"LA PASIONARIA CHE HA DATO IL CUORE ALLA SCENA E ALL'IMPEGNO CIVILE" - LA MISSIONE DI UN
ARTISTA
Quello che noi facciamo
è al servizio della comunità perché la cultura è un bene di tutti . Ciò che manca sono i
contributi
di Maria Lardara (Il Tirreno)
PRATO Quando i bambini la vedono e ci passano
accanto rimangono incantati, credendola la casa di Biancaneve. Tutta in legno,
con il tetto spiovente e quella forma così curiosa che la fanno quasi uscita da
un libro di favole per bambini. In fondo, il teatro è fatto un po’ di questi
ingredienti: illusione, finzione e vita. Il teatro in questione è “La Baracca”
di Maila Ermini, l’anima di questo spazio teatrale nato nel 1993, un fiore
all’occhiello della periferia di Prato al confine con Pistoia. Siamo in via
Virginia Frosini, il casello autostradale è a due passi così come il centro
commerciale del “Parco Prato”. Una domanda sorge spontanea, ovvero cosa ci
faccia un teatro a Casale, un borgo a misura d’uomo che ruota intorno alla
periferia e al circolo Arci. Per avere la risposta bisogna spostare l’orologio
della storia. Buon Compleanno La Baracca. Dalle ceneri di una vecchia rimessa
contadina, una “baracca” appunto, nel 1993 le mani di Loris Ermini, il babbo di
Maila di professione muratore, riuscirono a tirare su un piccolo teatro, utilizzando
tutto materiale riciclato. Da una baracca di legno prendeva dignità un nuovo
luogo dove produrre cultura in una città da sempre caratterizzata dal “gigante”
del Metastasio. Quest’anno si festeggiano vent’anni con un cartellone di tutto
rispetto che ha visto nel dramma di “Cafiero Lucchesi” una perla di stagione.
Quando scelse il nome “La Baracca” Maila, autrice, regista, attrice, già
allieva di Oreste Macrì, aveva in testa una ragione più “aulica”. Dietro alla
storia del teatro di Casale c’è l’omaggio a García Lorca, di cui Maila ha
visitato la casa a Fuente Vaqueros in Andalusia, e l’idea della “Barraca”, il
teatrino mobile che Lorca portava nelle periferie. «All’inizio l’avvento del
teatro fu visto a Casale come un elemento di rottura rispetto agli equilibri di
un paese tranquillo - ricorda Ermini - E’ negli anni Novanta che si è aperta
una crepa tra il borgo antico e le persone che arrivavano da fuori. Gli
abitanti di Casale oggi frequentano il mio teatro, soprattutto quello per
ragazzi. Vengono anche molti residenti che si sono trasferiti da Firenze,
incuriositi da una realtà teatrale in mezzo alla periferia. Dove si sta bene,
dove ancora si va a fare la spesa nelle botteghe e non si sente la necessità di
andare al Parco Prato». L’etichetta di teatro civile, del teatro politico
secondo l’etimologia greca di “polis” , è cucita addosso a “La Baracca”. «Con i
nostri spettacoli a malapena riusciamo a rientrare nelle spese. Ma quello che
noi facciamo è al servizio della comunità perché la cultura deve essere al
servizio della comunità». Tutto questo ben sapendo che è tempo di vacche magre
e che i piccoli teatri, forse più dei grandi, tirano la cinghia per far
quadrare i conti. «Fino a quest’anno eravamo nel circuito di “Sipario aperto”,
quello che la Regione voleva smantellare nel 2011 e che intende ora eliminare.
Il contributo per “La Baracca” era di 4.500 euro, il prossimo anno chissà». Un
pubblico prezioso. Maila si è fatta un’idea ben precisa del pubblico che in
vent’anni di attività ha visto alzarsi il sipario della Baracca. «Un nostro
spettatore - dice - vale dieci, chi viene qui sceglie con convinzione il nostro
teatro». Che è fatto d’impegno civile, come dimostrano tanti temi trattati
negli spettacoli cui Maila è più affezionata, dal più recente “Cafiero
Lucchesi” che ha aperto la stagione 2012/2013 (la storia drammatica di un
operaio pratese, anarchico e comunista che finì per essere perseguitato dallo
stalinismo) al “Dramma intorno ai concubini di Prato” (2007) e “L'infanzia
negata dei Celestini” (2004) che tanto clamore suscitarono nell’opinione
pubblica per la delicatezza dei temi trattati. La paladina di Gonfienti. Ex
candidata a sindaco alle ultime amministrative per la lista civica “Per il bene
comune”, Maila è da sempre la “Pasionaria” di Gonfienti, la città etrusca sulle
rive del Bisenzio che giace ancora sotto terra e che l’artista ha fatto
rinascere sulla scena con “Laris Pulenas” che debuttò a Poggio Castiglioni nel
2008. L’anima dell’artista e quella della donna impegnata hanno sempre convissuto
tra loro. «Tra trent’anni nella mia Prato vorrei vedere realizzato un parco
archeologico intorno a Gonfienti. M’immagino una città più bella e sostenibile,
con più piste ciclabili e con una vivacità culturale derivante dall’esistenza
di tante piccole “La Baracca”».
Nel riquadro: "Non stop di poesia. La città sale sul palcoscenico"
"Calato il sipario sulla stagione della Baracca, ciò non significa che il teatro non faccia più attività in questo periodo. Anzi. Perché si tratta di un teatro che nel suo dna conserva l'omaggio a uno dei poeti più grandi della letteratura, Garcia Lorca, e quindi non può non strizzare l'occhio alla poesia. E così sarà il prossimo lunedì 29 aprile (ingresso libero) in programma alle 21, appunto, alla Baracca. Uno spettacolo fuori degli schemi, quello messo in cartelloni dal piccolo teatro di Maila Ermini, perché chiunque potrà salire sul palco e recitare la sua poesia preferia, un classico o uno scritto personale". (m.l).
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