lunedì 18 marzo 2013

La Maila


"LA PASIONARIA CHE HA DATO IL CUORE ALLA SCENA E ALL'IMPEGNO CIVILE"  - LA MISSIONE DI UN ARTISTA
Quello che noi facciamo è al servizio della comunità perché la cultura è un bene di tutti . Ciò che manca sono i contributi 
di Maria Lardara (Il Tirreno)
PRATO Quando i bambini la vedono e ci passano accanto rimangono incantati, credendola la casa di Biancaneve. Tutta in legno, con il tetto spiovente e quella forma così curiosa che la fanno quasi uscita da un libro di favole per bambini. In fondo, il teatro è fatto un po’ di questi ingredienti: illusione, finzione e vita. Il teatro in questione è “La Baracca” di Maila Ermini, l’anima di questo spazio teatrale nato nel 1993, un fiore all’occhiello della periferia di Prato al confine con Pistoia. Siamo in via Virginia Frosini, il casello autostradale è a due passi così come il centro commerciale del “Parco Prato”. Una domanda sorge spontanea, ovvero cosa ci faccia un teatro a Casale, un borgo a misura d’uomo che ruota intorno alla periferia e al circolo Arci. Per avere la risposta bisogna spostare l’orologio della storia. Buon Compleanno La Baracca. Dalle ceneri di una vecchia rimessa contadina, una “baracca” appunto, nel 1993 le mani di Loris Ermini, il babbo di Maila di professione muratore, riuscirono a tirare su un piccolo teatro, utilizzando tutto materiale riciclato. Da una baracca di legno prendeva dignità un nuovo luogo dove produrre cultura in una città da sempre caratterizzata dal “gigante” del Metastasio. Quest’anno si festeggiano vent’anni con un cartellone di tutto rispetto che ha visto nel dramma di “Cafiero Lucchesi” una perla di stagione. Quando scelse il nome “La Baracca” Maila, autrice, regista, attrice, già allieva di Oreste Macrì, aveva in testa una ragione più “aulica”. Dietro alla storia del teatro di Casale c’è l’omaggio a García Lorca, di cui Maila ha visitato la casa a Fuente Vaqueros in Andalusia, e l’idea della “Barraca”, il teatrino mobile che Lorca portava nelle periferie. «All’inizio l’avvento del teatro fu visto a Casale come un elemento di rottura rispetto agli equilibri di un paese tranquillo - ricorda Ermini - E’ negli anni Novanta che si è aperta una crepa tra il borgo antico e le persone che arrivavano da fuori. Gli abitanti di Casale oggi frequentano il mio teatro, soprattutto quello per ragazzi. Vengono anche molti residenti che si sono trasferiti da Firenze, incuriositi da una realtà teatrale in mezzo alla periferia. Dove si sta bene, dove ancora si va a fare la spesa nelle botteghe e non si sente la necessità di andare al Parco Prato». L’etichetta di teatro civile, del teatro politico secondo l’etimologia greca di “polis” , è cucita addosso a “La Baracca”. «Con i nostri spettacoli a malapena riusciamo a rientrare nelle spese. Ma quello che noi facciamo è al servizio della comunità perché la cultura deve essere al servizio della comunità». Tutto questo ben sapendo che è tempo di vacche magre e che i piccoli teatri, forse più dei grandi, tirano la cinghia per far quadrare i conti. «Fino a quest’anno eravamo nel circuito di “Sipario aperto”, quello che la Regione voleva smantellare nel 2011 e che intende ora eliminare. Il contributo per “La Baracca” era di 4.500 euro, il prossimo anno chissà». Un pubblico prezioso. Maila si è fatta un’idea ben precisa del pubblico che in vent’anni di attività ha visto alzarsi il sipario della Baracca. «Un nostro spettatore - dice - vale dieci, chi viene qui sceglie con convinzione il nostro teatro». Che è fatto d’impegno civile, come dimostrano tanti temi trattati negli spettacoli cui Maila è più affezionata, dal più recente “Cafiero Lucchesi” che ha aperto la stagione 2012/2013 (la storia drammatica di un operaio pratese, anarchico e comunista che finì per essere perseguitato dallo stalinismo) al “Dramma intorno ai concubini di Prato” (2007) e “L'infanzia negata dei Celestini” (2004) che tanto clamore suscitarono nell’opinione pubblica per la delicatezza dei temi trattati. La paladina di Gonfienti. Ex candidata a sindaco alle ultime amministrative per la lista civica “Per il bene comune”, Maila è da sempre la “Pasionaria” di Gonfienti, la città etrusca sulle rive del Bisenzio che giace ancora sotto terra e che l’artista ha fatto rinascere sulla scena con “Laris Pulenas” che debuttò a Poggio Castiglioni nel 2008. L’anima dell’artista e quella della donna impegnata hanno sempre convissuto tra loro. «Tra trent’anni nella mia Prato vorrei vedere realizzato un parco archeologico intorno a Gonfienti. M’immagino una città più bella e sostenibile, con più piste ciclabili e con una vivacità culturale derivante dall’esistenza di tante piccole “La Baracca”».

Nel riquadro: "Non stop di poesia. La città sale sul palcoscenico"
"Calato il sipario sulla stagione della Baracca, ciò non significa che il teatro non faccia più attività in questo periodo. Anzi. Perché si tratta di un teatro che nel suo dna conserva l'omaggio a uno dei poeti più grandi della letteratura, Garcia Lorca, e quindi non può non strizzare l'occhio alla poesia. E così sarà il prossimo lunedì 29 aprile (ingresso libero) in programma alle 21, appunto, alla Baracca. Uno spettacolo fuori degli schemi, quello messo in cartelloni dal piccolo teatro di Maila Ermini, perché chiunque potrà salire sul palco e recitare la sua poesia preferia, un classico o uno scritto personale". (m.l).

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