giovedì 30 novembre 2017

La Favola del Parco della Piana come Intelligenza Naturale

Questo video è ridicolo.
Presuppone che 'presto' si potrà andare da Prato a Firenze in bicicletta.
Nulla di più lontano, al momento.

Addirittura si definisce il Parco della Piana, che NON esiste, 'Intelligenza naturale'.
Ma cosa vuole dire? Che contempla la 'verità'?

Piuttosto, se si contempla qualcosa, è il cemento, il traffico, ampliamenti di aeroporto, interporto, terza corsia dell'autostrada eccetera. Intelligenza naturale cosa quando a Firenze si vogliono abbattere 8000 alberi...O non sarà mica collegato alla Tramvia?

L'assurdo però è questo: che a forza di vedere video e proiezioni e 'slides' di progetti, si pensa che queste 'cose' già esistano nella realtà. Insomma, si arriva a pensare che tutto quanto viene illustrato sia già realizzato e sul punto di.

Con la scienza informatica l'inganno della politica diventa doppio.


si

mercoledì 29 novembre 2017

Premio alla drammaturgia

Ecco, dopo tanti schiaffi, una carezza.

Il Fondo Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici mi assegna il premio annuale per la mia attività drammaturgica.

Felice.

martedì 28 novembre 2017

Prato Festival 2017

Entro brevemente in merito al Prato Festival 2017 organizzato dal Comune di Prato.
Il teatro, incluso quello del teatro-ragazzi, è praticamente gestito dal Metastasio. A parte uno spettacolo del Politeama.
Incontri, musei e simili dal e per il Pecci o il Pretorio o giù di lì.
La musica, a parte qualche eccezione, da Scuola di Musica Verdi, Filarmoniche locali eccetera.

Dunque è l'ENTIZZAZIONE della cultura! Di cosa vogliamo parlare? Di rottamazione? 
Ma mi faccia il piacere!

E questo perché?
1. Perché non ci sono soldi. Tutti spesi per il Settembre Pratese. E quindi niente bando pubblico, che avrebbe permesso anche ad altri artisti di entrare, come è accaduto nel passato.
2. Per aumentare i numeri di ingresso degli enti culturali. E degli spettacoli del Metastasio, e non di altri gruppi. Quindi un aiuto. Più borderò, più ingressi, eccetera. Valgono, anche burocraticamente.
3. Considerazioni di opportunità politica. 

Avevamo presentato lo spettacolo del Datini (Nel nome di Dio e del quattrino) all'assessorato, che non ci ha nemmeno risposto.
Lo spettacolo su Francesco di Marco Datini, di cui si possono leggere su questo blog anche le recensioni.
Niente. Nemmeno una rispostuccia. Dire, che ne so, che quest'anno non ci sono soldi, che magari ci sono altri progetti e che forse si vedrà. Favolette così, nemmeno quelle riescono più a raccontare.

Al Metastasio non abbiamo presentato niente. Con lo spettacolo su Federico II ci abbiamo provato, ma il signor D'Ippolito preferisce altro e altri, a lui più congeniali.
L'assessore Mangani non perora le cause degli artisti del territorio, ci mancherebbe!...Per nessuno? E' proprio così?

Insomma, quest'anno siamo fuori noi, ma sono dentro le persone giuste.

Or come faremo? Le bricioline non arrivano e quindi dobbiamo andare altrove, e spostare i nostri spettacoli alla Baracca. Prorogarli...

Da qui in poi, invece del buon Natale o altro, quando gli emissari di partito verranno nel 'teatro di campagna' per capire cosa succede,  o per cercare un 'dialogo', li manderemo, verbigrazia, a cacare, come il potere locale fa con noi.

Intanto, metto la locandina di La Barzelletta vien dalla campagna (Buona questa!),  che presentiamo prossimamente da noi e che conclude la 'trilogia sull'italiano'; ci sarà anche un angolino di barzellette originali sui politici da voi più amati, anche localmente. Satiretta dal vivo.

Due recensioni (Su Le Maschie e il Bignamino delle donne)

Sono stata incerta se pubblicare queste recensioni, per pudore. Ma poi, pensando che non fosse giusto nemmeno tener chiuso in un cassetto chi mi aveva dedicato del tempo per commentare i miei lavori teatrali, che sono pubblici, ho pensato di superare il disagio.
Se penso che c'è gente che le recensioni se le fa scrivere, tutta una razza di ruffiani e raccomandati che pagherebbero oro quello che invece è venuto liberamente! Mi dispiace per gli invidiosi; anzi, non mi dispiace per niente; tant'è.
Ieri sera sono andata a confrontarmi con mio padre, che in questi giorni vive momenti di buona lucidità. Gli ho chiesto un consiglio, come facevo sempre quando lui era in perfetta forma. -Che faresti, babbo? Penseranno che sono un'illusa. Un'attrice. - Lui mi ha guardato, ha sorriso. Poi ha guardato verso la finestra, ha masticato un po' e infine ha detto, testuali parole: - Non ti vergognare, tanto anche se non pubblichi, non gli vai bene lo stesso. -
La prima è una lettera di uno spettatore che commenta Il bignamino delle donne che è andato in scena nella Sala Banti di Montemurlo; la seconda una recensione più generale, di Gianfelice D'Accolti, che contiene, oltre a un bellissimo italiano, anche considerazioni politiche.


