venerdì 26 gennaio 2018

Valletti

Alle elezioni, sempre più, si dà il voto a dei valletti, valletti di una specie di reggia di privilegiati che non ha alcun potere, o molto poco.
Gestori della presunta cosa pubblica che contano nulla, che alla fine si riducono a gestire il capitalismo e le sue crisi.
Il potere sta saldamente nelle mani degli attori economici, sono loro che hanno le redini, non i parlamentari, che poi si smarriscono nelle commissioni, negli emendamenti infiniti.

I parlamenti sono una esibizione di impotenti, e anche incompetenti, messi là per fare in modo che nulla cambi.

Ci illudiamo che la rappresentazione abbia un suo valore, ma in realtà il suo unico valore sta nella chiacchiera con cui veniamo sommersi e confusi.

Per questo tanta politica in televisione, su Facebook, i regni del verbo infinito e, soprattutto il primo, del condizionamento. E là, coloro che accettano il giochetto per ricevere la prebenda si dedicano alla finzione, alla declamazione, alla dichiarazione di principio, dimostrando una determinazione che poi rimane lì e che  presto devono dimenticare quando vengono investiti di quel potere fantoccio che serve al vero potere. Se non diventano valletti, se non accettano lo scambio per cui ottengono il privilegio di entrare nella 'reggia', vengono espulsi dal gioco politico mediatico.

Nessuno, se non per rarissimo sbaglio, che non si presti a questo gioco-finzione con asservimento, viene eletto.

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