Mica male, però. Vanno forte le rapine e i furti nelle case.
Quando io ero piccola si dava la colpa al meridionale. E' lui, si diceva, che delinque.
Ora la colpa di questi reati non si dà ai cinesi, perché con tutta evidenza il loro settore è il nero: l'abusivismo, l'elusione e la tenuta in schiavitù. I cinesi non vanno a rubare.
Manco a dirlo, chi ruba sono i rumeni, gli albanesi, e tutti gli 'altri' che sono nati dalla caduta della Cortina di Ferro.
Dunque ora sappiamo che non servono le ronde per le strade del Centro Storico, quello più vessato dalla criminalità, quello che nonostante la voluta riqualificazione, non 'riparte'. Quello che recentemente è stato invaso dai topi e, trattandosi di città, la colpa non è stata certo dei cugini di campagna.
La percezione della delinquenza è ben chiara anche in periferia; è una percezione che deriva dai rapporti quotidiani, dal trattare l'altro in modo sempre più violento, provocatorio o strumentale. O, se va bene, indifferente.
Una questione che la classifica del Sole24Ore non ha riportato è quella che riguarda la delinquenza o il malcostume dei giovani, di cui quest’estate in tutta Prato abbiamo avuto un forte assaggio. Basterebbe parlare con la Polizia, il cui intervento è stato sollecitato più volte a causa di questa 'gioventù violenta'.
Gli argomenti della prossima campagna elettorale, in particolare la sicurezza e la questione cinese, stanno già crollando sotto i colpi di una realtà che va da un’altra parte della 'politica', che non li sa risolvere e nemmeno affrontare, se non con la consueta e trita retorica propagandistica; una 'politica' che, distante abitatrice di un Palazzo sull'orlo del baratro, ormai è solo intenta a vivere per sé e di sé, e non sa fare altro che rinfocolare il localismo più bieco con dispendiose feste fallimentari di tutti i generi, ma soprattutto kitsch o potenzialmente violente e per nulla edificanti come la Palla Grossa, nel vano tentativo di distrarre e gabbare il popolino.
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