Gentile Maila,
fino a poco tempo fa potevo andare a teatro; poi gli impegni con la mia famiglia, i genitori anziani e altre problematiche economiche, mi impediscono di andarci con continuità.
Per questo sabato sera, io e mia moglie abbiamo approfittato per venire a vedere il suo spettacolo “Il bignamino delle donne”, dato che avevamo una serata di libertà.
Quale sorpresa nel conoscerla e nel rivedere in lei la grande Marchesini!
Lei è davvero un’ attrice duttile, e tutti in sala mi creda, siamo rimasti sorpresi.
E anche il tema poi trattato con ironia e grazia.
Anche un uomo riesce a immedesimarsi nell’umanità femminile che lei presenta; lei è donna rappresentava donne, ma come uomo io mi sentivo a mio perfetto agio, non in quel disagio che altre volte mi è capitato di provare in queste manifestazioni del 25 novembre, di cui noi maschi ci vergogniamo  un po’; e intendo di essere così barbari a volte.
L’argomento era delicato, e a trasformarlo in umorismo e grazia è stata la sua grande abilità.
Grazie.  
Mario Cicconi

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Maila Ermini, l’Arte da fermo.

Maila Ermini strepitosa in due performance teatrali andate in scena una di seguito all’altra, il sabato IL BIGNAMINO DELLE DONNE, la domenica LE MASCHIE in due differenti contesti, e che ho avuto la ventura di ri-vedere in qualità di assistente scenico.
A parte l’anti-convenzionalità sincera della pensatrice; la sua effervescenza drammaturgica, mai banale e sempre ricca di spunti e situazioni in un teatro solo apparentemente ‘normale’; ciò che mi ha affascinato di questo doppio colpo, uno in Sala Banti, Montemurlo, l’altro in Baracca, a Prato, è stata la  duttilità dell’attrice, la straordinaria vivacità “da fermo” del suo teatro, pur cosi plasticamente incline alle geometrie. Dieci personaggi compresa la narratrice nel primo pezzo, sei personaggi più una decina di altre donne-voci nel secondo. Senza muovere un passo nella prima pièce, allontanandosi per meno di un minuto in quinta, nella seconda: solo pochi metri percorsi.
Apoteosi della radio e della danza.
La radio: nella potenza evocativa della parola, della voce, in un continuo balletto sonoro di timbri, registri, toni, dialetti, significanze, pieni e vuoti ritmici.
La danza: nei guizzi delle occhiate, nelle sospensioni e nelle pause dei nuovi incontri, apparizioni, sparizioni dei personaggi orchestrati col telecomando - che diventa all’uopo anche microfono -dell’unico mezzo tecnico usato, un semplice riproduttore CD audio che erutta una calma, ossessiva lava satanica, unica colonna sonora del dramma; mentre nel primo pezzo bastano pochi cappelli, parrucche, cenni di trucco a cambiare secolo, cultura, vita. E insieme il limpido canto della voce accarezzata dalla chitarra.
La diffidenza alimentata dal rancore politico di un ambiente ostile a cui lei non è allineata, la Toscana piddina, pure si arrende allo stupore che genera la sua grande arte mimesica; e a me, occhio esterno ma partecipe, amareggia che Maila debba sacrificare il suo grande teatro in date celebrative e d’occasione sociale, tiepide cerimonie auto-consolatorie di un potere in piena decadenza che cerca di reclamare, annaspando come nella caduta dell’Impero Romano, la sua presenza tra noi comuni mortali, i senza potere. Maila Ermini non merita di fare teatro recuperata solo in siffatte serate, esclusa dai cartelloni ufficiali, come a sfamarsi di quello che cade dalla mensa del ricco che getta i suoi avanzi al povero mendico. Perché Maila non è un mendico e merita altro. E, a differenza degli assessori che passano e degli sciapi presidenti di commissione cultura, sarà ricordata ad onta della sua assenza sui grandi palcoscenici o nei tubi “ac-cat(t)odici”. Perché “Verrà un giorno…”, scriveva Alessandro Manzoni…

Gianfelice D’Accolti


lunedì 27 novembre 2017

Ecco chi va al Teatro Metastasio, la Televisione

Signori e signore, chi va al Teatro Metastasio?
Chi ci manda, l'Assessore alla Cultura per il suo prossimo Prato Festival (organizzato senza alcun bando perché i soldi, dopo il Settembre Pratese, sono 'finiti')?
Non gli artisti del territorio, non gli artisti del teatro, ma le cosiddette 'eccellenze', le 'loro eccellenze': il giornalista Ezio Mauro, il quale, dopo aver presentato la Rivoluzione Russa a RAI STORIA, la viene a raccontare direttamente ai pratesi.
Nonostante il canale televisivo suddetto si veda benissimo nella città laniera (altro che lana, du' palle di Natale!), e dopo che anche La Repubblica ha mostrato le varie puntate del programma sul suo sito internet, e ora rintracciabili con una semplice ricerca online!

Non il teatro in televisione, ma la televisione a teatro! Complimenti, che scelte utili e proficue per il teatro, e soprattutto, per il territorio. 

Dopo la Giornata contro la violenza alle donne

Le donne non sono solo picchiate e violentate dagli uomini, ma anche dalla politica e dalla sua disgustosa retorica.
L'abbiamo visto e sentito nelle celebrazioni della Giornata contro la Violenza alle Donne, in cui le donne sono state sfruttate e violentate, non solo come avviene tutti i giorni massicciamente, dai maschi cazzuti, ma anche dalla politica cazzuta. Che vuole essere imitata  anche dalle donne ormai ampiamente.

