Nel film di Ettore Scola La terrazza il produttore cinematografico interpretato da Tognazzi rivolge questa domanda al regista, interpretato da Trintignant: "Ma fa ridere?". Il regista reagisce violentemente alla domanda, che dice, ha rovinato la sua carriera.
Ecco, anche a me rivolgono spesso questa domanda quando si tratta del mio teatro.
"Ma fa ridere?"
I teatri spesso, e quindi anche La Baracca, si riempiono solo quando si fa ridere. E non da oggi, evidentemente. Ma in questi tempi foschi e privi di grandi speranze la tendenza è diventata più marcata.
Per questo il teatro, e anche il cinema s'intende e ancor di più, è diventato così asfittico e conformista. Con questo giudizio non intendo affatto sminuire la commedia, che io adoro e pratico con molto piacere.
D'altronde praticare l'arte e l'intellettualità senza essere inseriti in un 'sistema protetto' è quasi impossibile. Senza scomodare l'ostilità della politica, per cui l'arte è finanziata e protetta e quindi vivi solo se sei strumentale, basti considerare l'invidia che un teatro indipendente come La Baracca può scatenare. E quindi l'isolamento è sempre in agguato dietro l'angolo.
Se non proponi opere 'piacione', sei nei guai.
Potremmo ovviare il problema appunto presentando solo commedie o compagnie amatoriali, che di solito fanno registrare il pienone e alto gradimento, ma per quanto e come ci è ancora possibile, cerchiamo di non seguire questa implacabile tendenza e di offrire anche opere che non facciano necessariamente ridere ma, come si diceva una volta a scuola, riflettere.
Come appunto stasera con "Blocco nero". Chi verrà, spero, porterà a casa belle emozioni.
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