Dico subito che è mancata la comunicazione necessaria da parte di chi l'ha organizzata, non è passata notizia sui giornali, che non hanno ritenuto importante pubblicare l'iniziativa - il che è abbastanza grave -, e che quindi l'assemblea avrebbe potuto essere un po' più affollata; tuttavia credo sia stato un momento significativo di democrazia e di partecipazione. E, come ha detto qualcuno, emotivamente intenso.
Più che parlare, l'assessore Mangani ha voluto rispondere alle domande, o comunque ascoltare chi aveva 'qualcosa' da dire.
Si è parlato di decentramento, di valorizzare i piccoli centri in modo che abbiano la loro dignità socio-culturale; io ho proposto di ampliare l'offerta del piano colore non solo al centro e a Figline, ma anche ad altri borghi che hanno mantenuto in parte la loro caratteristica urbana antica.
Si è parlato anche molto di teatro, visto che eravamo in un piccolo teatro, delle ingiustizie che sono state praticate dalla Regione (ho saputo che anche altri si lamenta del massacro delle Residenze eccetera), che non ci permettono per esempio di offrire lavoro. E su questo una ragazza ha detto chiaramente come stanno le cose, che è difficile trovare lavoro negli enti, e che invece l'ha trovato da noi, anche se saltuariamente.
Si è detto il rapporto difficile con questi enti culturali, incluso musei, l'atteggiamento di altezzosità, chiusura, l'autoreferenzialità; manca un rapporto con la città che sia di qualche significato.
Si è parlato di cultura dal basso, - "meno intrattenimento più pensamento" - contro il sistema omologante della cultura; sembra che l'assessore sia favorevole a una rete di teatri, per esempio, e non al 'sistema'.
C'è molta richiesta di spazi; poca attenzione e rispetto ai (pochi) professionisti della cultura in città (si veda il Metastasio, che non compie il suo compito di valorizzazione al riguardo, preoccupato soprattutto dei numeri degli abbonamenti eccetera).
E' stato chiesto insomma un cambiamento a questo stato di cose, che è asfissiante, che non ci faccia sentire artisti di serie B. E meno male che non sono stata io sola a dirlo!
(Come è possibile che tutti questi direttori che si occupano di teatro non vengano mai a vedere quello che facciamo al Teatro La Baracca, sempre con l'intento di non farci esistere?).
Qualcuno ha proposto un modo diverso di visitare la città: ed è quello che noi faremo con "Lo spettacolo della città" nella prossima primavera, in un modo del tutto originale.
Abbiamo parlato dello scandalo cittadino e nazionale di Gonfienti, del museo che davvero non c'è e io dico che non ci sarà, e della cosa che vado chiedendo da anni, come una stupida canzone ormai, che è quella di un cartello che indichi dov'è la Città Etrusca di Gonfienti, che dica che 'era qui'. Un piccolo gesto che può dire tanto. Ora la gente non ride più, condivide e sostiene, ma qualche anno fa, ricordo benissimo chi mi rideva in faccia o diceva che 'non c'erano i soldi'! Chissà se ce la faremo, verso questo piccolissimo passo, visto che tutto il resto non va?
Personalmente sono rimasta imbarazzata e però contenta dalle dichiarazioni di stima di alcuni presenti nei confronti del mio lavoro e del teatro che si fa alla Baracca.
Sembra che si vada verso la creazione di altre 'baracche' in città, che i giovani chiedano spazi (Officina Giovani non può bastare certo): e allora finalmente saranno messi a tacere quei signori e signore che mi hanno dileggiato e umiliato per aver costruito un 'teatrino' a Casale!, or sono 23 anni fa.
Infine è mancata la presenza dei consiglieri della Commissione Cultura (a parte l'Alberti che la organizzava), una mancanza assolutamente ingiustificata e inspiegabile, che nessun racconto fatto da altri potrà colmare.