lunedì 29 novembre 2021

Il poeta non vuole la tessera



Dal CALENDARIO DEI DELITTI, pubblico, parzialmente, il delitto del 21 marzo.

"Non commettete questo delitto, non datemi la tessera. Non la voglio! Vaccinatemi, se volete, non farò resistenza, ma la tessera verde no!

Io, come poeta, confesso, vivo già segregato da tempo. E sto bene così.

Non saprei come vivere, con la tessera. Non mi date la tessera, temo mi costringiate a uscire, a buttarmi fra la gente a passeggio; ad andare al cinema, e vedere questo cinema; a teatro, e vedere questo teatro.

A frequentare le biblioteche dove non si sta più in silenzio.

E chissà non mi costringiate a salire sull'autobus. Sulla metropolitana! A camminare sugli stretti marciapiedi assediati dalle lamiere. A sfrecciare sui treni. A volare con gli aerei.

Tremo al pensiero.

Non voglio la tessera, non mi date la tessera, nessuna tessera!

Tanto io me ne sto qua, non contagio nessuno.

Sono fortunato, il mio piccolo lavoro lo svolgo da casa. Il mio datore di lavoro si fida di me. Mi dà quanto mi basta. E mi basta poco.

Vivo in una stanzina con bagno e cucina, che ho ricevuto in eredità da una cara zia zitella, che adorava le mie poesie. Fra noi ci fu vero amore. Platonico, s'intende.

Io faccio solo all'amore platonico.

Non saprei come fare, con il sesso. Mi è capitato da giovane, ma ho capito che non faceva per me...

Lo so che ridete. Pensate magari che io sia pazzo o malato...

Per carità, non sono contro il vaccino, fui vaccinato più volte da bambino da una mamma solerte e amorosa. Che credeva nel progresso e nel futuro. E sono riconoscente.

Ma ora non commettete questo delitto.

Al poeta non serve la tessera, non la vuole!

Vi assicuro che non uscirò di casa, se non per comprarmi da mangiare, che starò qui.

Qui. Prometto...".



(Anche le foto sono mie, scorci delle Cascine di Lorenzo de' Medici a Prato.)


venerdì 26 novembre 2021

A difendere gli oppressi non c'è più nessuno

Piccola tournée in Emilia, nella ricca Emilia, e in un bel teatro.
Dormo, non ho trovato altro, in un albergo-ristorante che è ormai abitato solo dagli operai di una importante fabbrica della zona. Anzi, una fabbrica di livello nazionale, che però non è più italiana. Una fabbrica che ha condizionato totalmente l'esistenza degli abitanti della cittadina in cui è nata.
L'albergo-ristorante che mi ospita è totalmente fatiscente, una accozzaglia di rifacimenti e cartelli e oggetti accumulati nel tempo, ammasso di ristrutturazioni sbagliate, cavi vari penzolanti a vista, e puzza di fumo incancrenita che trasuda dalle pareti. Ogni tanto per nascondere lo sporco ci si preoccupa di tinteggiare di bianco gli interni.
Qualcosa che non ho mai visto prima.
In questo contesto le misure anticovid appaiono subito e del tutto ridicole, da commedia, inutili.
E' tardi per cambiare, e poi dove? sono le 8 di sera e mi ritrovo in una stanza - praticamente l'unica rimasta - che si presenta come una celletta, ma ho visto celle più ben tenute e dignitose nelle prigioni, dove l'aria è come metifica, c'è puzza, puzza definitiva di qualcosa che forse è fumo o altro che non so riconoscere. Entro nel bagno- dopo aver cercato per alcuni minuti un interruttore che si trova altrove - e mi ritrovo davanti a cesso bidet lavabo doccia con porcellane sbreccate e rubinetti anni '60, e capisco che hanno tentato di rassettare alla meno peggio quello spazio angusto e fatiscente sapendo che lì avrebbe dormito - pochissimo invero!- una donna. Anzi, una "estranea".
In questo luogo del terrore bizantino - enorme e anche labirintico - gli operai mangiano e dormono a prezzi bassissimi, i più a spese della ditta. Anzi della multinazionale. Al mattino fanno colazione ed escono, la fabbrica è lì davanti a pochi metri. La sera, percorrono la strada inversa.
L'albergo-ristorante è il fondale per la sera e la notte, un fondale nero lurido che riflette quello che accade nella fabbrica di giorno.
E mentre mangiano nella sala ristorante, gli operai si placano davanti alla televisione - vi sono tre enormi apparecchi televisivi ben sistemati in alto che trasmettono partite di calcio - , o si sprofondano nei loro smartphone. Fra loro parlano pochissimo.
Forse ogni tanto c'è un intrattenimento più folkloristico, perché ho visto locandine all'ingresso con grasse signore promettenti serate danzanti di liscio.
E così, mentre la pandemia del dominio avanza indisturbata, sostenuta dal capitale, a difendere gli oppressi non c'è più nessuno.

