuto ad assistere a un mio spettacolo». Lei però, Maila Ermini, prosegue per la sua strada. Con un carnet di 15 spettacoli che si preannuncia gustoso. Dopo Monni-Leonardo, l'8 ottobre si torna in scena con "Restiamo umani. Testimonianze da Gaza City": Luca Privitera e Elena Ferretti raccontano il dramma dell'attivista Vittorio Arrigoni ucciso a Gaza. L'ultimo weekend di ottobre e il primo di novembre vedranno il ritorno della coppia Maila Ermini-Gianfelice D'Accolti in "La Chisciotta e Sancio Panza Operaio": la parabola in declino di un industriale porterà alla ribalta le gesta divertenti di due licenziati. Riproposto in questa stagione il filone della crisi e della perdita del lavoro dopo il successo del 2010 con "L'estate di Simone". Stavolta Marta Quilici e Lorenzo Gori porteranno in scena "Gioca il giusto" (3 dicembre) con la partecipazione degli operai e cassintegrati. Altra novità assoluta è "Antologia del Bisenzio. Come una Spoon River: letture dannate da una città a picco" (14-15 gennaio): una memoria dei morti che Prato ha seminato negli ultimi tempi, curata da Ermini e D'Accolti che prendono spunto dal Bisenzio per drammatizzare il tutto in versi. E la domenica pomeriggio, come tutti gli anni, il sipario si alza per le famiglie e i bambini. Per restare aggiornati www.teatrolabaracca.com. (Il Tirreno, domenica 11 settembre 2011).

venerdì 9 settembre 2011

Hanno aperto un portone
Mi hanno minacciata.
Lo so che non ve ne importa gran ché
Una minaccia durata un soffio
Il tempo di mettermi seduta
sull'ultima sedia rimasta

Una minaccia impossibile
Da denunciare
Una minaccia leggera come un soffio

Hanno sentenziato
Che devo scegliere

O fai l’artista
O basta con la politica
O basta con gli scritti
O basta con le polemiche
O basta
Se fai l’artista
O stai a bocca chiusa
A cervello socchiuso
La giusta apertura
O basta con la storia

O basta con i cachet gli ingaggi
L’artista se vuol essere ingaggiato
Deve morire
Solo se muore
Può vivere

Come? Ho chiesto
Potete ripetermelo
Non ho capito.

Hanno ripetuto.

D’altronde d’artisti
Ne abbiamo in abbondanza
Definitivamente troppi – dannazione!

Nessuno si accorgerà se lei scompare
Lo capisce?
Lo capisco?

Anzi per favore scompaia,
mi faccia il favore di togliersi dalle palle
o di essere come gli altri
ma chi crede di essere?

la deve smettere con le parole
la deve smettere con l’impegno

Siete rimasti due o tre
a camminare sul grimo
Gli altri si sono allineati
Un passo indietro dal baratro
camminano sicuri
lo faccia anche lei!

Insomma
Le posso dare due briciole tre
se la smette
Così non morirà di fame
Avrà il suo spazietto spot

Ma basta con le parole
Ma basta con la politica
Ma basta con quelle canzoni
Ma basta con le polemiche
Ma basta

Abbiamo artisti per riempire le piazze
Abbiamo artisti per riempire le strade
Abbiamo artisti per riempire

Lei è in castigo
E di questo passo ci resterà
Gliel’assicuro
Sono tutti molto arrabbiati con lei
E con quelli della sua razza.

Il portone s’è richiuso
Era alto e spesso
E ha fatto: dum!

m.e.

mercoledì 7 settembre 2011

Il culturanal


Forse la mia è stata l’ultima generazione a subire gli effetti positivi della Rivoluzione Francese.
E questo lo dice non solo l’eclissarsi dei concetti di Libertà, Fraternità e Uguaglianza, e quindi dei diritti dell’uomo negli ultimi vent'anni: lo dicono le tasse, che ormai paga solo il Terzo Stato, quando le paga, come accadeva prima della Rivoluzione Francese.

