venerdì 8 febbraio 2013

Nuovo ospedale, come parte male

Non sono mai intervenuta sulla vicenda del nuovo ospedale a Prato, e in realtà in Toscana ce ne sono ben  quattro uguali, come stampini sul territorio (Pistoia, Lucca, Massa, Prato), che nascono già insufficienti e pieni di debiti.

Senza poi parlare  dei problemi connessi alla dismissione dei vecchi, di cui, come si legge nell'articolo sotto, non si può fare tabula rasa, perché con i locali che rimarranno vuoti, ci si deve guadagnare per ripianare i debiti che sono stati contratti per costruirli con il famigerato project financing. Così appare poco probabile una nascita di un parco nel centro di Prato al suo posto, come sarà difficile altrove.

Nell'articolo si dice che il nuovo ospedale sarà carente della radioterapia, per cui ci si dovrebbe appoggiare a Villa Fiorita.
Che disastro. Ci vorrebbe una bella inchiesta giornalistica su quanto stanno facendo sulla nostra pelle. Intanto, da parte nostra, facciamo il possibile per non ammalarci, questo deve essere il primo imperativo categorico.

 http://www.regione.toscana.it/-/progetto-regionale-i-nuovi-ospedali-

Mondanelli lancia l’allarme su Radioterapia
«Serve un altro acceleratore per Villa Fiorita». Carlesi: «No alle speculazioni sul vecchio ospedale»
 
PRATO Dopo l’accordo quasi raggiunto con la Regione sulla realizzazione di una palazzina che possa ospitare il Polo oncologico accanto al nuovo ospedale, l’assessore comunale alla Salute, Dante Mondanelli, solleva il caso Radioterapia chiedendo l’acquisto di un secondo acceleratore lineare per Villa Fiorita. «Nel nuovo ospedale non ci sarà un bunker per la radioterapia – afferma Mondanelli – ciò significa che dovremo fare riferimento unicamente alla casa di cura Villa Fiorita che dispone di due bunker, ma di un solo acceleratore, ovvero l’apparecchiatura che consente di eseguire questo tipo di trattamenti». Per Prato il rischio è quello di rimanere senza una tecnologia adeguata per la radioterapia e di dover mandare i pazienti a curarsi fuori Provincia. «L’accordo di convenzione tra azienda sanitaria locale e la casa di cura scadrà nell’aprile del 2021 – spiega l’assessore – ma l’apparecchio sarà obsoleto, sia come funzionalità che come tecnologia, già dal 2018 (sono 10 gli anni di funzionalità garantita). Se non si prevede da adesso un avvicendamento tecnologico con la sostituzione di un acceleratore di nuova generazione, cosa succederà allo scadere del contratto con la casa di cura? Tenendo presente che dalla presentazione del progetto, che necessariamente deve passare dalla Regione, alla realizzazione pratica con l’istallazione e la messa in funzione della macchina, passano generalmente tre o quattro anni. Per questo chiediamo che ci sia una secondo acceleratore a Villa fiorita». La questione è emersa ieri pomeriggio nel corso di un seduta di consiglio comunale, nell’ambito della quale si è tenuto un dibattito sulla sanità. Uno dei nodi ancora da sciogliere resta la destinazione d’uso delle palazzine che attualmente ospitano il “Misericordia e Dolce”. Su questo tema è intervenuto anche il capogruppo del Pd Massimo Carlesi ribadendo che «l’area del vecchio ospedale non deve essere oggetto di speculazione». «Ma le possibilità di trasformare quell’area in un parco sono zero perché la Regione deve riprenderci i soldi» fa notare dal canto suo l’assessore Mondanelli, il quale si è espresso anche sulla recente approvazione della delibera riguardante il riordino del sistema sanitario regionale. «Vogliamo che la centrale del 118 di area vasta sia fatta a Prato - dice – su questo siamo irremovibili». (ba.bu., Il Tirreno di oggi, cronaca di Prato)

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