giovedì 2 febbraio 2012

POSTO FISSO, DIVAGAZIONI MOBILI

Risentimento dopo le parole di Monti sulla monotonia del posto fisso.
Da tanti anni io non ho più il posto fisso.
Io ne ho avuti ben due, e li ho lasciati per fare teatro. Non certo per monotonia.
Sono stata professoressa a Ostia, a Tivoli. E poi impiegata di alto livello in un ministero.
Quando io lasciai tutto, ancora la crisi non c'era: naturalmente tutti mi presero per pazza.
Tuttavia mai me ne sono pentita, nonostante siano, e siano stati, anni duri.
Nessuna sicurezza più, dall’oggi al domani. Quando il lavoro arriva, arriva. Punto. Si lavora sempre; anzi nemmeno si considera il lavoro, ma la vita.
Nella mente cambia tutto. Un giorno guadagni per due mesi insieme; l’altro giorno no.
Nel lavoro artistico non c'è lavoro fisso quasi per nessuno; tuttavia, ne ho visti tanti che hanno cercato il posto fisso, e l’hanno ottenuto, grazie a papà.
Altri, anche se non ce l’hanno avuto, ce l’hanno avuto perché erano e sono figli, che ne so, di certa gente che 'circuita'.
Altri se lo sono fatto grazie al partito. Perché si sono fatti vedere insieme a qualcuno. Le solite ruffianerie che tutti conoscono.
Oh, quanti ne ho visti sfrecciarmi davanti così! Andare a incoronarsi con l’alloro della direzione artistica di , che ne so, teatri importanti! Diventare, non si sa come, dipendenti di teatro, enti addirittura!
Quanti di questi che hanno denigrato, quanti che hanno fatto finta che altri, e gente capace, non esistessero; quanti ancora che persistono in questo modo sprezzante.
Quanti hanno plagiato, quanti hanno ostacolato prime, eventi, colleghi; cattiverie senza fine…
Una specie di massacro culturale è stato compiuto senza che nessuno dicesse nulla. 
Una macelleria dietro le quinte; e tutto con l'appoggio e il consenso della 'politica'.

Ma ora il mondo vacilla anche per questi, perché gli enti  'fissi', come le stelle immobili, non ci sono più .
E’ lo spettatore che se ne sta andando, piano piano. Crisi economica, ma non solo.
E’ una ribellione lenta, inesorabile. Una crisi profonda che riguarda essenzialmente i contenuti dell’esistenza, e del senso e della funzione dell'arte in senso generale.
Il fisso diventa instabile: il posto, che era fisso, è vuoto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcuno con il coraggio di dire la VERITÁ!
M'é capitato di assistere alla promozione su RAI1 di un programma che sta per andare in onda sul merito, dove la figura di riferimento é nientemeno che Socrate e in cui si avrebbe la presunzione di celebrare chi ce l'ha fatta per conto suo, senza appoggi e spintine: e chi c'é fra i testimonials, che avrebbe fatto la carriera da sola sola senza aiutini o sessini? C'é Ornella Vanoni....
Ma mi faccia il piacere!

Federico Armeni

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