martedì 16 ottobre 2018

Alla scoperta della città degli Etruschi di Gonfienti


Giovedì 25 ottobre, ore 17.30, Bottega Strozzi (*)

ALLA SCOPERTA DELLA CITTA’ DEGLI ETRUSCHI DI GONFIENTI, MATRICE INSEDIATIVA DELLA PIANA FIORENTINA, conversazione a cura dell’Associazione Ilva e della rivista Cultura Commestibile, con gli architetti Giuseppe. A. Centauro e Mario Preti, il geologo Carlo Alberto Garzonio e l’esperto d’arte vascolare attica, Alberto Cottignoli. Letture di Maila Ermini (Teatro La Baracca).
Modera l’arch. Gianni Biagi

Gonfienti, un insediamento di straordinaria importanza storico documentaria
A seguito, non più tardi di vent’anni or sono, del ritrovamento fortuito nell’area dell’Interporto Centrale della Toscana in località Gonfienti di Prato, di un grande insediamento di indubitabile matrice etrusca, particolarmente evoluto per il periodo arcaico e tardoarcaico come datano i principali reperti, si sono in un sol colpo dipanati molti nodi della protostoria di quel popolo che erano rimasti fino ad oggi insoluti.
Una scoperta di grande rilevanza culturale, che si pone innegabilmente in una dimensione di specifico interesse scientifico nell’esplorazione delle origini indoeuropee della civiltà occidentale. 
Si tratta di un’estesa città, non ancora perfettamente delimitata, ben oltre i 27 ha fin qui oggetto di indagini introspettive, scavata solo per una centesima parte, sorta sopra un zoccolo morfologico ai piedi dei Monti della Calvana, laddove il fiume Bisenzio incontra le acque confluenti dalla Valdimarina, proprio al centro della grande conca alluvionale che oggi delimita la piana di Firenze-Prato e Pistoia.
Il particolare assetto urbano e idrografico del sito, le poderose tracce della maglia territoriale di fondazione, anticipatoria del modello centuriale d’epoca romana, le imponenti canalizzazioni ipogee, la particolare convergenza che qui si realizza tra le rotte fluviali e terrestri di collegamento da e per le coste tirreniche e i valichi appenninici, rendono unica e speciale la struttura di questa metropoli dell’antichità.
Abbiamo diretta conferma, con l’esistenza di questa città di come fra la metà del VI e gli inizi del V secolo a.C. la valle inferiore dell’Arno vedeva il definitivo consolidarsi dell’egemonia del mondo etrusco nello scacchiere settentrionale dell’Etruria. Gonfienti è dunque ad oggi la più viva testimonianza archeologica di una straordinaria ascesa politica degli Etruschi.
Fiesole non è dunque più sola; all’opposto trova negli stazionamenti vallivi, già partecipi delle antichissime colonizzazioni della media età del Bronzo, l’anello di congiunzione mancante che lega indissolubilmente l’ampio dominio territoriale etrusco nel bacino dell’Arno in tutta la sua estensione sia in destra che in sinistra idrografica, dalla Valdichiana al Volterrano, dal Mar Tirreno superiore alle Apuane,  nonché il suo strettissimo legame con le terre nord-orientali delle dorsali appenniniche, dalle vaste pianure dell’Etruria Padana fino alle coste Adriatiche. Il ritrovamento di Gonfienti è stato accompagnato dalla messa in luce di una grande dimora regale, specialissima ed unica nel suo genere, che la configura come un luogo sacro di ben 1440 mq di superficie, uno dei maggiori dell’antichità italica, che, per una particolare conservazione, ha restituito insieme alle strutture di fondazione anche l’intera copertura laterizia, scivolata a terra per un improvviso crollo, restituendoci bellissime antefisse in laterizio e tesori artistici di gran pregio, sigillati nel limo argilloso dei terreni. Tra i 2500 reperti catalogati spiccano alcuni capolavori d’arte, tra i quali una splendida kylix a figure rosse, attribuita al ceramografo attico Douris, artefice di primo piano assoluto dell’arte vascolare attica. Questi ricchissimi corredi ritrovati nella grande domus fanno il paio con il kouros bronzeo, detto de L’Offerente (oggi conservato al British Museum di Londra) che fu rinvenuto, nel 1735, a Pizzidimonte, località limitrofa all’area archeologica lungo la via transappenninica che da Gonfienti, principale crocevia di merci e uomini,  andava in direzione di Marzabotto, l’etrusca Kainua, proseguendo quella che, dal 2004, è stata identificata come la “Via Etrusca del Ferro”, che dall’Elba, attraverso gli empori marittimi di Cecina e, soprattutto, di  Pisa, conduceva in tre giorni di marcia a Spina, collettore adriatico di interscambio con l’Oriente.
GAC
(*) Bottega Strozzi è lo spazio di Marsilio Editori in Palazzo Strozzi: più di un book shop Internazionale, più di una boutique, un luogo dinamico dove libri d’arte dialogano con creazioni di artigianato e design, animato da incontri di approfondimento, conversazioni e presentazioni di libri.


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