P.S. Che abbiano tentato di includermi, in qualche modo, anche agli occhi degli operai per non metterli in sospetto, è stato chiaro dal fatto che sul cartellino del tavolo che mi avevano assegnato per la cena e la colazione nel salone ristorante - enorme - c'era scritto solo il mio nome, MAILA, come se mi conoscessero, come se avessero confidenza con me; anzi, come se appartenessi alla fabbrica.

mercoledì 24 novembre 2021

Sovversivi

Parafraso Flaiano.

Non è più necessario essere anarchici; si può essere sovversivi anche solo chiedendo a chi governa il rispetto per le leggi dello Stato.


martedì 23 novembre 2021

Programma e orari aggiornati della Baracca


Questo il programma, con gli orari aggiornati, degli spettacoli alla Baracca fino al 31 dicembre 2021, quando debutterà PANE, opera di teatro popolare. 

Sabato 27 novembre, Bévere (inizio ore 19,30)
Martedì 7 dicembre Cornuta (inizio ore 21)
Sabato 18 dicembre L'infanzia negata dei celestini (spettacolo e proiezione video, ore 19,30).
Domenica 26 dicembre La vera storia delle polpette (teatro-ragazzi, ore 17)
Veberdì 31 dicembre, Pane (inizio spettacolo ore 21,45)


Si può prenotare lo spettacolo del 31 dicembre fino al 28 dicembre. 
Dopo  PANE sarà offerto un buffet gustoso e popolare, con brindisi.

Per tutti gli spettacoli è comunaque obbligatorio prenotare.
Ricordo che la scelta del teatro la Baracca è di accogliere un numero limitatissimo di spettatori, oltre alle
consuete regole di prevenzione anticovid.

domenica 21 novembre 2021

Bévere, si replica alla Baracca

Come si dice? Serata riuscitissima.

Un debutto speciale al Teatro Magnolfi per l'associazione ACAT (Associazione dei Club Alcologici Territoriali): Bévere.

Lo replichiamo alla Baracca sabato 27 novembre 

ATTENZIONE, con orario speciale: ore 19,30

per permettervi di andare a mangiare la pizza. Lo spettacolo dura solo 1 h e 10'

La foto è di Angelo Sabanito Polizzi.




venerdì 19 novembre 2021

In Italia è stato attuato un colpo di Stato


“Io credo che bisogna rendersi conto che in Italia è stato attuato, approfittando del terrore sanitario, un vero e proprio colpo di stato. Gestito dalle stesse autorità del paese. Non solo tutti i principi del diritto, ma anche della convivenza politica vengono fatti saltare uno dopo l’altro. Così abbiamo lo stato di emergenza invece della legge, abbiamo l’informazione imposta invece del libero dibattito sulla verità, abbiamo la salute e la medicina invece della religione, abbiamo la tecnica invece della politica, abbiamo la distanza, il sospetto e la discriminazione invece della fiducia. Tutti i principi della convivenza e del diritto vengono meno“. 

Dichiarazione di  Giorgio Agamben a Radio Radicale.

Qui l'intervento completo del filosofo:


E all'indirizzo sotto potete leggere informazioni sui finanziamenti che il Governo dà ai giornali che pubblicano notizie istituzionali sul Covid e di cui parla Agamben. Questo dà la misura del terrore informativo obbligatorio, il condizionamento mediatico a cui siamo soggetti ogni giorno.

https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/29544-tv-e-radio-locali-al-via-le-domande-per-fondi-per-messaggi-istituzionali-sul-covid.html



giovedì 18 novembre 2021

Su Gonfienti gli interrogati bocciano gli interroganti

In consiglio comunale a Prato due anzi tre consiglieri! di cui uno addirittura della maggioranza, avrebbero dovuto, si vocifera, presentare ciascuno una INTERROGAZIONE sull'area archeologica di Gonfienti e il museo-etrusco-mancante di Prato. Ma di queste interrogazioni non c'è traccia agli atti del consiglio comunale di oggi.

Naturalmente le avrebbero comunque presentate così, senza citare i cittadini che stanno portando avanti la battaglia. Guai! Cittadini che vengono ridotti al massimo a pure e sole...voci!

Ma questo poi sarebbe stato il male minore. E' grave il fatto che gli interroganti siano già stati bocciati, e prima ancora di proferir parola, dagli interrogati! 

Un interrogante era svanito nel nulla già due settimane fa.

Eh, sì: se si interroga significa che qualcosa esiste, che qualcosa si muove, che qualcosa c'è. Che esiste, non tanto il gruppo, ma la materia!

Non vogliono accreditarla, come invece farebbero se rispondessero alle interrogazioni!

Vedete come sono bravi, questi politici-viventi-social, a far entrare in campo la realtà, quando vogliono, come temono addirittura una traccia scritta che rimanga agli atti comunali!

O vogliono evitare responsabilità?

Tutto naufraga quando si parla di area archeologica a Prato. Ma non sarà per sempre. No.

