martedì 25 agosto 2009

Gli ortaggi maledetti

Ricevo e pubblico un intervento di Riccardo Bonajuti. Preciso che la denuncia di Primavera di Prato circa l' usus horribilis delle acque reflue del depuratore del Calice non riguarda solo gli orti cinesi, ma anche e soprattutto quelli italiani.
Maila Ermini

Su varie testate locali, è apparso un intervento del consigliere comunale Aurelio Donzella, dell'IdV, riguardo alla questione degli ortaggi coltivati, venduti e acquistati da cittadini cinesi che vivono e lavorano a Prato.
Donzella interviene prima di tutto per rivendicare la sua paternità nel denunciare quelle che in molti definiscono coltivazioni sospette. Le accuse sono molteplici e differenziate e riguardano l'uso di sementi che potrebbero essere geneticamente modificate oppure di piante che da noi non esistono (è un reato?), l'uso di acqua inquinata per le annaffiature e la vendita illegale nelle strade del Macrolotto 0.
Mi permetto di intervenire in quanto il consigliere dipietrista tira in ballo il nostro gruppo che in passato l'avrebbe accusato di razzismo in occasione della sua giusta denuncia.
Donzella sa bene che le leggi e gli strumenti per verificare l'esistenza dei reati da lui e da altri ipotizzati, ci sono tutti, grazie a leggi e a regolamenti aventi per obiettivo la salute dei cittadini, la legalità delle attività economiche e la protezione dell'ambiente.
Altrettanto bene dovrebbe sapere che suo compito non è fare il poliziotto ma contribuire al governo della città e, visto che fino a pochissimo tempo fa faceva parte della maggioranza che ha governato, se era tanto sicuro di questa illegalità etnica, poteva senz'altro fare qualcosa di più che lanciare denunce sul giornale o presentare degli inutili question time al suo assessore. Ma come si è visto bene dall'ultima campagna elettorale, molti politici, di vari schieramenti, utilizzano sistematicamente il sentimento anticinese e anzi lo alimentano con campagne denigratorie, spesso infamanti, altre volte semplicemente razziste, allo scopo di conquistare un facile e deteriore consenso e coprire le magagne della loro mancanza di idee e incapacità di operare di concerto con tutte le istituzioni preposte.
Comunque il vicesindaco e assessore all'ambiente Borchi ha fatto sapere che “appena sarà tornato dalle ferie” (è stato incaricato un mese fa ed ha già maturato le ferie!?), parlerà con la Asl per programmare dei controlli. Borchi farebbe bene anche a telefonare al suo predecessore per informarsi sui controlli che sono già stati effettuati e che mi risulta abbiano dato esiti negativi, fatta eccezione per la sacrosanta denuncia della Primavera di Prato, riguardante l'inquinamento delle acque proprio nelle zone degli “orti cinesi”.
Vorrei però che si ricordasse, che a S. Lucia, nella zona degli Abatoni, fino a un anno fa c'erano numerosi orti, coltivati da pratesi italiani, che si approvvigionavano dell'acqua bluastra e flautolenta della gora, senza che qualcuno se ne scandalizzasse. Tali orti sono stati sfrattati per far posto ad una feroce speculazione edilizia, marcata centrosinistra, che ha permesso l'edificazione di nuovi palazzi che hanno stravolto il paesaggio, deturpato la campagna e causato ai residenti un peggioramento delle qualità della vita.
Per concludere vorrei far notare al consigliere Donzella che ci definisce”sedicenti ambientalisti, autodenominatisi Municipio Verde”, che è abbastanza comune che un gruppo politico si autodenomini e si definisca da solo e non riceva il battesimo dall'alto. Anche l'ex giudice Di Pietro, quando si è inventato il pomposo nome di Italia dei Valori, avrà sicuramente creduto di essere portatore di valori che in politica gli altri non avevano. Pertanto, invece di prendersela con noi ecologisti o con i cinesi, faccia mente locale sul degrado ambientale che la sua parte politica ha contribuito a creare.
Riccardo Buonaiuti
di Municipio Verde

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