venerdì 1 luglio 2011

La via di Gonfienti è sbarrata

Mi rallegro della notizia relativa alla Via etrusca del Ferro, alle cui iniziative abbiamo collaborato con la rappresentazione del dramma Laris Pulenas.
Tuttavia, io non mi dichiaro per nulla soddisfatta: sia sul fronte di Gonfienti, il sito degli scavi archeologici ancora lontani da venire; sia da un punto di vista più personale, dato che Laris Pulenas è stato boicottato (se si esclude l’appuntamento di Prato del 21 giugno scorso), proprio per la battaglia per Gonfienti.
Il danno è quindi doppio.
La Fondazione Toscana Spettacolo ha fatto finta che il dramma etrusco non esistesse, preferendo letture o mise-en-espace per le Notti dell’Archeologia, proprio per sostenere chi invece noi contestiamo.
Dunque, bene per altri, ma dal nostro punto di vista è ancora tutto da iniziare.
Se la Soprintendenza Fiorentina dice di sì alla Via del Ferro, non dice lo stesso per l’area archeologica pratese, così come tacciono le altre autorità.
Tutto rimane immutato, anzi peggio; perché i comitati che ci appoggiavano nel 2008 non ci sono più, preferiscono stare a “Pratopartecipa”, insieme alle autorità nicchianti  e soddisfatte del colpaccio, a farsi lodare da Oxford. (Sic!)

m.e.


"La Soprintendenza pronta a collaborare sulla “Via del ferro”  
 PRATO. Una nuova era sul fronte degli etruschi. E’ quella inaugurata ieri mattina tra l’associazione “La via etrusca del ferro” e la soprintendente ai beni culturali della Toscana Maria Rosaria Barbera. Sono gli effetti più immediati del successo dell’“Etruscan Trail”, la spedizione con la quale l’associazione pratese ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza dell’antica via tra Gonfienti e Marzabotto. Obiettivo raggiunto.
 «Ho dato alla soprintendente Barbera tutta la disponibilità e la collaborazione della nostra associazione» spiega Gianfranco Bracci, direttore de “La via etrusca del ferro”. Questa è la prima tappa di un successo chiamato “Etruscan Trail”. «Ancora, certo, non c’è niente di stabilito - continua Bracci - ma la possibilità di un colloquio trasparente e collaborativo con la soprintendenza è più di quanto speravamo solo quindici giorni fa». La soprintendente toscana ai beni culturali si dichiarata comunque molto interessata a studiare la documentazione sulla via etrusca del ferro fornita dai pratesi col pallino dell’archeologia. Se poi la soprintenza passerà anche ai fatti, staremo a vedere. Le vere novità vengono invece dall’altro fronte dell’Appennino toscano, da Marzabotto e dal soprintendente emiliano Maria Filippo Gambari. Quando nella tarda mattinata di domenica scorsa i ventuni camminatori dell’“Etruscan Trail” giunsero a Marzabotto vennero accolti proprio da Gambari, entusiasta del progetto e della spedizione, di cui “Il Tirreno” è stato tra l’altro media partner e sostenitore della prima ora. Un entusiasmo che sembra indirizzato ad un impegno ben preciso. «Quella della soprintendenza emiliana è un’apertura totale - conferma Bracci - e hanno intenzione di fare degli studi sulla via che una volta collegava Gonfienti con Marzabotto». “La via etrusca del ferro” però non si ferma qui. C’è un’altra missione da compiere. Trovare sponsor e quindi finanziamenti per i rilievi fotogrammetrici dell’Appennino compreso tra Gonfienti e la gemella Marzabotto. «Se questi rilievi confermassero l’estensione dell’antica via del ferro - s’illumina Bracci - allora a Marzabotto potrebbero anche partire gli scavi». Per la storia degli Etruschi e anche per il turismo ecosostenibile. (Alessandro Pattume, Il Tirreno)".









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