"Le maschie" vuole essere una riflessione su questo modificazione del mondo, che la politica applaude festante. Donna, non ti fare picchiare a casa, ribellati al maschio che ti picchia e ti vuole sottomettere con le botte fino a ucciderti, ma sii succube alla politica dei maschi e sua complice fuori di casa.

In realtà per le donne in casa non è cambiato quasi nulla. Sono sempre e ovunque quelle che lavorano di più e meglio. Dunque, le donne, oltre a fare due mestieri, fuori e dentro casa, devono anche uniformarsi al racconto collettivo, all'immagine uniformata del mondo.

Le donne, che fino a cinquanta anni fa più o meno avevano un loro recinto di libertà e un loro linguaggio pur nella schifosa schiavitù al maschio dominatore e violentatore, ora sono private anche del loro immaginario, della loro lingua. Che in molti casi non era un gran ché, ma era pur qualcosa di diverso rispetto alla cultura dominante.

Il maschio dominatore accetta di 'liberare' la donna, non la picchierà più - promessa di marinaio! - a patto che lei si inserisca, come lo è di fatto, nel sistemino politico-economico e lavori, splendente, per e con lui.

"Le maschie", tutti i commenti

Raccolgo qui i pochi commenti sul mio ultimo lavoro teatrale, "Le maschie", di cui ieri c'è stata una replica straordinaria. Credo che questo testo si allontani dal linguaggio retorico sulle donne. Grazie anche a coloro che mi sostengono nella ricerca teatrale, così difficile da praticare in questi tempi.

"Le Maschie.
Incubo che separa i gradi delle camere, la prima, la seconda la terza, come un limbo volontario in cui le anime delle donne si sottopongono a una damnatio ipsorum, per raggiungere un obiettivo sulla carta: l'uniformità al modello immaginato, sia esso ispirato da condizionamenti infantili o dettato da subliminari convincimenti mass-mediatici. Modello che comunque le allontana da sé, dal profondo intimo ancora sconosciuto e in nuce, ma si adegua a un idolo esterno, commerciale, falsoide. A contrasto di questo processo così diabolicamente trasformatore ci sono personaggi non ancora convinti della 'metamorfosi' che, nella loro fragilità e paura, sono però vincenti nel  fallimento esistenziale. (G.D'Accolti).


"Un testo intelligente e acuto, che si spinge oltre il dibattito sul tema. Maila si conferma un intellettuale e una artista di grandissimo valore." (Luca Scialà).

"Questa volta Maila ci conduce in un tunnel angoscioso che ci porta dal surreale all'iperreale agghiacciante come l'umanità che non si riesce più a conoscere e a capire. Ritmo incalzante di grandissimo impatto emotivo" (Uno spettatore che si firma "Il direttore delle Metamorfosi").

"...Grazie per questo spettacolo bello, forte, intenso e sconvolgente" (Graziella).

"Uno spettacolo profondo e intenso, di solito si dice 'bello', no? Grande tensione, emozione, pensieri. Colpite anche dalla tua capacità di interpretare tutti questi personaggi. Noi li abbiamo visti e seguiti tutti...Grazie." (Chiara - 18.11.17)


"Mi sembra un racconto ambientato nel futuro prossimo, dove manca il sentimento. Bravissima Maila". (Fabio Scarrone).

"Non è facile esprimere tutto quello che ho acquisito. Ti dico brava per la recitazione, per il testo, ma soprattutto per la forte riflessione sull'essere umano donna, molto più interessante di tutti quegli eventi dedicati alle donne. Brava Maila". (Maura Salvi).

"Un testo che apre a riflessioni che possono diventare inquietanti, riflessioni molto ampie e realistiche. Come sempre una eccezionale Maila, come drammaturga e attrice. Questa volta con una stella in più". (Piera Salvi).

sabato 25 novembre 2017

Precisazione

Stasera sarò a Montemurlo, in Sala Banti, con Il bignamino delle donne.
Domani in  Baracca, ore 17, con Le maschie.

Preciso che l'appuntamento di stasera Montemurlo NON è inserito nel circuito della Fondazione Toscana Spettacolo. Come invece qualcuno ha pensato.

Che il Teatro la Baracca è escluso da ogni circuito toscano, piemontese, pugliese eccetera e che porta in giro i suoi spettacoli in Italia grazie a gente che apprezza il suo teatro  e lo sceglie autonomamente, lontano dalle valutazioni e dalle scelte dei direttori dei teatri.

Così è stato a Montemurlo e così è altrove, anche per quanto riguarda il teatro ragazzi, quel poco che ancora facciamo, come sarà il caso della prossima settimana.

Valuto il teatro ragazzi, se fatto in certo modo, altrettanto importante del teatro di prosa, senza pregiudizi. Purtroppo anche questo è saldamente gestito dagli arpagoni dei teatri-forzieri.

La politica è la prima responsabile di questa nostra esclusione, e i motivi sono noti a chi ci conosce. Ci sono poi valutazioni di immagine ed economiche, che i teatri tendono ormai ad accogliere e accreditare solo personaggi televisivi o comunque particolarmente famosi. 

