venerdì 28 agosto 2009

Sacco di Prato: censura, e ignoranza, nei secoli.

Domani, 29 agosto, si ricorda il Sacco di Prato, quando nel 1512 La Santa Lega (promossa da Papa Giulio II con Spagnoli, Venezia e Inglesi contro la Francia ) punì Prato per essere legata alla Repubblica fiorentina.
L’esercito del viceré di Napoli Ramon de Cardona, accompagnato dal cardinale Giovanni de’ Medici (legato pontificio), penetrò in Toscana dal Mugello e, per dare una dimostrazione di forza, deviò verso Prato, assediando la città che venne conquistata il 29 agosto 1512. Il tragico, violento saccheggio, durato ben 22 giorni, provocò l’uccisione di centinaia di persone, violenze, incendi, rapimenti. Di fronte a questo luttuoso evento, Firenze patteggiò la resa e i Medici tornarono al potere. Il Sacco provocò un altissimo tributo di vite, segnando profondamente non solo la vita della città, ma anche l'inizio del declino, che durò per circa due secoli.
Il saccheggio è ricordato dal Machiavelli nelle sue lettere.
I giornali locali, ancora oggi, non fanno luce sulla verità, e sbrigativamente parlano di ‘spagnoli’. Omettendo del tutto, a distanza di secoli, le responsabilità del Papato nella strage pratese.


Maila Ermini (autrice del dramma Prato nel Sacco)

DA IL TIRRENOOggi e domani messe, vespri e processione in San Vincenzo
Celebrazioni per il Sacco di Prato

PRATO. La data del 29 agosto rappresenta per Prato il ricordo di uno degli eventi più tragici legati alla storia della città. Nell’agosto del 1512 le truppe spagnole penetrarono in Toscana dal Mugello e il 29 giunsero a Prato, assediando la città. Il tragico, violento saccheggio, durato ben 22 giorni, provocò l’uccisione di centinaia di persone ed è ricordato come il «Sacco di Prato». Ogni anno l’anniversario è commemorato dalle monache domenicane di San Vincenzo, protagoniste cinque secoli fa di un miracoloso episodio. La memoria del Sacco per le claustrali è legata alla venerazione della statua della Madonna detta «dei Papalini», che quasi miracolosamente salvò il monastero dalla devastazione delle truppe spagnole. I soldati trovarono le suore raccolte in preghiera davanti ad una statua della Madonna. Si soffermarono e caddero in ginocchio. Da feroci e crudeli, in un attimo divennero mansueti, si alzarono dandosi la mano l’un l’altro e il saccheggio e la violenza furono risparmiati.Nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina De’ Ricci in piazza San Domenico, l’appuntamento è per oggi alle 7,30 con le Lodi e alle 8 con la messa celebrata da monsignor Nedo Mannucci, vicario episcopale per la vita consacrata; alle 18,45 Vespro con la comunità monastica. Domani alle 8 le Lodi e alle 8,30 la messa celebrata da padre Gianni Giassi, sacramentino; alle 18,45 il vespro e la tradizionale processione della statua della Madonna «dei Papalini» presieduta da monsignor Pierluigi Milesi all’interno del monastero. Durante i festeggiamenti la statua della Madonna e il Crocifisso di Santa Caterina sono esposti alla grata del coro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Si fa presto a dire Miracolo!
Il miracolo era stato dunque risparmiare un pugno di alleati ecclesiastici, cosa non difficile per i cattolicissimi spagnoli.
Mass-media del tempo che distorcono i fatti e ancor oggi producono Messe medie...
Pentitevi!

Padre Cavonarola

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...