sabato 18 febbraio 2012

Una lettera ai giornali su Gonfienti

Riporto qui la lettera che ho mandato ai giornali in merito alla ripresa degli scavi a Gonfienti, forse, e allo stanziamento dei soldi per la ricostruzione virtuale del sito archeologico.
Voglio tra l'altro far notare, che mentre l'assessore Nesi si mostra presenzialista quando ci sono giornalisti e telecamere, non lo è altrettanto quando queste non ci sono.  Per esempio mai è stato visto o tantomeno sentito alle riunioni delle sorti del circuito teatrale Sipario Aperto, di cui la Provincia di Prato tira le fila organizzative. Insomma, tutto si commenta di nuovo da sé.

Spett.le Redazione,
in merito alle ultime notizie sulla probabile riapertura degli scavi a Gonfienti grazie all’accordo fra Provincia di Prato e Fondazione Cassa di Risparmio, mi dichiaro stupita di come l’Autorità non abbia chiesto ad associazioni e singoli  cittadini,   protagonisti di tanti anni di battaglie,  cosa ne pensassero su quanto stava preparando.
Se posso vedere positivamente la ripresa degli scavi, non altrettanto mi dichiaro per come si intende utilizzare i nostri soldi per la ricostruzione della città antica, prevista solo virtualmente.
Sono, e credo che come me molti, totalmente contraria a questo modo di pensare,  che può andare bene per un corso scolastico, che ne so, ma non per rivalutare seriamente il nostro passato; noi non vogliamo vivere la Gonfienti antica in ‘Second Life’.  Che cosa è proposto, un giuoco di ruolo?
Piuttosto manca un progetto di fruizione reale e complessiva, concreto.
Questo ‘giovanilismo archeologico’, il voler affidare tutto, le magnifiche sorti e progressive dell’ area al virtuale è davvero quello che i cittadini di Prato e non vogliono per Gonfienti?
Ricordo che mentre si progetta un museo di arte sacra ed altro, a Prato non abbiamo neanche una stanzina per i reperti etruschi della zona.
In sostanza mi chiedo: dopo la rovina che ha portato alla sottrazione di un’area di straordinario interesse archeologico di più di 120.000 mq per la costruzione dello scalo merci dell’Interporto, che garanzie ha la cittadinanza del buono utilizzo, nell’investimento di questi soldi?
Ancora: dopo che la Soprintendenza avrà speso i nostri soldi per la prosecuzione degli scavi, saranno poi ricoperti per tutelarli? E infine noi potremmo gioire del nostro passato solo sull’Ipad?
Intanto l’area archeologica è abbandonata e  le strade che conducono al sito sono impraticabili.
Insomma, la realtà è disastrosa.
Maila Ermini

2 commenti:

Irene ha detto...

Concordo e spero vivamente di vedere presto pubblicata la tua lettera sui giornali.

Anonimo ha detto...

Ma è stata pubblicata o no? Io non l'ho letta da nessuna parte.
Anch'io concordo.

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