Grande risalto sulla stampa locale alla 'guida o progetto? "Passaparola Prato - Scopri il viCINAto", che vuole essere una guida per la China-Town pratese.
Questa la presentazione che copio dal sito del Comune di Prato:
"Passaparola è un progetto di integrazione che raccoglie alcune delle attività commerciali, italiane e cinesi, che convivono nella zona del Macrolotto Zero di Prato, in particolare via Pistoiese e via Filzi.
La guida, curata da IED Firenze (Istituto Europeo di Design) e pubblicata dal Comune di Prato, fornisce una breve descrizione dei negozi e una mappa con le attività cinesi e italiane che hanno aderito al progetto.
Un agile strumento per raccontare il quartiere Macrolotto Zero attraverso le persone, le attività commerciali e la cultura della comunità italo-cinese che anima queste strade, oltre a curiosità, usanze e tradizioni.
Passaparola per conoscere chi ci sta vicino,
Passaparola per non avere paura delle diversità
Passaparola per creare nuovi legami
Passaparola per crescere come persone"
Ma, nonostante le buone intenzioni (che indubbiamente ci sono) si capisce, e proprio consultando il libretto, che fra comunità italiana e quella cinese è ancora un dialogo fra sordi.
Infatti sul libretto le attività presenti sono in maggioranza quelle italiane, mentre in realtà, in quella zona, sono la minoranza in assoluto.
Voglio dire che questa 'guida' sembra servire soprattutto a quelle poche attività commerciali italiane (e quelle indicate nel libretto sono le uniche rimaste o poco più), a dar loro evidenza e a non farle sentire culturalmente soffocate, piuttosto che far emergere quelle cinesi di cui, pur essendo la stragrande maggioranza, compaiono solo tre!
Ben vengano le guide, ma la strada per la comunicazione e l'integrazione è tutta in salita, per non parlare di eventuali visioni turistiche per la zona del Macrolotto, cuore della China-Town pratese; al momento il solo pensarci, viste le condizioni al contorno e l'ostilità di molti pratesi verso quella comunità, sembra un invito fuori luogo, altro che idea 'trendy'! E basta osservare altrove: in altre China-Town del mondo, ben più antiche delle nostra, questo tipo di turismo non ha mai decollato, se non per la ricerca di mercati dove si trovano oggetti di marca... 'farlocchi', mercati che sono espressione del capitalismo più sfrenato.
Proprio la tendenza allo sfruttamento capitalistico delle capacità produttive del territorio, tipico delle comunità cinesi all'estero, sembra allontanare ogni serio progetto turistico in zona.
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