Per i politici di adesso quello che deve andare avanti è il consumo del territorio gli affari la comunicazione il trasporto il lavoro. Lavoro sì, ma piace ormai solo quello che assume schiavi, o che fa consenso di partito. Ca va sans dire.


http://odg.comune.prato.it/odgbinj/odg/interpel/htm/20211118160000.htm

Sale vuote, il greenpass non funziona

In tutta Italia sale cinematografiche e teatri e musei praticamente vuoti. O molto poco pieni. Mi giungono notizie tristissime.

Nonostante sia possibile riempire le sale di spettatori al 100% della capienza, la cultura è disertata.

La gente, terrorizzata da media (tutti, anche quelli non filo-governativi, che vivono raccontando la vulgata cosiddetta d'opposizione) ha paura a sedersi al chiuso, anche se vaccinata e munita di lasciapassare. 

Tant'è che quei pochi siedono e guardano e ascoltano con tanto di mascherina in faccia.

Ormai sappiamo che il "greenpass" non difende dal virus, e anzi, sembra, come accade a Gibilterra dove tutta la popolazione all'100%, è vaccinata, può portare a una recrudescenza della pandemia.

Tutti, alle Colonne d'Ercole, pensavano di esserne al riparo, giravano liberamente, e invece...! A Natale i gibraltini (scusate il neologismo, ma preferisco a gibilterriani!) dovranno rimanere tappati in casa.

Dunque, dato che abbiamo a che fare con un virus che si modifica, e che le cure non si vogliono affrontare e si preferisce gestire la pandemia con il sistema dei colori giallo arancione rosso per le Regioni, i cittadini italiani ogni 6 mesi si vedranno costretti a vaccinarsi, ma vivranno ancora chissà per quanto con il rischio e la minaccia di ricascare nella situazione peggiore, e certamente nelle stagioni fredde sarà così, perché, almeno per ora, il vaccino non è assolutamente risolutivo. 

Il generale inverno poi, lo sanno anche i bambini, porta le influenze.

Intanto, come dicevo, oltre la sanità, anche la cultura è a pezzi, e lo sarà anche quando la maggioranza della popolazione avrà  tre vaccini nel carnet: lo spettatore preferirà godersi visione e ascolto, netflixianamente, da casa.

Diteglielo a Franceschini che il "greenpass" non funziona per far tornare il pubblico in sala.

Ma lui credo che in fondo sarà contento, ha tanto sostenuto ideologicamente, e finanziato con soldoni, la cultura "in linea".

martedì 16 novembre 2021

Programma novembre e dicembre, con spettacolo di San Silvestro, al Teatro La Baracca

Ecco il programma aggiornato degli spettacoli alla Baracca fine al 31 dicembre 2021, quando debutteremo con una bella novità, un'opera di teatro popolare, PANE. E' la prima volta in assoluto che La Baracca aprirà per San Silvestro.

27 novembre, Bévere (inizio ore 19,30)
7 dicembre Cornuta (inizio ore 21)
18 dicembre L'infanzia negata dei celestini (spettacolo e proiezione video, inizio spettacolo serale da confermare.
26 dicembre La vera storia delle polpette (teatro-ragazzi, ore 17)
31 dicembre, Pane (Inizio spettacolo ore 21,45)


Lo spettacolo del 31 dicembre sarà seguito da piccolo buffet e brindisi, con possibilità di usufruire, tempo permettendo e botti, anche dello spazio all'aperto, il Pereto.
Per tutti gli spettacoli è obbligatorio prenotare. Daremo poi altri dettagli per lo spettacolo di S.Silvestro.
Ricordo che la scelta del teatro la Baracca è di accogliere un numero limitatissimo di spettatori, oltre alle regole consuete di prevenzione anticovid.

(P.s. Il pane della foto è di grano saraceno e, come la foto, opera mia).

Recensione su La Brocca Rotta alla Baracca



“LA BROCCA ROTTA”  AL TEATRO LA BARACCA DI MAILA ERMINI

(12-13 novembre 2021) Regia, riduzione e interpretazione di Gianfelice D’Accolti

One man show

Folgorante messa in scena del capolavoro di Heinrich von Kleist a La Baracca.  Un gran peccato per chi si è perso “La Brocca Rotta” (Der Zerbrochne Krug, 1802)  per la regia, riduzione e interpretazione di Gianfelice D’Accolti, straordinario artefice di una performance da “guinness dei primati” con ben 12 personaggi restituiti in un unico corpo recitante.

Si è trattato di una prima assoluta  mondiale con un tal genere di messa in scena che ha rivisitato uno dei testi teatrali più celebrati e complessi che ha fatto la storia della drammaturgia moderna, illuministica e postrivoluzionaria, grazie al pensiero anticonformista del suo geniale autore.

