DI seguito le foto e il resoconto dell'incontro di ieri a Bottega Strozzi a Firenze, "Alla scoperta della città degli Etruschi a Gonfienti", a cura della rivista Cultura Commestibile e dell'Associazione Ilva.
Le foto sono di Adriano Bartolozzi. Il commento del Prof. Centauro.
Dopo la Camminata del 14 ottobre scorso, anche qui a Firenze un po' di gente interessata all'argomento. Per Gonfienti non tutto sembra perduto.
GONFIENTI, UN APPUNTAMENTO CON LA STORIA!
Rispettando gli obiettivi prefissati di riportare l’attenzione sull’insediamento
etrusco di Gonfienti, caduto da tempo in uno strisciante oblio, l’Associazione
Ilva, in concorso con la rivista “Cultura Commestibile”, ha dato vita a Firenze ad un incontro
pubblico, assai partecipato da un pubblico attento, che ha permesso attraverso
testimonianze, approfondimenti ed azioni, di rendere palese e inconfutabile
l’importanza storico documentaria e culturale di un’area archeologica di
primaria importanza in un ambito internazionale, oggi da valorizzare.
L’occasione di
aver raccolto in una pubblicazione gli articoli di vari autori convergenti
sulla necessità, non più procrastinabile, di riconoscere e salvaguardare i
valori e i significati profondi che le testimonianze archeologiche di Gonfienti
sono in grado di offrire, è stata posta al centro delle conversazioni che sono
state presentate a Bottega Strozzi.
Sono state illustrate
le vicende che hanno portato ed accompagnato la scoperta dell’insediamento
etrusco sulle rive del Bisenzio, i ritrovamenti di necropoli e villaggi sui
Monti della Calvana, i tracciati della via transappenninica di comunicazione tra
l’Etruria Settentrionale e la dodecopoli padana. Si sono messi in luce gli
straordinari primati legati alla nascita di questa metropoli etrusca del VII/VI
sac, che si è ben conservata sopravvivendo all’esondazione che l’aveva
precocemente cancellata dalla storia dopo appena due secoli di vita. Si sono
potute approfondite le ragioni geo-strutturali ed ambientali, geografiche e
strategiche che hanno costituito lo scenario di riferimento dell’habitat
etrusco, qui legato alla natura del luogo e alle sue risorse. Si è poi potuto capire
molto di più di quanto non sapessimo sull’organizzazione territoriale del
“progetto” perseguito dagli etruschi divenuto la matrice insediativa della
piana fiorentina. Nonostante sia stata messa in luce
solo una duecentesima parte della città, questo insediamento
riserva tesori di eccezionale valore all’interno di quella che è stata riconosciuta
essere una grande “reggia-santuario” di 1400 mq, unica e specialissima nel suo
genere. Fondata su precisi canoni architettonici, impostata su spazi
proporzionati sui “numeri primi”, quelli stessi che Vitruvio indica essere
riferibili all’edificazione del tempio etrusco (ma ancora non avevano trovato
un esempio di così ben calibrate forme e dimensioni). La bellissima kylix a
figure rosse, che ci racconta di un dialogo ante litteram tra eros e ragione, riconosciuta
essere un capolavoro assoluto del ceramografo Douris, è stata dissepolta nel
palazzo di Gonfienti a testimoniare come tal genere di ceramiche fosse davvero riservato
dagli etruschi ai luoghi sacri per eccellenza. La mente non può non
correre al kouros bronzeo dell’Offerente
che si conserva al British Museum, ma che fu rinvenuto a Pizzidimonte, poco a
nord di quel palazzo, entrambi spazi di divinazione. Migliaia di reperti,
antefisse, ceramiche da mensa e dispensa, buccheri, oggetti d’uso e tanto altro
ancora attendono di essere resi fruibili al pubblico, insieme ai luoghi
stessi dei ritrovamenti messi in
sicurezza
.
Pensiamo che dopo la presentazione di ieri nessuno potrà più
ignorare o sottovalutare l’importanza di Gonfienti (GAC).
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