martedì 28 febbraio 2023

Quando una nuova vita per le Cascine di Tavola?

Aspettando una nuova vita per la fattoria voluta da Lorenzo il Magnifico,  è uscito un libro a cura dei prof. Giuseppe Centauro e David Fanfani, che ne delinea la possibile rinascita.

Intanto giace smembrata come un relitto del passato, ridotta a parco per le corsette della domenica pomeriggio, separata dal centro di Prato dal macrolotto e dalla peggiore brutalità industriale e faccendiera con annesso mostruoso corridoio-elettrodotto, a due passi dal depuratore di Baciacavallo.

Copio gli articoli usciti su La Nazione domenica scorsa, 26 febbraio 2023. Per leggerli basta solo cliccarci sopra. Sotto gli articoli per esteso.




Un libro per le Cascine di Tavola.

Giuseppe Alberto Centauro

La Fattoria Medicea e l’insieme di aree a carattere agroalimentare ad essa funzionali sono le protagoniste di una monografia scritta a più mani (per i tipi: Firenze University Press), che lo scrivente con il prof. David Fanfani ha diretto e coordinato come percorso conoscitivo e di progetto a 360° nell’intento di sollecitare chi finora non ha ritenuto di impegnarsi a fondo per la rinascita di questa straordinaria risorsa ambientale e paesaggistica, tutta pratese. Un impegno che si è fatto più che mai pressante in chiave di transizione agro-ecologica del Parco delle Cascine di Tavola, quale condizione ineludibile per un futuro che dovrà essere all’altezza della bellezza paesaggistica, architettonica ed artistica della storica tenuta, laddove l’Ombrone disegna le sue anse, tra la villa Ambra del Poggio e la parte più suggestiva della Piana pratese. Un luogo plasmato dalla visione illuminata del principe, quel Lorenzo, il Magnifico, che ne riconobbe il Genius loci, come il lascito più fecondo delle divisioni spaziali etrusche e del duro lavoro, dopo di loro, di generazioni di uomini. Una storia affascinante per un territorio reso unico dalle regimazioni del sistema gorile medievale e dalle raffinate addizioni medicee e lorenesi. Per ripartire con quella medesima visione, gli autori si sono impegnati a rimettere innanzi tutto in ordine il percorso della storia per evidenziare le grandi potenzialità, per lo più disattese negli ultimi 50 annI, e il rilevante valore di quelle terre, specie sotto il profilo identitario, in grado di offrire un modello ecosostenibile di sviluppo per una gestione co-evolutiva “Uomo-Natura” del territorio, non necessariamente affidata alla sola mano pubblica. Con questi presupposti e in una prospettiva di “rigenerazione patrimoniale” dell’esistente si sono mosse le ricerche sul campo.  Si tratta di un lavoro integrato fra discipline diverse, volto alla tutela e valorizzazione del paesaggio agrario e di architetture che hanno fatto la storia della ruralità in Toscana. All’interno del gruppo di studio nel rispetto dei caratteri del luogo si è sviluppata una progettualità innovativa nell’approccio mossa intorno ai sistemi agronomici e alla riqualificazione idraulica del territorio, approfondendo aspetti rimasti ad oggi slegati dalle proposte di intervento, prevenzione e manutenzione degli assetti paesaggistici alterati dopo gli improvvidi frazionamenti degli anni ’80 del secolo scorso. In questa direzione, la prof.ssa Elena Bresci, insieme al ricercatore Giulio Castelli, ha affrontato il delicato tema della regimazione e gestione  idraulica del compendio mediceo e del territorio limitrofo; il prof. G. Cesare Pacini con il ricercatore  Lorenzo Ferretti  hanno portato alla ribalta le opportunità di una moderna produzione di agricoltura biologica e di sistemi agro-zoo-forestali sostenibili in un’ottica premiante da un punto di vista qualitativo del ”paesaggio culturale” ereditato dalla “R. Tenuta delle Cascine di Poggio a Caiano”.  In questo contesto sono stati elaborati per una progettazione che guarda al futuro i contributi dell’arch. pianificatrice Martina Romeo e dell’arch. Daniela Cinti che hanno rispettivamente redatto le cartografie tematiche che accompagnano questi studi e repertoriato in un ideale data-base le vicende storiche del paesaggio agrario nei passaggi epocali che hanno preceduto e accompagnato fin dal 1477, il progetto laurenziano.

 

Un progetto strategico per la rigenerazione della fattoria Medicea Laurenziana

David Fanfani

Il principio guida del progetto per l’insieme di beni che storicamente costituivano la Fattoria mediceo-lorenese di Tavola, malgrado la progressiva disgregazione proprietaria e funzionale che l’ha interessata, è quello di attivare un processo di recupero di tale patrimonio tramite il quale le diverse parti “smembrate” tra loro siano nuovamente connesse e possano tornare a funzionare, e quindi “rivivere” come una unità organica. Ciò anche con la riconnessione idraulica e fruitiva, soprattutto in termini di mobilità lenta, con il territorio circostante. In particolare in questa prospettiva i beni di proprietà pubblica e la loro interpretazione progettuale fanno da riferimento ed “innesco” anche per la valorizzazione ed interpretazione di quelli privati, come l’edificio della Fattoria Laurenziana stessa e gli annessi circostanti. Un nuovo sistema fruitivo che recupera in particolare l’originaria vocazione innovativa della Fattoria nell’ambito agroalimentare con la riconversione agro-ecologica e produttiva nelle aree agricole di proprietà pubblica. Una vocazione che sta alla base non solo del recupero del “disegno” del paesaggio culturale della Cascina ma anche delle destinazioni pensate per i vari immobili e poderi. Dalla casa del Guardia come punto di servizio per l’accoglienza al parco e centro di documentazione, al podere delle Polline dove si colloca la vera e propria sede per una azienda agro-ecologica pilota, al Podere del Caciaio che coniuga la funzionalità di Fattoria didattica con quella di Agriturismo fino alla già restaurata Rimessa delle Barche che può integrare tali attività con magnifici spazi per la convegnistica e le mostre. Così, mentre anche le aree agricole limitrofe private -verso via Roma e sud ovest- possono collocarsi in questo quadro, l’edificio della Fattoria stessa può definire e sviluppare al meglio attività che, oltre alla ricettività, funzionale alle varie attività indicate (didattica, convegnistica, ricreazione) la possono configurare anche come vero e proprio polo e ”vetrina” della cultura e del “ben vivere e produrre in Toscana”. Una immagine legata alla rivisitata tradizione dell’eccellenza della cultura enogastronomica ed agroalimentare regionale e al suo connubio con l’oculata gestione del territorio e l’innovazione tecnica e produttiva. In sintesi, un progetto strategico complesso nel quale l’attore pubblico, è chiamato a svolgere un ruolo, purtroppo mancato da decenni, di portatore di una visione di progetto e rigenerazione per la Fattoria e di animatore di un’azione concertata tra i diversi attori in campo.



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