La storica Pasticceria Betti se ne va dal centro storico di Prato. "L'affitto è troppo alto, e in questa via non ci passa più nessuno... Il centro non è più commercialmente fruibile, siamo in mezzo al nulla...".
Il nulla è via del Serraglio. Un tempo una delle vie più vivaci di Prato; ora, la morte civile.
La pasticceria si trasferisce a...Bagnolo, a Montemurlo.
Certo, le cose cambiano, il mondo muta, ma a Prato, molto in peggio.
Il centro storico sembra ormai l'ombra di sé stesso, e il vuoto e lo smarrimento la fanno da padrone. Quanti negozi hanno chiuso! Pezzi di attività e memoria cadono senza che nulla si costruisca per il presente o il futuro.
La classe politica non riesce ad arginare il disastro, anche perché troppo affannata a salvare sé stessa o utilizzata come mezzo per sopravvivere e fare un minimo di carriera.
La classe politica non riesce ad arginare il disastro, anche perché troppo affannata a salvare sé stessa o utilizzata come mezzo per sopravvivere e fare un minimo di carriera.
Dentro le sue mura Prato appare una città vuota e sciatta; basta vedere gli hotel del centro di Prato, come sono ridotti, danno la misura del 'turismo' in città!
Sono presenti solo una miriade di localini 'mangia e bevi' (in piedi e in mezzo al sudicio della strada), che assediano quattro vie del centro il venerdì e sabato sera, punto. In realtà il centro è luogo passivo, non più nemmeno commerciale. Men che meno produttivo-artigianale!
Al momento la fuga dal centro di Prato sembra non arrestarsi, e tanti anche dei vecchi residenti.
La vogliono far passare come città dell'arte contemporanea, del Museo Pecci; ma qui di contemporaneo si osserva soprattutto la fuga dei residenti e delle attività commerciali.
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