Nel teatro - la mia ultima inutile pratica nell'abissanal - ,  la nuova epoca pre-Rivoluzionaria è evidente nel ritorno all'assenza di contenuto (oltre, naturalmente all'assenza di libertà, fraternità e uguaglianza...); i giovani, ma non soli!, costretti a essere lecchini del potere e del pubblico che poi  li disprezza, amano e sono convinti nella costruzione di  spettacoli intrattenent-anal. La cultura spettacolare è ormai vissuta come grande trita-tutto-tempanal. Il resto, se c’è o è rimasto - la crisi lo spazzerà via per un bel po'  - ,  è liquidato come noioso, o destabilizzante.
Se si fa ridere in maniera spensierata o si è famosi per ragioni di stato-mercato (e quindi se si è trangugiato il tranquillizzantal), il pubblico accorre numeroso. Com'è contento il pubblico di essere pecora! E' il circuito preferito, quello numeranal-vizioso.
Per gli artisti: guai a presentare altro, non è più possibile, si va incontro al fallimento sicuro;  i giovani o i figli del dio al piano superiore possono mostrarsi ‘atroci e crudeli’, ma nella maniera post-avangarde, senza pigiare sul senso, of course, e soprattutto con condimento mondano numeranal.
Il teatro non esiste più, e quello che (non) andate a vedere il fine settimana è un'occorrenza delle stagioni dei teatri in-stabili, che è già dimenticatato sulla soglia del teatro o davanti alla vostra gommi-pizza del sabato sera -ultimo feticcio a cui rinuncerete- ; del  cinema è rimasto un genere unico: l' horror.

Anche la musica ci canta che siamo tornati a tempi pre-rivoluzionari, e a rileggere Kant si capisce perché: se non è mercato, come l'arte figurativa tutta ormai impastata di mercanal, è intrattenimento-riempimento. Farsa musicale con direttore o rocker rivoluzionanal.
Un piccolo contributo per mandare a casa questa classe politica di m., sarebbe quella che gli artisti disertassero la sua culturanal. 

martedì 6 settembre 2011

Astuta Unicoop

Nella scuola-mercato si affaccia (magari già da tempo e io non lo so) la Unicoop di Firenze e offre la sua offerta formativa sul consumo consapevole . (Ucci ucci, sento puzza di conflittucci!). 
Così leggo nell'ultimo numero dell'Informatore - il mensile propaganda della Unicoop -, dove si dà contezza della furbata, che, mi convinco alla lettura, che ha il solo scopo di ampliare mercato e consenso. Allevare nuovi, freschi consumatori.
Insomma Unicoop Firenze propone alle scuole corsi di educazione al consumo consapevole variamente conditi con educazione ai media, corsi di solidarietà cooperazione e volontariato; corsi contro il razzismo;   corsi di arte e amenità varie, e invita insegnanti della piana fiorentina e d'Arezzo e di quel del pisano a tuffarsi nell'offerta secondo un preciso calendario.
Presto dunque anche Ikea ci proporrà la sua scuola - mercato, e anche Esselunga e Conad...? Quali altri corsi di consumo consapevole? Quelli ambientali? Ci insegnerà Ikea a tagliare meno alberi nella foresta amazzonica? Esselunga ci istruirà con un corso di costruzioni con mattoni equo-solidali per i suoi grattacieli?
Oh, magica parola no profit, quante ne nascondi tu! 
La domanda è: ci cadranno le-gli insegnanti?
La risposta è: sì.

Intanto, non so di altrove, ma della magica biblioteca finanziata dalla Regione Toscana alla Coop di Prato non è dato capire il funzionamento. Non c'è un cartello, non c'è un avviso.

Una signorina a cui ho chiesto, ha risposto: -La biblioteca è qui - e, intendeva un bancone delle informazioni ai clienti dov'ella si trovava, pieno di offerte, ma vuoto di libri.
C'è da credere che i libri appariranno nei giorni del prestito, come nei giorni previsti per i miracoli e le offerte.
Tuttavia, se pure posso credere che ci siano persone che usufruiscano del merca-biblio-prestito (un libro fra sedani e carote non è poi così male!) non capisco la necessità dell'operazione se non nel senso di cui sopra.
Oh, astuta Unicooppe!