Ma, come Silvano Agosti fa intendere per il suo cinema, escluso da tutti i circuiti cinematografari italiani, anch'io comincio a pensare che, a parte il danno economico che c'è ed è tanto, questa esclusione non sia da considerarsi del tutto negativa: essa dà forza, creatività e originalità al nostro teatro - costretto a 'inventare' e a darsi un gran daffare per mancanza di soldi -, ingredienti fondamentali che alcuni vorrebbero e si industriano affinché mi, ci vengano meno.
Prima o poi certamente l'avranno vinta, ma per ora no.


venerdì 24 novembre 2017

Quella che doveva essere Via Etrusca e Parco Archeologico

Dopo l'articolo di ieri su La Via della Lana, ricevo questo contributo da parte del Prof. Centauro, che ricorda il Disegno di Legge della Via Etrusca, e che doveva anche istituire il Parco Geo-Archeologica tematico di "Camars - Monti della Calvana.

Il progetto della Via Etrusca sarebbe stato di ben altro significato e impatto culturale rispetto al semplice percorso di trekking de La via della Lana , così tanto strombazzato.
Naturalmente, dopo aver distrutto l'idea di un possibile futuro per le scoperte archeologiche bisentine, Via Etrusca e Parco Archeologico sono stati 'cancellati' e nessuno ne sa più nulla.

Ormai nella Provincia di Prato si può parlare di Etruschi o archeologia solo a Carmignano, facendo giocare bimbi e famiglie in battaglie in costume. E qui l'archeologia vien ridotta a cosplay. Tant'è che i politici hanno avuto paura anche a presentare il dramma Laris Pulenas alla cosiddetta Festa Etrusca, temendo di danneggiare il loro futuro politico (sono così giovani!) sfiorando seppur lontanamente la questione archeologica pratese; in sostanza che si alludesse con la sola nostra presenza teatrale alla cosiddetta Città Etrusca di Gonfienti che, fastidiosa com'è per gli interessi in campo, anzi in Piana, deve essere delenda.

E infatti, come ho scritto nell'intervento precedente, mentre si firmano accordi sul 'lana-trekking' - che è intesa come una variante del cosplay, gioco al camminatore, mi travesto da camminatore e cammino - si continua a pensare e a permettere di gettare cemento sul territorio, costruendo megacapannoni per vari usi (e non si sa quali di questi siano i peggiori),   piste d'atterraggio, inutili terze corsie dell'autostrada (quella dell'A11), così che in pochi anni la Piana si è trasformata in un irreversibile selvaggio ammasso di costruzioni e veicoli, e strade per i veicoli.
Tutto il resto sono chiacchiere buone per chi ci crede.

Oltre all'intervento del Prof. Centauro, copio di seguito gli articoli del disegno di legge che ho citato.
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IN RICORDO DELLA “VIA SMARRITA” CHE PASSAVA DA GONFIENTI E DAI MONTI DELLA CALVANA

Nel corso del 2005, ben 12 anni or sono!, fu elaborata e promossa su iniziativa dell’Associazione Camars, la proposta di realizzare intorno ai grandi ritrovamenti archeologici di Gonfienti e alle straordinarie risorse naturalistiche dei Monti della Calvana, per altro ricchissimi essi stessi di testimonianze di antiche antropizzazioni in gran parte inedite, un progetto culturale di spessore europeo, da porre per la sua importanza all’attenzione del Parlamento Italiano. Ricordo oggi con grande rimpianto e tanta nostalgia  che ebbi modo di lavorare alla redazione del testo scientifico con il fondamentale contributo di Fiorenzo Gei e di altri appassionati studiosi.
Questa proposta con qualche ritocco fu inserita in un memorabile Disegno di Legge sotto il titolo di “Norme per la tutela ed il recupero del percorso dall’antica strada transappenninica, detta “Via dei Santuari, o Via Etrusca Bisentina”, e istituzione del Parco Geo-Archeologico tematico di “Camars - Monti della Calvana”.  Per la città degli Etruschi sul Bisenzio  era ancora ben lungi l’occupazione da parte dell’Interporto per lo Scalo Merci, nonché l’improvvido sotterramento della grande via glareata che attraversava il sito in direzione sud est; a quel tempo era ancora  viva la speranza di far convivere le due realtà emergenti.
L’iniziativa fu bene accolta, recepita e fatta propria dai Deputati, On. Franca Bimbi (prima firmataria del testo, poi Presidente della XIV Commissione “Politiche dell’Unione Europea”), On. Andrea Colasio, entrambi reduci dalla proposta felicemente accolta e finanziata dal Ministero dei Beni Culturali  per dar luce alla Via Annia nella Gallia Cisalpina sulle tracce dell’Impero Romano, e in particolare, a sostenere i primati inequivocabili dell’Etruria Settentrionale nel contesto etrusco arcaico testimoniati dalle vie transappenniniche, l’On. Antonello Giacomelli et al. (tutti deputati dell’Ulivo, in quota Margherita). Il Disegno di Legge, in preparazione fin dal febbraio 2005, fu depositato agli atti parlamentari nel corso della XIV Legislatura con un Comunicato alla Presidenza, cfr. testo allegato.
Che dire? La storia seguente è ormai a tutti nota: l’idea stessa di quella valorizzazione fu presto travolta dall’impietoso corso degli eventi che, insieme alle nostre risorse culturali, fecero rapidamente smarrire la “strada” allora indicata  che dal Tirreno ci avrebbe portato non solo a Bologna e sull’Adriatico ma “dritti dritti” in Europa per la via maestra se pensiamo che oggi i percorsi di archeo-trekking sono lautamente ricercati e finanziati dall’Unione Europea.

