Ripeto quello che ho già detto e ridetto: queste elezioni sono veramente 'tristi', senza nessuna emozione particolare.
I soliti riti, con qualche brutalità di più, anche grazie ai media sociali.
Non solo si prevede, ma anche si sente l'aria dell'astensionismo.
Una democrazia stanca, inconcludente, vuota e vanitosa, che ci dovrebbe rappresentare: ma questi personaggi che si mostrano in lista non ci rappresentano.
Pur vicini, non ci conoscono né ci vogliono conoscere.
Anzi, ci vorrebbero piuttosto cancellare. Se va bene, insultano, deridono. L'insulto e la derisione è diventato ormai il sistema più frequentato in questa politica dal guscio vuoto, attraverso cui si attua una guerra sorda, senza morti sul campo, ma effettiva.
Lontana è la Pasqua della politica.
Invece più vicina a noi è la storia dell'Isola di Pasqua, anche se ha avuto luogo un millennio fa.
Brevemente la riassumo.
Le famose teste di pietre dell'isola che i potenti si sfidarono a costruire sempre più alte per dimostrare il loro potere, furono anche causa della loro fine.
Talmente fu la sfida che i contendenti cercavano di innalzarle sempre più alte con ogni mezzo, finché finirono per distruggersele vicendevolmente.
Il legno, che era stato il loro sistema tecnologico più avanzato per innalzarle e di cui l'isola di Pasqua era ricca, in questa gara e lotta fu consumato tutto, tanto che gli isolani nemmeno poterono costruire le navi per fuggire.
Fu così che, non essendoci più flora anche la fauna disertò la loro terra, e gli abitanti non ebbero più da mangiare e diventarono antropofagi, fino a annientarsi.
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