Sabato 25 febbraio ore
21 al
TEATRO LA BARACCA
La Bottega delle Maschere presenta
LE RAGAZZE DELLA FABBRICHINA
Adattamento e regia Maura Salvi - Tratto dal racconto
pubblicato nel libro “La bambina con la farfalla sulla testa” di Dunia
Sardi - Editore Attucci
Con Maura Salvi ed Elena
Cianchi Riprese video
Francesca Lenzi
Il testo presenta uno
spaccato di vita della popolazione aglianese dopo la seconda guerra mondiale,
visto attraverso l’esperienza di alcune ragazze che nell’immediato dopoguerra
iniziano a lavorare in una fabbrica. L’evento segna una svolta economica ed evolutiva,l'apertura al mondo del lavoro fuori dalle mura domestiche
soprattutto per le donne.
Un periodo difficile ma gioioso di una realtà locale molto simile
a quella di tante altre città o paesi italiani, ma è storia vera, specchio di
un periodo pieno di solidarietà e speranze, di doveri e responsabilità, di
lavoratori-studenti.
Lo spettacolo aveva
debuttato nel 2008, ha vinto un premio alla regia nel 2011 e viene riproposto
in un adattamento a due voci, inserito nel progetto “Quando battevano i telai”, che prevede anche spettacoli nelle
fabbriche. E’ “aperto” a confronti, speranze per il futuro, accompagnate da
un’armonia del nostro passato: il suono dei telai!
In scena due donne di
epoche diverse, che raccontano all’unisono la storia della fabbrica, guardano
al passato mirando al futuro, consapevoli di come tutto sia mutabile: il confronto è sul mondo giovanile di allora con il momento
attuale, dove non solo non ci sono più le fabbriche, ma il lavoro sembra
appartenere a un mondo scomparso e i giovani vivono nell'incertezza e nella
paura del domani, come se combattessero una guerra che ha però un nemico
invisibile.
La messa in scena, oltre
al confronto con l’autrice, prende corpo anche attraverso le interviste fatte
alle ex operaie della "fabbrichina": ancora oggi raccontano il lavoro con gioia e ne parlano con il volto illuminato da una luce che non vediamo più
brillare sul volto di molti giovani che, purtroppo, non hanno nulla da evocare
nei confronti del lavoro, poiché non l’hanno vissuto!
L’idea di dare un tributo
all’indotto del tessile, non nasce per guardare indietro con retorica o
nostalgia, vuole accentuare il valore di quegli anni, è un elogio a tutti quelli che si sono impegnati per costruire un
futuro nuovo e a quelli che oggi tenacemente resistono!
Vuole non dimenticare tutte le fabbriche, i magazzini, gli stanzoni e tutti coloro che
hanno fatto crescere l’indotto del tessile: imprenditori, artigiani, operai,
terzisti.
Il suono del telaio, un
sottofondo musicale che ha accompagnato varie generazioni, che gioia sentirli
battere, se la musica si fermava c’era da preoccuparsi: e ora che si fa?
Un suono rassicurante ma
scomparso, forse anche a causa delle evoluzioni elettroniche, che li hanno
sicuramente resi più efficienti e meno rumorosi, ma anche una forte crisi, un
mutamento economico e sociale che ha caratterizzato l’ultimo ventennio.
Non dimenticare ciò che è
stato per me significa attingere nuove forze per andare avanti, consapevoli che
se quelle ragazze ce l’hanno fatta a risollevarsi dal dolore, dalla fame, dalla
miseria, perché non dobbiamo farcela noi!
Il teatro è denuncia, riflessione, incontro e confronto diretto
con la gente: uno spettacolo non può dare risposte ma apre sicuramente a nuove
domande. Con questo auspicio vi
aspettiamo al Teatro La Baracca, uno dei pochi luoghi rimasti “laboratorio artigiano di cultura”! Un posto dove
si lavora e produce molto per creare occasioni di arricchimento e
confronto su temi di attualità, storici e poetici! (Maura Salvi)
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