Giuseppe Centauro


CAMERA DEI DEPUTATI
    ———– XIV LEGISLATURA ———–

DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa dei Deputati
BIMBI COLASIO GIACOMELLI …
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA
———–
Norme per la tutela ed il recupero
del percorso dall’antica strada transappenninica, detta “Via dei Santuari, o Via Etrusca Bisentina”, e istituzione del Parco Geo-Archeologico tematico di “Camars - Monti della Calvana”

(....)

L’allegato Disegno di legge è composto da sette articoli: l’ art. 1 dove si riconosce importanza dell’antico percorso della Via dei Santuari, l' art. 2 dove si istituisce il Parco Geo-Archeologico tematico di “Camars/ Monti della Calvana”, l' art. 3 che istituisce la Fondazione che gestirà il parco archeologico, l' art. 4 che istituisce il fondo speciale presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, l'art. 5 che regola l'accordo di programma, l'art. 6 regola i contributi a carico del fondo speciale, l'art. 7 definisce la copertura finanziaria.

   Tracciato schematico della via etrusca, al centro la zona interessata dalla proposta di Parco Geo-Archeologico



DISEGNO DI LEGGE


Art. 1
(identificazione della Via dei Santuari e del Parco Geo-Archeologico di Camars/Monti della Calvana)

    1. La Repubblica riconosce l’importanza dell’antico percorso della Via dei Santuari, di seguito denominato «Via Etrusca Bisentina», quale risorsa storica, culturale e ambientale di notevole interesse pubblico.
    2. Allo scopo di cui al comma 1, lo Stato, d’intesa con  le Province e i Comuni attraversati dalla Via Etrusca Bisentina, promuove, ai sensi del Titolo I del testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, la tutela, la valorizzazione ed il recupero della suddetta via e dei territori circostanti, per il perseguimento dei seguenti obiettivi:
        a) promozione di iniziative volte a diffondere la conoscenza del percorso storico della Via Etrusca Bisentina e lo studio per la salvaguardia del territorio dei Monti della Calvana di interesse paesaggistico, naturalistico, geologico ed archeologico;
         b) attuazione di interventi volti al recupero di tratti originali dell’antico tracciato ed alla loro interconnessione con le infrastrutture per la mobilità esistenti, al fine di migliorare le possibilità di rivisitazione;
        c) realizzazione di opere di restauro e risanamento conservativo dei siti di interesse storico, artistico e ambientale esistenti su tutte le parti di territorio interessate dall’antico tracciato, al fine del miglioramento della pubblica fruizione con promozione di forme di fruizione dell’ambiente ecocompatibili ed innovative (del tipo “archeotrekking”);
        d) realizzazione di interventi per la creazione di nuove strutture ricettive e turistiche lungo l’antico itinerario, con priorità per gli interventi di recupero di edifici esistenti, classificati di interesse storico-artistico e ambientale.
        e) la realizzazione di un sistema museale diffuso che colleghi le più importanti realtà museali adiacenti ed inerenti la via Etrusca Bisentina, valorizzando il progetto con le nuove tecnologie multimediali;
        f) identificazione di opportunità per singoli soggetti e di vincoli del processo integrato di valorizzazione;
       g) aderire alla Carta euro-mediterranea sulla valorizzazione integrata del patrimonio culturale .


Art. 2
(Istituzione del Parco Geo-Archeologico di Camars /Monti della Calvana)

1. Al fine della salvaguardia e della tutela del patrimonio storico e monumentale costituito da una delle più importanti arterie stradali del centro Italia di epoca etrusca arcaica, è istituito il Parco Geo-Archeologico di “Camars/ Monti della Calvana”, di seguito denominato «Parco».

Art. 3

(Istituzione della Fondazione)

1.    Il Parco, alla cui gestione provvede una apposita Fondazione costituita ai sensi del decreto del Ministro per i beni e le attività culturali 27 novembre 2001, n. 491, è posto sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali.

2.    Alla Fondazione, oltre al Ministero per i beni e le attività culturali e dell’Ambiente, possono partecipare le regioni, le province e tutti i Comuni  attraversati dalla Via Etrusca Bisentina, le Università, le fondazioni Bancarie e altri soggetti pubblici e privati, associazioni culturali, nonché rappresentanti delle soprintendenze archeologiche competenti.


3.    Il direttore del parco archeologico della Via Etrusca Bisentina è nominato dall’organo con funzioni di indirizzo della Fondazione.
4.    Ai compiti della Fondazione resta affidata anche la salvaguardia dei siti censiti e presentati all’APAT (Ex Servizio Geologico Nazionale) che conta n. 8 geositi e tutte le altre emergenze di tipo geo-naturalistico al fine di non compromettere la visibilità, la fruibilità e soprattutto la naturalità dei luoghi, ovvero la possibilità di evoluzione senza incremento delle influenze antropiche.