Si tratta di una tragedia moderna assai ispirata e di rara sensibilità artistica che coinvolge lo spettatore per la lucidità dell’analisi e per il sommesso realismo che spicca in un’epoca di parrucconi e in un’ambiente fortemente ingessato come lo era la Prussia agli inizi del XIX secolo. Un’opera di teatro condotta intorno allo spinoso tema, ieri non meno di oggi,  di una giustizia zoppa, fortemente “sbilanciata”, che si rende padrona dei destini dell’uomo, prevaricando persino nella goffaggine dell’irriducibile arroganza dettata dal potere che l’alimenta.

Gianfelice D’Accolti ha  restituito con grande efficacia la giusta atmosfera attraverso una sapiente regia,  dirigendo se stesso “a viso aperto”, senza sconti, prima operando  felici “cesure sartoriali” nella ricomposizione studiata ad arte del testo originale e poi, soprattutto, nella scelta di far parlare con un’unica voce  i tanti protagonisti della vicenda processuale che accompagna, l’intera surreale vicenda della Brocca Rotta nella palese metafora con la realtà, non disgiunta da significati non più che reconditi. Una storia che si traduce  nella  molteplicità delle tante implicazioni, etiche e morali,  sollevate nelle mille sfaccettature che accompagnano  tutti i personaggi in scena come fossero un’unica faccia della stessa medaglia. Nella rilettura di Gianfelice si ricostruisce perfettamente l’atmosfera del grottesco dibattimento svoltosi in aula all’interno di un processo tanto farsesco da avere nel giudice della corte,  l’infingardo Adam, il colpevole da incriminare. Usurpatori e vittime, giudici e imputati stanno allo stesso tavolo, insieme ai lacchè del potere, mirabile la figura del subdolo cancelliere Licht, e all’indignazione dei testimoni che si alternano in giudizio, dove emerge la verve polemica di Marthe,  madre della vittima Eve. Tutti costoro saranno infine soverchiati  dall’ordine costituito che andrà a livellare tutto sotto la coltre dell’ipocrisia di Stato. come spesso accade nell’immutabile ripetersi della storia dei diritti calpestati e di una giustizia mai onesta fino in fondo. Una drammaturgica quella di Kleist che pur vecchia di 220  anni  non sembra proprio dimostrarli perché si rivela attualissima nella dimensione, anche esistenziale, di una veridica contemporaneità, qui esaltata nei suoi tratti essenziali dalla magistrale interpretazione di Gianfelice che restituisce con grande incisività gran parte delle mal celate  verità che si ripetono ab libitum fino alla resa dei conti finale. Suggestiva e commovente l’immagine che traspare di un Kleist  che pare identificarsi in Eve,  giovane vittima dell’inganno insospettabile e dell’ingiustizia sovrana. Un’opera anche per questo  di grande passione, intimista e poetica per l’autore, che sfuma nell’evidente vis satirica che la rende universale e senza tempo attingendo alla cronaca di quel tempo. In questo si esalta l’insuperabile performance attoriale di Gianfelice D’Accolti, un vero mattatore che svolge e riavvolge la trama nell’efficace riduzione dello spartito originale, dando voce, carattere e singolare connotazione drammatica, distintamente modulata nei toni ora appassionati, ora ironici, ora mistificanti rappresentativi di tutti i protagonisti  interpretati come fossero un'unica cosa.

Gianfelice non è però un folle “one man show”, un Paganini del gesto e della  parola in cerca di un primato fine a se stesso, bensì  un abilissimo regista-attore che traspone l’aspetto grottesco della storia costruita dall’autore in un potente j’accuse che coinvolge una ad una tutte le parti in causa. Nella funambolica riproposizione che ne fa Gianfelice, colpisce soprattutto la figura dello storpio quanto disonesto giudice Adam, ottuso strumento del potere guidato dall’arbitrio personale protetto dal ruolo svolto nella società, che si ritroverà alla fine del processo, per il godimento di tutti gli spettatori, travolto esso stesso dalla logica di quel potere da lui abusato. Giustizia pare fatta, ma a ben guardare non sarà proprio così. Infatti,  la povera Eve trasformata, da vittima insieme di un abuso e di un inganno, in un’incolpevole seduttrice nei confronti del suo corruttore, lo spregevole giudice  Adam, resterà senza una giusta riparazione. Il  giudice Adam di contro è reso reo di avere rotto la brocca e quindi abietto di fronte a quella stessa giustizia, fin ad allora impunemente gestita pro domo sua ed  inutilmente (goffamente) oscurata di fronte all’autorità superiore, personificata da Walter, consigliere di giustizia,  colui che, osservando lo svolgimento della causa,  lo stava casualmente giudicando nella sua mansione di giudice.

Il prezzo della Brocca Rotta sarà dunque risarcito ma non già le ferite lasciate dalla violenza subita da Eve. quasi fossero  conseguenze collaterali del maggior torto subito, della vergogna di una resa. Alla fine di tutti i salmi, Adam più che dalla malsana attrazione per  Eve, sarà  dunque vittima della sua stupida arroganza e dal suo ritenersi “dio in terra”  fino ad essere punito per lesa maestà proprio come Adamo con Eva tanto da rovinare per sempre l’Umanità tutta.  Che storia!

