sabato 8 settembre 2012

Cultura: la ricetta manifatturiera del PD

Dopo un lungo silenzio, ecco che il PD parla e scrive sulla cultura a Prato, sui disastrosi e costosi eventi 'pseudoculturali' di queste tristi giornate, dove di tutto viene voglia che di andare in centro.

Così, il signor Formichella, responsabile del PD, che mai una volta abbiamo visto nel nostro teatro perché dissidente (il teatro), ci dà la sua ricetta per cucinare la cultura e, fra alcuni ingredienti giusti e per me condivisibili,  incredibile a dirsi,  consiglia quello della 'cultura del manifatturiero'.

Cosa intende l'assessore alla cultura di Poggio a Caiano? Vuol dire una cultura al servizio del tessile? Ma cos'è mai? Quella cultura mitologica per cui abbiamo come assessore alla cultura del nulla o dell'immagine sua il signor Nesi?

Intanto, vedete, tanto per fare un esempio, tutti tacciono su Gonfienti.

Con qualche spicciolo per quella insulsaggine di Visionaria o Palla Grossa avrebbero potuto mettere un cartello, che ne so, da qualche parte. Quanto costa un cartello con su scritto: 'scavi di Gonfienti'?

Mettere un solo cartello del genere, ecco cosa sarebbe stato 'culturale' sul serio: un cartello che né Cenni con la corte dei giostrai né Formichella con le sue lane cardate avrebbero le palle grosse da mettere.



(Da IL Tirreno) NON SARANNO I “CIRCENSES” A SALVARCI
Al tradizionale corteggio storico questo anno si sono aggiunti una giornata visionaria, una festa medievale e un torneo di palla in costume. Tutto per una spesa che si aggira intorno a qualche centinaio di migliaia di euro. Roba divertente , anche suggestiva, ma cui prodest ? In altre parole è giusto che per rincorrere il bagno di folla si siano spesi oltre centomila euro ? C'è in queste ostentazioni muscolari una vera utilità per il futuro della città ? Ha un fondamento reale che tutto questo possa rappresentare il motore del rilancio di Prato o stanno provando a darci da bere che i Circenses ( perchè di questo si tratta e non di cultura ) sono in grado di far convergere su Prato nuove attenzioni dall'esterno, in particolare di facoltosi turisti che incantati da tanta meraviglia striscerebbero chilometri di carta di credito nei nostri negozi ? Tempo fa un autorevole quotidiano nazionale titolava che senza cultura non ci sarà sviluppo, noi condividiamo in pieno ma ci interroghiamo anche su quali siano i migliori investimenti per attuare tale missione e quali aspetti della cultura siano funzionali a questo scopo. Molto di più per noi significa una cultura che sia in grado di stimolare creatività per l'industria manifatturiera tessile e anche per quella che ancora non c'è ma che solo dando fiducia alle giovani generazioni può concretizzarsi. Molto di più significa investire in formazione e innovazione e coinvolgere i professionisti pubblici e privati di questa città a pensare una città nuova, europea, al passo con i tempi. Molto di meno significa che l'età dell'oro è finita e che con le centinaia di migliaia di euro spese in "eventi" avrei investito in utili scommesse per la città. La sensazione che riceviamo da queste ultime trovate del sindaco Cenni è che ci abbia preso per i passeggeri del Titanic dove si chiede all'orchestra di suonare fino all'affondamento di una delle più operose e entusiasmanti città industriali italiane. Angelo Formichella responsabile cultura Pd

3 commenti:

Simone ha detto...

Continuiamo a parlare del Tessile e della"cultura del Tessile" ( cos'è di preciso? ) , andiamo pure avanti con questi discorsi. Continuiamo pure a guardare al passato anche di fronte all'evidenza, neghiamo a priori la possibilità che Prato si rilanci attraverso ALTRI canali ( scoperte archeologiche straordinarie, riqualificazione capillare della città e delle aree urbane, turismo..) Complimenti , che lungimiranza.

giovanna ha detto...

certo che Prato deve aprirsi di più alla riqualificazione e alla valorizzazione di altri cabali di sviluppo; certo che c'è bisogno di Giunte che non si ripieghino sulla "cultura del tessile" e sulla "pratesità" sbandierata e messa in mezzo a qualsiasi cosa.Però se fossi pratese (non lo sono ma ci lavoro e conosco il contesto) non disprezzerei il tessile e non lo escluderei dal rinnovamento a priori

Simone ha detto...

Cara signora, nessuno disprezza il Tessile. Purtroppo però girano in città troppe persone che lo santificano e lo vedono come la panacea di tutti i mali, questo è il grave problema. Prato NON è più quella degli anni '50 e '60, l'Italia, il mondo non sono più quelli, e se non ci si rinnova e non ci si fanno venire idee per valorizzare le tante bellissime risorse che Prato possiede - e che NON sono il Tessile - si resta indietro, si sparisce. Questa è la questione!

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