domenica 30 settembre 2012

Debutto di Cafiero Lucchesi

Devo scrivere un monte di cose belle.

Il debutto di Cafiero Lucchesi si è concluso con quasi 5 minuti di applausi.
Non mi era mai capitato e sono ancora stordita.

Ma ci sono altri  fatti da raccontare di questa memorabile serata:

il primo è la presenza del nipote di Cafiero, Cafiero Junior, un bel signore di ottanta anni, dritto come un fuso e simpatico e amabile, proprio come dicono che fosse lo zio. Era contento, direi felice, e ormai siamo amici.

Era presente la storica Elena Dundovich, al Teatro La Baracca rappresentante dell'associazione Memorial Italia, che ci ha regalato una presentazione che mi dispiace di non aver potuto registrare. 

C'erano poi due romani, due romani venuti da Roma per il fine settimana a visitare Prato. Di questa città di cui si parla tanto per via dei cinesi.

Proprio così.  Due turisti, ma che dopo aver visitato la città, si sono informati di cosa c'era di interessante da vedere dopo cena e hanno scelto di venire al Teatro La Baracca a vedere il nostro spettacolo.

Si sono presentati presto, sono stati i primi spettatori.
Gente, così si sono dichiarati, che vanno puntualmente a teatro, nei grandi teatri romani. E anche nelle cosiddette cantine, e forse per questo-diversamente da come fanno alcuni cittadini pratesi - non si sono sentiti a disagio in un teatro 'diverso'.

Però, così hanno detto dopo lo spettacolo, alla presenza degli altri spettatori, niente li aveva emozionati come questa serata in questo piccolo teatro. E poi hanno detto altre belle cose che per pudore non scrivo.

C'era anche Fulvio Silvestrini, che è il nostro più fedele spettatore, un amico.

Un altro fatto che voglio condividere è quello di aver superato le tante, in certi momenti sembravano insormontabili difficoltà, per cui a un certo punto ho pensato di buttare tutto all'aria.
Gianfelice D'Accolti mi ha tenacemente sostenuta. E' chiaro che senza di lui questo spettacolo non avrebbe potuto essere, o non sarebbe stato così significativo.

Lui reputa che Cafiero Lucchesi sia molto più difficile di Laris Pulenas, e il più teatrale di tutti quelli che ho scritto e rappresentato.

Sento che qualcosa è cambiato, che, come dice il mio compagno, ho fatto un altro passo avanti. O forse ho girato l'angolo.

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