E' naturalmente presto per dirlo, ma il dubbio si insinua.
Che questo Francesco Papa sia un papa di facciata, ma non per questo debole, anzi un papa durissimo mi appare, un papa per i poveri e di gesti insoliti che serva alla Chiesa di Roma per riprendere quota e credibilità, ma che poi alla fine, nella sostanza, poco cambi in Vaticano.
Soprattutto poco cambi dei rapporti fra Italia e Vaticano, sulle ingerenze di quest'ultimo sulla prima, i privilegi concessi, di cui il non pagamento dell'IMU è solo un piccolo pezzetto dell'iceberg, e le oppressioni-pressioni varie sulla politica italiana, e non solo.
Vedremo.
Comunque, rimarco quello che a suo tempo ho notato; è grazie alla Chiesa di Roma che la lingua italiana oggi è lingua internazionale, non per meriti dello Stato Italiano, perché, come ha ricordato Papa Francesco agli ambasciatori, l'italiano è la lingua di Pietro.
Questo è un messaggio chiaro e forte in direzione dell'Europa, ma anche agli Stati Uniti, alla loro oppressione culturale, morale, economica, e quindi linguistica.
Ecco l'Impero Romano che continua; barcolla da molti secoli, ma ora vuol risorgere: lo si vede ogni volta quando un papa si insedia; ma questa volta è stato chiarissimo: dopo lo sprofondo con Ratzinger, la risalita, la rinascita. Ecco, l'Impero Romano universale comandato da Pietro con le sue cerimonie, i suoi costumi, i regnanti che si inchinano, le donne subalterne.
Ora Papa Francesco va dai poveri, e ci stupisce, ci rallegra, ci commuove: ma non deve più prendere l'aereo: i poveri ce li ha sul tetto, sul cupolone michelangiolesco, che minacciano di buttarsi giù.
Nessun commento:
Posta un commento