Per informazioni su libri e sedani, cfr.
http://www.regione.toscana.it/bibliocoop/

giovedì 1 settembre 2011

Agonia Interporto

Così, grazie agli errori delle amministrazioni regionali, provinciali, comunali, ci ritroviamo il mostro sullo stomaco, l'Interporto della Toscana Centrale, che non dà frutti né energie, che non sa che fare di sé, non sa cosa sarà da grande, sommerso di debiti e di vuoto, e che, come tutta l'economia attuale, non riesce a vivere se non facendo altri debiti e costruendo altro vuoto in un gorgo senza fine, ovvero andando a travolgere un altro comune...
Sotto giace seppellita per sempre la gran parte della città antica sul Bisenzio. Eccetera eccetera.


Da Il Tirreno di oggi
"Interporto a corto di liquidi In vista la richiesta di aumento di capitale    
 PRATO. Interporto a corto di liquidità. Con 30 milioni di euro da restituire alle banche, ma con un patrimonio che oscilla tra gli 80 e i 100 milioni di euro e un reddito annuo di circa due milioni e 200mila euro. E’ per questo che il presidente Angelo Pezzati afferma di non essere preoccupato dell’esito dell’assemblea dei soci convocata per il prossimo 12 settembre. Ma è lì che qualche decisione importante dovrà essere presa: soldi in cassa pochi, investimenti onerosi ma necessari, da fare in fretta. Urgente, dunque, trovare una soluzione. «La situazione di Interporto - dice Pezzati - non mi allarma minimamente. Negli ultimi due anni siamo passati da un’attività meramente immobiliare all’operatività del settore del trasporto merci su ferro: 50 mila tonnellate - continua - nel 2010, centomila nel 2011. Ora dobbiamo decidere sul futuro di una società che ha ancora un larghissimo margine di sviluppo». Tra mille difficoltà, però. Con Guasticce, l’interporto livornese, che ancora non decolla e che crea qualche difficoltà anche alla piattoforma pratese, «con la Regione - è il giudizio di Pezzati - che non svolge quell’attività di pungolo sulla realizzazione dei collegamenti sulla costa» e con Ferrovie dello Stato più impegnata a finanziare lo sviluppo dell’alta velocità che non ad occuparsi dei treni merci. E poi c’è da fare i conti con gli affidamenti bancari. «Quello che proporrò ai soci (Comune di Prato 45% delle quote, Banca Popolare di Vicenza il 20%, Camere di Commercio di Prato e Firenze col 12,5%, Regione col 4,6% ndr) - spiega Pezzati - è che i debiti di gestione restino in capo alla società che provvederà da sola a risolvere la situazione. Ma chiederò parimenti uno sforzo sugli investimenti futuri». L’intenzione è di proporre un aumento di capitale per far fronte allo sviluppo di Interporto su Campi Bisenzio, un progetto da 80 milioni di euro per creare nuovi spazi attrezzati e sosprattutto capannoni da vendere o affittare. «Il sindaco di Campi ha già dato il suo assenso - prosegue Pezzati - si potrà partire se in cassa arriveranno almeno una ventina di milioni». Difficile che gli enti pubblici, acconsentano. Lo stesso Comune di Prato sembra piuttosto perplesso. Resta da vedere la disponibilità dei soci privati. E per far fronte alle richieste delle banche Pezzati pensa alla vendita di un capannone: «La richiesta l’abbiamo già, il patrimonio non si depaupererebbe». Una strada che però ha trovato qualche resistenza nel cda.
 C’è poi la questione del contratto del direttore Paolo Volta, esperto del settore e docente all’università di Bologna, che scadrà a ottobre. «Nulla da dire sulle competenze e sul lavoro svolto - conclude Pezzati - ma è probabile che una riflessione si debba fare».  
CRI.OR."

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.