***

 Prima di lasciare la sala, un poco stordito da tanta spregiudicata finzione giuridica, non ho potuto fare a meno di immaginare nel mentre Adam, alias Gianfelice, usciva di scena zoppicando ancor più maldestramente di quando, scappando in fretta e furia dalla camera di Eve, fece fatto cadere, rompendola, la preziosa brocca dalla mensola, ed ancor prima che si chiudesse il sipario, al clamore della gente che lo avrebbe atteso dileggiandolo fuori dal tribunale.

Un pensiero questo che mi ha rimandato al testo del Gorilla scritto da Fabrizio De André. Parafrasando quel testo ho inteso che Adam non avrebbe passato un bel momento e in testa mi risuonava il refrain :  «Attenti al gorilla!  Dirò soltanto che sul più bello dello spiacevole e cupo dramma piangeva il giudice come un vitello  negli intervalli gridava mamma. Attenti al gorilla!».  

***

Grazie Gianfelice per tutto l’impegno profuso nel mettere in scena in solitaria un’opera tanto complessa come questa di Kleist .

Grazie Maila per aver reso ancora una volta questo tuo piccolo teatro il cuore pulsante della città.

Grazie ad entrambi per la passione, la professionalità  e la profonda dedizione che sempre dimostrate, dentro e  fuori dal sipario, nei confronti di tutte le storie narrate.

G.A.C.

giovedì 11 novembre 2021

Tabu sulla persona

Rilevo un meccanismo interessante che si attua nei confronti di certe persone, e lo rilevo su di me e, come entomologa dell'insetto che in sostanza sono, mi sembra giusto, con gusto e con diletto, metterlo in evidenza.

Vedo con soddisfazione che dopo le nostre Camminate per Gonfienti, da taluni reputate inutili, e dopo la nostra raccolta firme per il Museo Etrusco a Prato, dal Comune dichiarate inesistenti, pure qualche (finto) interesse rinascere sull'area archeologica.

Se ne parla addirittura sui giornali, e ripetutamente.

Non mi faccio alcuna illusione, beninteso, ho troppa esperienza sull'argomento,  quanta sul campo per non capire quello che accade. Ancora praticamente niente; anzi direi che il peggio si profila all'orizzonte.

Osservo però che mentre se ne parla e se ne scrive riconosco lo stesso sistema tabu sul mio nome e sulla mia persona.

Di questo silenzio ho patito in primo luogo esperienza nel mio campo, quello cosiddetto artistico, da parte di gente che si è nutrita da me e con me per poi negarmi addirittura, come si dice, primogenitura. Silenzio nei curricula, per esempio. Plagi, documentati; plagi sbiechi eccetera. E poi si sa, esistono maestri, ma la maestre, via, sono solo quelle delle elementari. I drammaturghi poi sono uomini, decisamente, e per quanto riguarda le registe, meglio le donne solo attrici.

Il tabu ha a che fare con l'invidia, ma non solo.

Sulla tribolata questione dell'area archeologica pratese, Gonfienti, che porto avanti in prima persona con notevoli danni economici e sociali, invece è avvenuto questo: sono stata prima dileggiata, poi calunniata, insomma in qualche modo intimorita, e poi si è arrivati al tabu, ossia alla innominabilità o all'allontanamento. 

Le mie posizioni in materia sono reputate intransigenti e non son munita di appoggi di partito, istituzionali, o di casta, né annovero amicize importanti o cose similari.

E questo dice di quanto questa battaglia sia fastidiosa, quali gli interessi in campo, e si cerchi in vario modo, ancora una volta, di annacquarla e spengerla, come un colore troppo acceso.

mercoledì 10 novembre 2021

Il Pianeta Macchina


La pandemia, oltre che a finire bene, "andrà tutto bene", doveva renderci tutti più ecologici, tutti più rispettosi dell'ambiente.

Molti fautori e sostenitori delle misure governative contro la circolazione del virus, vedevano  nei "lockdown" il viatico per una nuova civiltà, un nuovo modo di vivere il pianeta.

GREEN.

Invece si sta verificando l'opposto, e il Pianeta Terra ormai, non certo da oggi ma ora sì in questa pandemia definitivamente! è un diventato il Pianeta Macchina.

Le macchine, tutte, hanno ripreso a invadere i pochissimi spazi ancora rimasti di quello che una volta era il Pianeta Terra.

Hanno riempito tutti gli spazi anche interni dell'uomo, che non ha più scampo. E non lo vuole avere.

Perché, a che serve, avere scampo?

Il virus, detto Covid 19, è molto servito alla riproduzione di macchine.

Anzi, potremmo dire che è stata la macchina a creare il virus.

E non è un luddista a sostenerlo!