I compiti della Fondazione rispetto al Parco sono :
        a) ricognizione e rilievo, scavo, restauro e risanamento conservativo, manutenzione e conservazione di immobili di interesse archeologico e storico-artistico di proprietà pubblica, privata e di enti morali, ai fini della tutela del paesaggio e del ripristino o miglioramento delle condizioni di pubblica fruizione;
        b) acquisizione di beni immobili di valore archeologico e storico-artistico al patrimonio degli enti pubblici;
        c) recupero dell’antico tracciato e sua interconnessione con le infrastrutture per la mobilità esistenti al fine di migliorarne la percorribilità anche a fini escursionistici;
        d) adeguamento della ricettività turistica compatibile con l’impatto ambientale e con priorità agli interventi di recupero dei manufatti di interesse storico-architettonico e dei beni storico-testimoniali esistenti;
        e) creazione di servizi di accoglienza, ivi compresa la ristorazione, e complementari alla ricettività turistica, con priorità per gli interventi di recupero per manufatti esistenti di interesse storico-architettonico, storico-testimoniale, agricolo od ambientale;
        f) interventi in parchi naturali, oasi ed aree protette, finalizzati alla valorizzazione delle zone che possono essere utilizzate per il miglioramento delle qualità paesaggistiche, della qualità ambientale del territorio e per la fruizione turistica, anche attraverso l’acquisizione di aree;
        g) tutela e salvaguardia del paesaggio, anche mediante interventi di risanamento urbanistico e d’architettura del paesaggio, nonchè recupero delle aree degradate collegate al percorso ed alla viabilità ad esso afferente attraverso il recupero della produzione agricola di qualità e biologica;
h) in collaborazione con gli enti preposti all’attività culturali  e turistiche, promuove la valorizzazione del parco attraverso manifestazioni, mostre, convegni, sostegni alla ricerca, borse di studio, materiali di propagandistico.

Art. 4

(istituzione fondo speciale)

    1. Per la realizzazione degli interventi di cui all’articolo 1 e all’articolo 3 è istituito nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali un fondo speciale di 90 milioni di euro per il triennio 2004-2006, in ragione di 30 milioni di euro per anno.

Art. 5

(accordo di programma)

    1. Ai fini del perseguimento degli obiettivi di cui alla presente legge, il Ministero per i beni e le attività culturali, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, le province e i comuni interessati stipulano, d’intesa con la Fondazione, nell’ambito di Intese istituzionali di programma, un apposito Accordo di programma quadro per la definizione del programma esecutivo degli interventi, nei modi e con le procedure previste dall’articolo 2, comma 203, lettera c), della legge 23 dicembre 1996, n. 662.

Art. 6

(contributi a carico del fondo speciale)

    1. Per gli interventi riguardanti beni non statali, sono concessi contributi a carico del fondo speciale di cui all’articolo 2, fino ad un importo massimo pari al 30 per cento della spesa riconosciuta.
    2. I contributi di cui al comma 1 possono essere corrisposti sia in corso d’opera, sia sulla base dello stato di avanzamento dei lavori ovvero a saldo finale previa verifica da parte della regione competente.
    3. La concessione dei contributi di cui al comma 1 è subordinata alla stipula di una convenzione tra la regione competente ed il soggetto privato e deve prevedere la non trasferibilità degli immobili per almeno quindici anni e la conservazione della destinazione d’uso prevista dal progetto per lo stesso periodo.

Art. 7

(copertura finanziaria)

    1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, pari a 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004, 2005 e 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.
    2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.

giovedì 23 novembre 2017

Contraddizioni: mentre si celebra la Via della Lana...

Mentre si celebra - con tanto di sindaci ripresi a firmare gli accordi - la Via della Lana, un percorso attraverso cui da Bologna si arriverà a Prato a piedi - Trekking sulla via della Lana (lana? quale lana?) -, sta per partire la costruzione dell' 'autostrada viaggiante' dei treni sull'Appennino (" Cento chilometri di rotaia che saranno  lo snodo italiano del trasporto merci sulla tratta Helsinki-Palermo-Malta") ; mentre si va a piedi sull'Appennino, ecco che si tenta di saturare con cemento e grandi magazzini la Piana- vedi Interporto che vuole espandersi verso Campi, il cui comune invece vorrebbe invece destinare l'area al commercio e ai mega store tipo Leroy-Merlin, con lo stesso risultato di cementificazione selvaggia e distruzione definitiva del tessuto economico artigianale; mentre si va a piedi sull'Appennino, ecco che gli industriali dichiarano a chiare lettere a GIDA che il trattamento dei fanghi con l'inceneritore costa meno che non con il digestore.

Mentre si va a piedi fra Bologna e Prato, sulla carta per ora, ecco che non si può camminare o andare in bici in città; ecco che non si può andare a piedi o in bici da Prato e Firenze o da Firenze e Pistoia, se volete.

E questo ormai quasi ovunque in Italia.

Insomma: non si può camminare, semplicemente.

E per tornare a camminare, nel futuro, se questo futuro ci sarà e se sarà possibile riprendersi la vita, bisognerà spendere soldi, investire, ri- o decostruire il mondo.


mercoledì 22 novembre 2017

Papà

So' diventato papà
che te lo dico a fa.

So' diventato papà
e ce devo pensa'
se cambio mestiere.

Finora ho fatto
er rivoluzionario
a contratto
parlamentare;

so' andato
de qua de là
per le cinque sfere.

E lo continuerò a fa,
pe' gli amici
dell'ugualità.

Ma so' diventato papà,
er popolo deve aspetta'.

