Ripropongo il pezzo del 7 febbraio del mio CALENDARIO DEI DELITTI, che fu l'ultimo spettacolo alla Baracca prima del disastro della pandemia e della chiusura dei teatri voluta dall'allora ministro Franceschini. Fu in quei giorni che lui, spento il teatro, accese la piattaforma digitale IT'SART per lo spettacolo. La società è morta, vivaddio, e il teatro, seppure fra mille difficoltà, guastato dal mitismo imperante e dal terrorismo del palmare, ha ripreso timidamente a camminare. Zoppicando va.
I miei delitti torneranno a teatro, in forma di spettacolo a testo e con nuovi giorni rispetto al debutto di due anni fa - oh quanti delitti di nuovo genere compiuti nel frattempo! - , prossimamente o nella prossima stagione.
"Quando in Italia a febbraio va in scena il Festival di Sanremo, aumentano tutti i delitti.
Come nelle peggiori dittature, l'assassinio è generalizzato e, miror, i suicidi invocati; addirittura si osserva come un piacere in questo autosoffocamento.
L'assassino è diventato Tutti. E questo uccide quello; e quelli codesti. Ammazza, ammazza! E chi può, si uccide da sé. Con le cuffiette.
I livelli di morte sono così alti che nemmeno le dittature di un tempo sudamericane possono confrontarvisi. Là i dittatori buttavano i dissidenti dall'aereo nell'Oceano; qui i dittatori non devono fare nulla, i consenzienti si gettano da sé nel morto Mediterraneo. Con le cuffiette. Con gli smartphone.
E anche se non ti ammazzi, arriva il virus, il virus Sanremo; anche se non guardi il Festival, arriva, entra ovunque. Anche se stai isolato, chiuso. Quasi senza respirare. Senza cuffiette. Ma pochi sono quelli sopravvivono, e alla fine tutti vogliono morire. Qualcuno dice che è l'effetto del virus.
Ogni anno la mattanza peggiora, aumentano i numeri dei morti, quest'anno è quasi una strage, perché tutti tutti ma proprio tutti vogliono morire.
I cimiteri non bastano più. Come i cinesi a Wuhan per il corona virus, bisognerà costruirne altri e altri ancora in pochissimi giorni.
E anch'io ho deciso di morire. Sono infetta".
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