In particolare, non so se l'avete notato, si sono moltiplicate in maniera smisurata le automobili: andiamo tutti in carrozza...! altro che ciclabili dove vado solo a dimagrire, e davanti alle scuole i ragazzi vengono scaricati come si deve e in fretta da Suv e altre mega-auto con in mano i loro prolungamenti elettronici, anch'essi ormai imprescindibili per tutti, con cui mi comunico e mi fotografo.

Il pedone non esiste più o, come aveva già preannunciato Bradbury in un suo famoso racconto, va a giro a suo rischio e pericolo.

Può essere arrestato, e non solo dalla polizia. Perché potrebbe essere un manifestante. Un oppositore.

Attento, pedone!,  sarai fermato, anzi già lo sei, se non altro dalle macchine che devi scansare in continuazione nel tuo stupido e solitario viaggio come in un percorso a ostacoli.

Ma in fondo, a parte qualche ultima perplessità, le macchine stanno bene a tutti, perché...che male fanno le macchine? Bisogna vedere come le usi e poi... servono: a sbrigarsi, a curarsi, distrarsi, a trovarsi e trovare vie piazze negozi ristoranti, incluso ad amare, e sì...odiare! 

Questo sentimento così fintamente sopito dalla morale televisiana, è sbocciato seducente come una pianta carnivora.

Infatti, anche se non ne sappiamo nulla nonostante l'inondazione quotidiana di notizie, non viviamo nell'infosfera?, anche se non ci pensiamo affatto, chissà quante bombe nel frattempo saranno state fabbricate. Quante nuove potenti bombe per distruggere l'odiato nemico. Quanti fantastici dispositivi per la guerra, mascherati da opportunità per il futuro, magari per fare il turista nello spazio. 

Bombe che stanno là, ma potrebbero un giorno stare anche qua.

Con il beneplacito democratico, s'intende.

In fondo le macchine dipende da come le usi.

C'è un modo diverso di vivere nel Pianeta Macchina?


lunedì 8 novembre 2021

Gonfienti buttato alle ortiche

Pubblico un intervento del professor Centauro in merito alle 1586 firme per il Museo Etrusco a Prato che, secondo  l'Amministrazione di Prato, "non esistono".

Se fossero venuti alla presentazione alla Baracca, tra l'altro il presidente del consiglio cittadino ci abita vicino vicino, avrebbe visto che ci sono davvero!

Come ha dimostrato la stampa con tanto di foto.

La malignità qui sfiora il sublime: sanno bene che esistono e dicono di no con la scusa che non seguirebbero chissà che iter, seguendo il quale tra l'altro molte firme qua e là per l'Italia davvero sono state mandate al macero e fatte scomparire!

A rigor di logica dovremmo anche negare l'esistenza di molti di coloro che fanno parte della giunta, e non solo, che sembrano davvero non esistere, non seguono l'iter della realtà, e riusciamo a vederli sono on-line sui social!

Etruschi alle ortiche

Il disimpegno totale dimostrato nei confronti del patrimonio archeologico etrusco di Gonfienti, pervicacemente perseguito da anni da parte di chi oggi amministra la cosa pubblica cittadina, va ben oltre l’obliterazione di un’interpellanza foss’anche dovuta a cause formali, equivale a marcare definitivamente il disinteresse  nei confronti di una risorsa di inestimabile valore qual è il grande insediamento etrusco sul Bisenzio Un tesoro storico che la città pur possiede, ma che ha il torto di trovarsi laddove questi beni confliggono con ben altri interessi. Oggi brucia il volgare segno di dispregio assunto nei confronti dei tanti cittadini che da tempo spingono per la conoscenza e la valorizzazione di questa scoperta, tanto che, pur trovando da anni chiusi i cancelli,  si moltiplicano le richieste e in ben 1583 cittadini, senza patenti politiche, firmano l’appello per non dimenticare e far riprendere in mano il progetto, ancor vivo dopo il 2006, di creare un museo etrusco nell’ex fienile di Villa Fiorelli, nel cuore stesso degli scavi, in modo da garantire una continuità di conoscenza e di fruibilità per i visitatori tra il parco archeologico che qui sorgerà  e i preziosi reperti di volta in volta  saranno recuperati, oltre quelli già restaurati. Perché dunque negare a queste persone e a tutta la cittadinanza le ragioni, se ci sono, che giustificano una così forte lontananza culturale verso la Gonfienti etrusca? Tutto ciò porta solo discredito nei confronti dei nostri territori e delle nostre risorse culturali di più antico e nobile lignaggio, sulle testimonianze più palpabili che ci hanno dato la misura del tempo e segnano le conclamate origini delle colonizzazioni etrusche nella Piana e con esse l’incipit stesso della città che verrà. Così facendo si tende progressivamente all’azzeramento di quanto finora fatto da oltre vent’anni a questa parte anche con ingenti sforzi economici sostenuti, prima per l’accertamento e la messa in luce dei reperti, poi, con denari pubblici, per la messa in sicurezza delle parti strutturali dell’insediamento etrusco quali le grandi strade glareate, le murature di fondazione di case e dimore elitarie, la fitta rete di canalizzazioni ecc. e per il recupero e il ripristino degli straordinari manufatti dell’architettura etrusca che qui sono stati rinvenuti, ma anche per  il restauro dei preziosi manufatti mobiliari contenuti nelle dimore messe in luce.  Perché mai rinunciare a tutto questo e rendere sempre più asfittiche le attività di ricerca sul campo fino a portare i reperti della città fuori dal loro contesto? Rinunciare alla valorizzazione di tutto questo coincide con una perdita secca di ricchezza per la comunità. E pensare che c’è chi ancora pensa che si tratti di “quattro sassi”, ma per questi i casi sono due: o coloro sono  in malafede o sono vittime di una strisciante quanto evidente disinformazione alimentata dagli “assordanti silenzi” che da un decennio a questa parte accompagnano l’intera vicenda.