Mo' me devo organizza'
scrive penzà
e vede
che futuro avrà
er pupo mio,
l'erede;
nella culla già ce sta
e ride ch'è un piacere.

So' diventato papà;
ner futuro se vedrà
se sì alò 'embe'
per favve er piacere,
me potrò candida'
a capoccia capotimoniere.

martedì 21 novembre 2017

L'artista fantasma

Artista fantasma.
Ci sono, ma non mi vede nessuno.

Ho detto due cose
un po' bruttine

su quegli
che c'hanno in mano
l'incensiere;

gl'ho detto:
- Andate, non impuzzate
l'ambiente col vostro mestiere;

e loro si sono arrabbiati
si son consultati,
e hanno deciso
di togliermi
sostanza
dalla stanza
m'hanno fatto
bandire.

E quindi oltre a fantasma
sono bandito,
che è la stessa cosa.

Artista fantasma
bandito
e quindi fallito,
e anche quello è la stessa cosa.

E sono quindi un artista leggero,
ché senza denaro.

Sono infine un artista
trasparente,
ché mi ignora la gente.

A che servirà la mia arte
d'artista fantasma 
bandito 
fallito 
leggero 
trasparente
che 
non 
lo 
vede
la 
gente?

Sarò non sarò am-atletico?

Principe di Danimarca
potrebbe andare,
ma trasparente
anche un principe si fa cessare.

A casa la mamma
m'ha detto intristita
che così va la vita:
- O non lo sapevi
che chi tiene l'incensiere
impuzza a suo piacere?

Ma facevano un frazio...!

-E per questo li chiaman fetenti...

Il babbo ha scosso la testa.
-Un artista trasparente
equivale a un bel niente!
Cambia mestiere
fammi il piacere!
Se non ti vedono
per chi impastrocchi?

Ma la mamma m'ha detto,
un pochino mi si vede lo stesso...
-Con tutta la gente senz'occhi!

E allora hanno litigato
babbo e mamma
a decidere il mio stato.

C'è 
non 
c'è
si
vede
non
si
vede!

-Ma che razza d'erede!

-Silenzio!
Han strillato
da chi sotto sopra
siede.

Poi di sera a letto
a rimboccarmi le coperte
la mamma spiritosa:
-Fagli effetto
agli incensieri.
Se fantasma sei,
mostrerai la tua natura.

- Oh, ma è dura
impaurire quelli
che sono così duri e tanti
più che in Sudafrica 
i diamanti!

Artista fantasma.
Ci sono, ma non mi vede nessuno.
E se lo sei anche tu,
batti un colpo,
e più paura faremo,
diobono.

lunedì 20 novembre 2017

Passaparola, la guida per la China-Town pratese


Grande risalto sulla stampa locale alla 'guida o progetto? "Passaparola Prato - Scopri il viCINAto", che vuole essere una guida per la China-Town pratese.

Questa la presentazione che copio dal sito del Comune di Prato:

"Passaparola è un progetto di integrazione che raccoglie alcune delle attività commerciali, italiane e cinesi, che convivono nella zona del Macrolotto Zero di Prato, in particolare via Pistoiese e via Filzi.

La guida, curata da IED Firenze (Istituto Europeo di Design) e pubblicata dal Comune di Prato, fornisce una breve descrizione dei negozi e una mappa con le attività cinesi e italiane che hanno aderito al progetto.

Un agile strumento per raccontare il quartiere Macrolotto Zero attraverso le persone, le attività commerciali e la cultura della comunità italo-cinese che anima queste strade, oltre a curiosità, usanze e tradizioni. 



Passaparola per conoscere chi ci sta vicino, 

Passaparola per non avere paura delle diversità

Passaparola per creare nuovi legami
Passaparola per crescere come persone"


Ma, nonostante le buone intenzioni (che indubbiamente ci sono) si capisce,  e proprio consultando il libretto, che fra comunità italiana e quella cinese è ancora un dialogo fra sordi.
Infatti sul libretto le attività presenti sono in maggioranza quelle italiane, mentre in realtà, in quella zona, sono la minoranza in assoluto.

Voglio dire che questa 'guida' sembra servire soprattutto a quelle poche attività commerciali italiane (e quelle indicate nel libretto sono le uniche rimaste o poco più),  a dar loro evidenza e a non farle sentire culturalmente soffocate,  piuttosto che far emergere quelle cinesi di cui, pur essendo la stragrande maggioranza,  compaiono solo tre!

Ben vengano le guide, ma la strada per la comunicazione e l'integrazione è tutta in salita, per non parlare di eventuali visioni turistiche per la zona del Macrolotto, cuore della China-Town pratese;  al momento il solo pensarci, viste le condizioni al contorno e l'ostilità di molti pratesi verso quella comunità, sembra un invito fuori luogo, altro che idea 'trendy'! E basta osservare altrove: in altre China-Town del mondo, ben più antiche delle nostra, questo tipo di turismo non ha mai decollato, se non per la ricerca di mercati dove si trovano oggetti di marca... 'farlocchi', mercati che sono espressione del capitalismo più sfrenato.

Proprio la tendenza allo sfruttamento capitalistico delle capacità produttive del territorio, tipico delle comunità cinesi all'estero, sembra allontanare ogni serio progetto turistico in zona.


