Tutti a gridare al Fascismo che ritorna. Non ritorna; è qui da tempo.
Questo di oggi non è che l'epifania dialettica di quello di ieri, senza soluzione di continuità.
E' l'imbarbarimento quotidiano, la volgarità, l'insulto, la faziosità. Lo scherno. L'inganno. La tribalità. L'intrigo. Il partitismo oppressivo. L'impossibile alternativa. Il razzismo ideologico.
Lo sprezzo per la creatività, la cultura, anche da parte di chi ha un titolo universitario inquadrettato.
Non sentite puzza di bruciato?
Non sentite puzza di bruciato?
Ci si sente braccati, anche a casa.
E l'operazione è più fine e perfetta, perché non è più solo il governo che opprime; non c'è più, come accadde a nostri nonni, chi ti bastona o ti porta a Matthausen; ma tutti insieme operiamo impalpabili la persecuzione: controlliamo, osserviamo, condanniamo.
E tutto lo media la tecnologia, la modernità, il progresso, la comunicazione bugiarda e artefatta. Con il sorriso della presunta tolleranza e non violenza; con l'appellarsi a ormai lontane, e per noi tranquille, rivoluzioni.
Forse è proprio il presentarsi pulito e matematico, scientifico, rispettoso e trasparente, come d'altronde già fece il Nazismo, la cifra più certa dell'oppressione.
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