Giuseppe A. Centauro


domenica 7 novembre 2021

Per il Comune di Prato Gonfienti non esiste


L'articolo, su La Nazione di oggi in Cronaca di Prato, riporta un question time su Gonfienti presentato dal consigliere Claudiu Stanasel, che l'Amministrazione Comunale ha bocciato.

Per la Giunta Biffoni non esiste la raccolta firme, non esistono le 1583 persone che finora hanno firmato.

Non esistono nemmeno gli articoli che sono comparsi sulla stampa, e non sono state fatte le sette Camminate.

Dunque e soprattutto! non esiste il sito di Gonfienti, che vogliono naturalmente nascondere prima possibile per costruire, nei terreni nel Comune di Campi Bisenzio davanti agli scavi, mega capannoni e ampliare velocemente l'Interporto: quest'ultimo non in funzione di interporto, bensì di speculazione edilizia...

In realtà temono molto l'azione civile, tant'è che girano voci sulla fretta con cui starebbero allestendo il museino a Campi sotto una Rocca Strozzi, malconcia e non in sicurezza.

Dobbiamo prendere atto che, come in effetti non esistono concretamente le firme in Comune, sono state solo presentate in conferenza stampa, così non esiste la Giunta rispetto a buona parte della cittadinanza. Non esiste perché concretamente non li vediamo mai, SE NON SU FACEBOOK, non ne percepiamo la presenza politica e amministrativa, se non in senso negativo e oppressivo!

Anche noi li bocciamo, perché hanno intrapreso, rispecchiando la politica nazionale, una deriva autoritaria!

Invitiamo tutti a continuare a rispondere a questa politica sorda e cieca, che mostra solo la faccia del disprezzo,  prepotente, firmando per il Museo Etrusco a Prato.

VERGOGNA.

https://chng.it/Ss9bbrnkPd

sabato 6 novembre 2021

L'Arte è Motel

Paràfraso un detto di Arbasino; lui parlava di letteratura, io sostituisco con teatro; è un piccolo gioco, e potete divertirvi a metterci l'arte che più vi piace:

Valutare il teatro in base al numero di spettatori

(Lui diceva: Valutare la letteratura in base alle classifiche)

È come valutare i ristoranti in base ai coperti.

Vincerebbe sempre il Motel Agip.

Ecco perché oggi l'arte tutta è Motel.

E presto, e in parte già ora, non sarà nemmeno più.


giovedì 4 novembre 2021

Non esiste una epidemia dei non vaccinati

Dichiarazione dell'austriaco Herber Kickl, Presidente del Partito delle Libertà Austriaco, del 30 ottobre 2021:

Signore e signori, non esiste una pandemia dei non vaccinati. Chi dichiara questo sta facendo propaganda. Il governo ne ha bisogno, perché è su questo che basa tutte le sue atrocità. Cosa invece esiste è l’inefficacia del vaccino e quindi una diffusione aumentata del virus tra i vaccinati, ma anche attraverso di loro. Ed è questo il problema che ci troviamo davanti. Il problema reale. E non ne faccio certo una colpa ai vaccinati, che secondo le dichiarazioni del governo, sarebbero persone che vivono nella totale sicurezza. Si tratta di persone che, attraverso le dichiarazioni del ministro della salute e di tutti coloro che hanno aderito a questa campagna, si sentono al sicuro.

Queste persone sono state prese in giro. Sono state tradite, prese in giro e gli è stato fatto credere di vivere in una sicurezza fasulla. E la manipolazione che era in atto, è in atto anche ad oggi.  E questo è particolarmente deplorevole. Basta semplicemente dare un’occhiata alle dichiarazioni chiave della campagna vaccinale ancora in corso del governo federale. Il governo sta portando avanti insieme alla Croce Rossa una grande campagna vaccinale. Di fianco a questo regime autoritario che è stato creato, la campagna è il secondo metodo atto alla manipolazione delle persone che vengono così spinte a partecipare a questo esperimento.