Replica straordinaria e commenti su "Le maschie"

Sabato sera, dopo la replica de "Le maschie" il pubblico è rimasto quasi un ora a parlare dello spettacolo. D'altronde chi viene alla Baracca, così lontana dal centro e dagli 'allettamenti', viene per anche per riflettere e condividere una esperienza di libertà.
Forse per questo lungo stare insieme e commentare poi nessuno ha scritto nulla nel nostro quaderno.

Solo un commento, arrivato il giorno dopo da Chiara:

"Ciao, Maila. Uno spettacolo profondo e intenso, di solito si dice 'bello', no? Grande tensione, emozione, pensieri. Colpite anche dalla tua capacità di interpretare tutti questi personaggi. Noi li abbiamo visti e seguiti tutti...Grazie."

Alla fine la tentazione di replicarlo ha vinto, nonostante gli impegni fuori.

Le maschie torna a La Baracca la prossima domenica, 26 novembre, ore 17.


venerdì 17 novembre 2017

Domani replica de "Le Maschie"


Domani, sabato 18 novembre, ore 21, seconda e ultima replica de Le maschie a La Baracca. Non credo che, dopo l'appuntamento di domani, replicherò ancora, dato che sono impegnata fuori Prato, e anche con altri lavori. Chissà.

Per domani consiglio la prenotazione.

Lo spettacolo ha ricevuto apprezzamenti, ma in pieno conformismo di genere, qualcuno pur senza averlo visto, al solo titolo, si è spaventato.
Cosa accaduta già diverse volte: i 'concubini' che addirittura furono censurati da un giornalista senza che avesse visto lo spettacolo;  polemiche per lo spettacolo sul Bresci...Tutto senza cognizione di causa. E anche questa volta. Nessuna novità.
Che si 'spaventino'. Il teatro serve anche a questo.

Nove anni di blog

Il 21 novembre 2008 diedi vita a questo diario. In realtà non pensavo che lo diventasse, e lo iniziai per annunciare una serata politica a La Baracca, in vista delle amministrative del 2009, pensando di far nascere o sostenere un polo civico alternativo.

Tutti si spaventarono e fecero il possibile per distruggere l'idea.

Allora ancora mi illudevo di poter far qualcosa di buono per la collettività e, anche, che fosse possibile creare una lista senza padrini o santi.

La politica di allora, quella che ostacolò il mio progetto, ha fallito miseramente; alcuni di loro sono politicamente scomparsi. 

Per quando mi riguarda, non cadrò più nell'errore di fidarmi di certa gente. Contro di me e il mio teatro, e proprio a causa di questo blog, hanno scritto e detto di tutto. A volte ho pensato di farci, sulle calunnie, invece di denunce,  uno spettacolo. E chissà che non venga fuori! 

Intanto il blog va avanti, senza padrini o santi (anzi, santoni, e questo almeno è possibile!), in forma di diario personale; insomma, senza babbi né mamme che ci dicano cosa e quando e come scrivere.



giovedì 16 novembre 2017

Il tarlo del successo

Dopo aver parlato di abusi nei confronti di attrici e donne dello spettacolo, invito a parlare del tarlo del successo.
Questo animaletto che ci mette tutti nella condizione di merce. Le nostre qualità personali e il risultato dei nostri sforzi finiscono poi per essere vendute in cambio di denaro, prestigio e potere.

Chi si sottrae a questo mercato è reso ridicolo, scartato e buttato. Tutti, donne e uomini, nessuna differenza finale, pur con modalità diverse.

Ma perché questo tarlo è così potente? Oltre alla vanità, all'amore di sé, che sono motori fondamentali, c'è un altro motivo, sociale (e quindi economico): l'artista ambisce al successo perché viene rispettato nella sua individualità soltanto se è un artista riuscito, se riesce a vendere la sua arte (e si presta per questo a vendere anche il suo corpo, oppure la sua ideologia); altrimenti, se non vende o non si vende, lei lui rimane al margine, e alla fine diventa un eccentrico di cui ridere. O un nevrotico, una sorta di pazzo. E come tale nessuna considerazione è dovuta.

Il successo è questo.


mercoledì 15 novembre 2017

Un posto a te, venti voti a me; un posto a te, trenta voti a me....

Così è già cominciata qui e là in Italia la raccolta dei voti per le prossime elezioni. Aziende che assumono, danno lavoro, e ci saranno ricchi premi e cotillons per il 2018.
Bene, molto bene, ma...ci viene un dubbio, che il tutto coincida con le prossime elezioni, proprio nel 2018...Pericolosissime, temibilissime.

50 persone di qua, 30 di là. E quelli precari saranno 'stabilizzati'. Sembra che il totale di persone assunte nel 2018 sarà addirittura... una cifra enorme!
Cosa si può dire contro queste belle iniziative? Niente! Cosa si può pensare contro queste azioni sociali ed economiche che mirano a far diminuire il numero dei disoccupati e a creare benessere? Niente. Ma cosa si vuole di più? Ah, siamo sempre a pensar male qua, sempre. Come siamo cattivi. 
E tuttavia si nota che spesso, troppo spesso, in coincidenza delle elezioni, nel passato, per esempio, aziende partecipate hanno bandito concorsi per posti di lavoro e fatte tante cosine per il territorio...I sindacati sono giustamente festanti, e in molti aspettano in fila di poter 'entrare' con il lavoro fisso.

Ma il sospetto, eh, solo il sospetto, è che si entri solo a una condizione: con voto e fidelizzazione.


Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.