sabato 3 ottobre 2009

I disastri continuano



Al Prof. Centauro avevo segnalato la ristrutturazione del tabernacolo a Gonfienti, che a un anno dalla denuncia contenuta nel video Gonfienti muore e dopo altre segnalazioni di cittadini, è finalmente avvenuta.
Mi dichiaro comunque, da profana, perplessa sul restauro.

Dietro il tabernacolo c'è una discarica.


Il prof. Centauro così mi risponde e mi autorizza a pubblicare.

"Buongiorno Maila,
Per quanto riguarda il tabernacolo ritengo che certamente dovranno tinteggiare la superficie intonacata con un colore adeguato! Il restauro, per quanto abbastanza arbitrario, se non altro ha fermato il dissesto in atto.
Cercherò di informarmi sulla conduzione finale delle opere.
Grazie per la segnalazione.

Sono invece totalmente sconfortato per gli sviluppi relativi alla nostra Gonfienti.

“Con gli etruschi lavoro e turismo” con questo accattivante titolo si sta in realtà sotterrando definitivamente e con una spudorata sfrontatezza la più grande scoperta archeologica di questi ultimi decenni. Stamani sul Tirreno è addirittura Napolitano, dopo avere contribuito in modo decisivo al dimezzamento dell’insediamento etrusco, alla sua progressiva obliterazione e devastazione, che adesso traccia il futuro della città etrusca che, complice alcuni solerti funzionari della Soprintendenza, diverrebbe l’occasione di una “fiction” di cantiere archeologico ad uso di turisti, portati a valle in torpedone, dopo avere visitato il museo di Artimino.
Nella speranza che qualcuno tra le guide dica almeno che ci troviamo a Prato e che sui poggi soprastanti si conservano imponenti tracce del primo insediamento dal quale si è generata la stessa città etrusca. Tutto questo con buona pace di un parco archeologico vero, ed alla faccia di tutte le nostre battaglie e delle legittime richieste, di studi condotti guardando al territorio e alla topografia antica, ponendo in tal modo una pietra tombale sull’idea stessa di fare crescere culturalmente la città con un proprio museo, fuori da un confronto internazionale.
Niente antiquarium, nessun recupero paesaggistico, solo una nuda esposizione, un poco feticistica, di strutture urbane disarticolate completamente dalla matrice territoriale antica che le ha prodotte. Questa non è né conoscenza, né tutela, né valorizzazione."

Giuseppe Centauro

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