giovedì 7 luglio 2011

Il futuro piccolo: luci rosse a Prato

In Italia è consueto ormai proporre case chiuse o quartieri a luci rosse per  rendere decente lo spettacolo della prostituzione nelle città,  luoghi di concentramento dove gli uomini vanno a liberare le loro voglie e le donne a guadagnare i loro soldi con il ‘mestiere più antico del mondo’. 
A Prato l’assessore alla sicurezza Milone li ha invocati, rivestiti col nome inglese di ‘Eros Center’, specificandone i motivi: ripulire certe zone dall’assalto del traffico meretricio; per un maggiore controllo da parte della polizia, quindi per sicurezza; per inserirli in un regime fiscale e,  come piace dire a lui, per smetterla una volta per tutte con l’ipocrisia.
L’assessore ha già dato prova di questo modo di ragionare, per cui i rimedi si pongono non all’inizio ma alla fine, essendo l’essere umano e le condizioni economiche e sociali che portano alla prostituzione immodificabili secondo lui.
Egli afferma anche che le donne praticherebbero la prostituzione senza essere costrette. Stupefacente: «Credo che ormai in Italia non si possa più parlare di sfruttamento della prostituzione, perché ci sono altre attività illegali molto più remunerative, come lo spaccio di droga. Ormai gran parte delle lucciole, come testimoniano gli annunci sui giornali, operano in maniera del tutto autonoma e consenziente».  
Ma perché una donna fa la puttana? Perché accetta un intruso dentro il proprio corpo, uno sconosciuto?  Se non è costretta, certo perché guadagna in quattro ore quello che non guadagnerebbe in un mese. Soldi facili.
Posto che non esista più la riduzione in schiavitù delle donne per costringerle a prostituirsi, il che non mi sembra affatto soprattutto per le straniere – a Prato basta guardare gli squallidi Eros-Center cinesi, dove belle ragazze stanno tristi ai balconi di via Filzi o via Pistoiese -, prostituirsi per i soldi facili non è indice di un’altra forma di una schiavizzazione più subdola e atroce? Non la dice lunga sull’impossibilità di trovare un lavoro dignitoso, e sui valori che muovono ormai le persone? Non è questa un’altra forma di violenza, e talmente raffinata che non esiste più  fisicamente nemmeno colui che mi sfrutta, da cui comunque mi potrei liberare?
Per uno spettacolo mi è capitato di parlare con prostitute, di intervistarle: sono rassegnate, degradate, succubi, piene di disprezzo verso i clienti; rese ciniche e ottuse.
E gli uomini che vanno con loro?
Alcuni amano pagare le donne in cui vanno per non avere nessun senso di responsabilità e ‘colpa’ nei loro confronti.  Per disimpegno erotico sessuale.
In realtà il sesso comprato risulta essere piuttosto deludente, umiliante per l’uomo stesso, che infatti se ne vergogna e si nasconde quando ci va, e non solo perché non vuole che lo sappia la moglie.
I quartieri a luci rosse che esistono in Europa sono regolati grazie all’introito fiscale che i governi percepiscono. Questo è il motivo per cui sono tollerati. Si tratta di uno sfruttamento che si somma ad un altro. A ciò si aggiunge l’introito turistico, non menzionato da Milone. Invece di far visitare la città etrusca di Gonfienti inesistente e problematica, perché non  organizzare al Macrolotto 1 e 2 il puttan-tour,  come ad Amsterdam?
Che scenario sconfortante, che futuro piccolo ci aspetta con questi amministratori, con la loro politica nana.

Maila Ermini  
(Articolo pubblicato venerdì 1 luglio su "Metropoli")

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