giovedì 11 gennaio 2018

Verso il vòto

A leggere qua e là i nomi dei candidati alle prossime elezioni nazionali si osserva questo:

nei partitoni viene candidata gente 'sicura', del conformismo politico e partitico più asfissiante (scelte fatte dall'alto, dalle segreterie, dai capi eccetera), che deve servire soltanto a mantenere lo status quo;
nei movimenti e partitini si propone gente poco preparata culturalmente e  politicamente (i cittadini candidati, tutti possono candidarsi eccetera porta diritto diritto a una falsa democrazia).

Proporrei - e già l'ho scritto in questo mio diario - un esame basilare per tutti i candidati, a garantire un minimo di pensieri personali, di conoscenze storiche, geografiche, con lettura di alcuni testi fondamentali della politica, anche in versione semplificata tipo Bignami potrebbe andare; e poi una infarinatura tecnica seconda della candidatura: se ci si presenta al Parlamento, almeno avere una idea precisa di cosa sia e come funzioni eccetera. Aver letto almeno un libro di letteratura classica, e dar prova di un minimo di conoscenza musicale e artistica.
Tutto questo a evitare almeno le magre figure ed esser preparati alle discussioni importanti, il che sempre non avviene.


Al momento, fra le modalità della scelta dei candidati, non si sa quale darà i risultati peggiori.
Più che andare verso il voto, sembra un sprofondare sempre più verso il vòto.

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