Aspettando una nuova vita per la fattoria voluta da Lorenzo il Magnifico, è uscito un libro a cura dei prof. Giuseppe Centauro e David Fanfani, che ne delinea la possibile rinascita.
Intanto giace smembrata come un relitto del passato, ridotta a parco per le corsette della domenica pomeriggio, separata dal centro di Prato dal macrolotto e dalla peggiore brutalità industriale e faccendiera con annesso mostruoso corridoio-elettrodotto, a due passi dal depuratore di Baciacavallo.
Copio gli articoli usciti su La Nazione domenica scorsa, 26 febbraio 2023. Per leggerli basta solo cliccarci sopra. Sotto gli articoli per esteso.
Un libro per le Cascine di
Tavola.
Giuseppe Alberto Centauro
La Fattoria
Medicea e l’insieme di aree a carattere agroalimentare ad essa funzionali sono
le protagoniste di una monografia scritta a più mani (per i tipi: Firenze
University Press), che lo scrivente con il prof. David Fanfani ha diretto e
coordinato come percorso conoscitivo e di progetto a 360° nell’intento di
sollecitare chi finora non ha ritenuto di impegnarsi a fondo per la rinascita
di questa straordinaria risorsa ambientale e paesaggistica, tutta pratese. Un
impegno che si è fatto più che mai pressante in chiave di transizione
agro-ecologica del Parco delle Cascine di Tavola, quale condizione ineludibile
per un futuro che dovrà essere all’altezza della bellezza paesaggistica,
architettonica ed artistica della storica tenuta, laddove l’Ombrone disegna le
sue anse, tra la villa Ambra del Poggio e la parte più suggestiva della Piana
pratese. Un luogo plasmato dalla visione illuminata del principe, quel Lorenzo,
il Magnifico, che ne riconobbe il Genius loci, come il lascito più fecondo
delle divisioni spaziali etrusche e del duro lavoro, dopo di loro, di
generazioni di uomini. Una storia affascinante per un territorio reso unico
dalle regimazioni del sistema gorile medievale e dalle raffinate addizioni
medicee e lorenesi. Per ripartire con quella medesima visione, gli autori si sono
impegnati a rimettere innanzi tutto in ordine il percorso della storia per
evidenziare le grandi potenzialità, per lo più disattese negli ultimi 50 annI,
e il rilevante valore di quelle terre, specie sotto il profilo identitario, in
grado di offrire un modello ecosostenibile di sviluppo per una gestione
co-evolutiva “Uomo-Natura” del territorio, non necessariamente affidata alla
sola mano pubblica. Con questi presupposti e in una prospettiva di
“rigenerazione patrimoniale” dell’esistente si sono mosse le ricerche sul
campo. Si tratta di un lavoro integrato
fra discipline diverse, volto alla tutela e valorizzazione del paesaggio
agrario e di architetture che hanno fatto la storia della ruralità in Toscana.
All’interno del gruppo di studio nel rispetto dei caratteri del luogo si è
sviluppata una progettualità innovativa nell’approccio mossa intorno ai sistemi
agronomici e alla riqualificazione idraulica del territorio, approfondendo
aspetti rimasti ad oggi slegati dalle proposte di intervento, prevenzione e
manutenzione degli assetti paesaggistici alterati dopo gli improvvidi
frazionamenti degli anni ’80 del secolo scorso. In questa direzione, la
prof.ssa Elena Bresci, insieme al ricercatore Giulio Castelli, ha affrontato il
delicato tema della regimazione e gestione
idraulica del compendio mediceo e del territorio limitrofo; il prof. G.
Cesare Pacini con il ricercatore Lorenzo
Ferretti hanno portato alla ribalta le
opportunità di una moderna produzione di agricoltura biologica e di sistemi
agro-zoo-forestali sostenibili in un’ottica premiante da un punto di vista
qualitativo del ”paesaggio culturale” ereditato dalla “R. Tenuta delle Cascine
di Poggio a Caiano”. In questo contesto
sono stati elaborati per una progettazione che guarda al futuro i contributi
dell’arch. pianificatrice Martina Romeo e dell’arch. Daniela Cinti che hanno
rispettivamente redatto le cartografie tematiche che accompagnano questi studi
e repertoriato in un ideale data-base le vicende storiche del paesaggio agrario
nei passaggi epocali che hanno preceduto e accompagnato fin dal 1477, il
progetto laurenziano.
Un progetto strategico per la
rigenerazione della fattoria Medicea Laurenziana
David Fanfani
Il principio guida del progetto
per l’insieme di beni che storicamente costituivano la Fattoria
mediceo-lorenese di Tavola, malgrado la progressiva disgregazione proprietaria
e funzionale che l’ha interessata, è quello di attivare un processo di recupero
di tale patrimonio tramite il quale le diverse parti “smembrate” tra loro siano
nuovamente connesse e possano tornare a funzionare, e quindi “rivivere” come
una unità organica. Ciò anche con la riconnessione idraulica e fruitiva,
soprattutto in termini di mobilità lenta, con il territorio circostante. In
particolare in questa prospettiva i beni di proprietà pubblica e la loro
interpretazione progettuale fanno da riferimento ed “innesco” anche per la
valorizzazione ed interpretazione di quelli privati, come l’edificio della
Fattoria Laurenziana stessa e gli annessi circostanti. Un nuovo sistema
fruitivo che recupera in particolare l’originaria vocazione innovativa della
Fattoria nell’ambito agroalimentare con la riconversione agro-ecologica e
produttiva nelle aree agricole di proprietà pubblica. Una vocazione che sta
alla base non solo del recupero del “disegno” del paesaggio culturale della
Cascina ma anche delle destinazioni pensate per i vari immobili e poderi. Dalla
casa del Guardia come punto di servizio per l’accoglienza al parco e centro di
documentazione, al podere delle Polline dove si colloca la vera e propria sede
per una azienda agro-ecologica pilota, al Podere del Caciaio che coniuga la
funzionalità di Fattoria didattica con quella di Agriturismo fino alla già
restaurata Rimessa delle Barche che può integrare tali attività con magnifici
spazi per la convegnistica e le mostre. Così, mentre anche le aree agricole
limitrofe private -verso via Roma e sud ovest- possono collocarsi in questo
quadro, l’edificio della Fattoria stessa può definire e sviluppare al meglio
attività che, oltre alla ricettività, funzionale alle varie attività indicate
(didattica, convegnistica, ricreazione) la possono configurare anche come vero
e proprio polo e ”vetrina” della cultura e del “ben vivere e produrre in
Toscana”. Una immagine legata alla rivisitata tradizione dell’eccellenza della
cultura enogastronomica ed agroalimentare regionale e al suo connubio con
l’oculata gestione del territorio e l’innovazione tecnica e produttiva. In
sintesi, un progetto strategico complesso nel quale l’attore pubblico, è chiamato
a svolgere un ruolo, purtroppo mancato da decenni, di portatore di una visione
di progetto e rigenerazione per la Fattoria e di animatore di un’azione
concertata tra i diversi attori in campo.
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