lunedì 31 agosto 2009

Leibniziana

Quanto di evanescente e ambiguo ci sia nella progettualità culturale pratese lo rendono evidente anche le dichiarazioni dell’assessore alla cultura della Provincia, Edoardo Nesi.
Un altro nome-immagine, alla Panariello.
Nella sua intervista alla giornalista Elena Durante de La Nazione (apparsa ieri, domenica) Nesi pone molta enfasi sulla città etrusca, Gonfienti: dichiara di lavorare a un progetto insieme alla Soprintendenza; di non scandalizzarsi sulla vicinanza fra scavi e Interporto; e che ci sarà una ‘operazione etruschi’ molto innovativa, di cui purtroppo non ha potuto parlare.
Invece ha potuto parlare del suo prossimo libro.
Nelle dichiarazioni dell’assessore tutto appare facile e possibile. La sua è evidentemente una cultura post-leibniziana, oltre che post-cenciaola, dei seguaci de ‘il migliore dei mondi possibili’.
Ma la realtà è diversa: ancora oggi nulla si sta facendo, di concreto e vero, per la città antica; tutto è nel medesimo modo di come è stato immortalato nel video Gonfienti muore, di circa un anno fa; anzi, le condizioni del sito archeologico sono peggiorate, e c’è la recinzione attorno agli scavi: di questo si tace come delle responsabilità. Il presidente della Circoscrizione Est di Prato Ciardi, intanto, recitando il solito rosario delle eccellenze pratesi, per precauzione, preferisce andare sulla Calvana a salvare gli Etruschi, vicino all’Interporto ha capito di stare stretto: «Per il problema di Interporto e per tutte le difficoltà di gestione dell’area archeologica credo sia più proficuo interessarsi prima dei reperti etruschi in Calvana, puntando a creare un parco archeo-ambientale» (Da Il Tirreno di ieri). Rendendo più morbide le sue dichiarazioni elettorali.

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