Vediamo quindi quali sono i messaggi subliminali della campagna in questione. Le persone vengono convinte del fatto – a proposito, grazie a soldi pubblici delle loro tasse -. Che attraverso la vaccinazione la pandemia giungerà al termine. Questo è uno dei messaggi della campagna vaccinale. Lo slogan è: “Così mettiamo fine alla pandemia”. Una semplice menzogna. Viene poi inculcato alle persone che attraverso la vaccinazione gli anziani non possano più essere contagiati da giovani e bambini. Si tratta di quegli spot osceni dove persone anziane vengono messe davanti a un microfono e gli viene fatto affermare che ora i nipoti possono finalmente tornare a trovarli. Il che non ha alcuna evidenza scientifica. In questa campagna vaccinale alle persone viene detto che dopo la seconda dose si ottiene una protezione totale. Questo non lo affermano nemmeno le case farmaceutiche, ma in questa campagna vaccinale il governo austriaco insieme alla Croce Rossa invece lo fa.

Alle persone viene poi detto che chi non si vaccina si ammala, come se non esistessero casi asintomatici, come se non esistesse un’immunità cellula mediata, come se non esistesse un’immunità crociata. Anche questa affermazione della campagna vaccinale è priva di alcuna evidenza. E per quanto concerne i giovani ci si da dentro, cercando di fare leva sulla loro necessità di contatto sociale. I giovani vengono così disinformati, dicendo loro che possono entrare i un locale notturno soltanto previa vaccinazione. Tutt’ora questo non è previsto da nessuna norma, ma leggiamo questo: “Tutti vanno in discoteca. Tranne Tania, che crede che il vaccino faccia venire l’emicrania”. Questa è pura disinformazione. Quello che è scritto qui non rappresenta lontanamente le leggi che sono in vigore. Quello che viene qui dichiarato non è vero. Ce ne sono tanti di slogan di questo tipo: “Tutti vanno in discoteca. Tranne Donato, perché non si è ancora bucato”.

Signore e signori, questa è semplice manipolazione del proprio popolo priva di alcuna evidenza, per spingere le persone verso questo ago. Penso sia un giochetto vergognoso, immorale e criminale. Per questo motivo sporgeremo denuncia secondo il paragrafo 6 della legislazione farmaceutica presso l’ufficio federale per la sicurezza sanitaria. Nel paragrafo 6 della legislazione farmaceutica si parla di mistificazione, e se i messaggi che vengono diffusi nel contesto di questa campagna non sono considerati mistificazione, allora si apre in futuro la porta ad ogni tipo di disinformazione manipolativa nel settore dei farmaci o dei vaccini.

Signore e signori, la strategia del governo federale conduce al disastro. Oggi vi posso anticipare che verremo catapultati in una quarta ondata. I numeri schizzeranno alle stelle e il sistema sanitario dovrà affrontare enormi problematiche, anche per il fatto che in passato è stato oggetto di tagli drastici e negli ultimi due anni, anno e mezzo, non è stato equipaggiato adeguatamente. Pensate un po’, tagli ai fondi destinati alla sanità e nessun letto in terapia intensiva aggiuntivo, nonostante quella che viene definita come la più grande pandemia che si sia mai verificata nella storia dell’umanità. Chi è il responsabile di tutto ciò?

Si crea poi una situazione in cui un centinaio, un centinaio di pazienti in terapia intensiva, porta una società moderna al collasso. E di conseguenza all’annullamento in un Paese dei diritti fondamentali. Ma dove stiamo vivendo? Dove stiamo vivendo? Signore e signori, questo è un fallimento totale. È un fallimento totale e tutto perché il governo continua a puntare tutto sul vaccino come cura di tutti i mali. E chi non cambia immediatamente questa strategia è un irresponsabile che mette a repentaglio tutti. È qualcuno che ha sulla coscienza delle vite umane, lo dico chiaro e tondo. È qualcuno che polarizza la società. Chi non cambia questa strategia è qualcuno che pesta con i propri piedi i diritti fondamentali e di libertà. Ed è qualcuno che porterà questo Paese nel prossimo lockdown e non soltanto per i non vaccinati, perché non servirebbe a niente, ma anche per i vaccinati. E andrà a finire così. Ed ecco il prossimo attacco al benessere nel nostro Paese, che è stato costruito da generazioni e che ora viene messo in gioco da un governo irresponsabile e incapace di apprendere.

Signore e signori, penso che il direttore europeo dell’OMS non possa essere definito un “complottista”, nemmeno tra le file del governo. Quest’uomo è il dott. Hans Kluge e questo direttore dell’OMS ha dichiarato quanto segue. Ha detto che i vaccini non porranno fine alla pandemia di Covid-19 e che i governi devono cambiare le proprie strategie per gestire la diffusione del virus. E cosa fa il nostro governo? Il nostro governo fa esattamente l’opposto. Il nostro governo punta tutto sul passaporto vaccinale. Si tratta di pura follia, a costo della salute delle persone e a costo dei diritti fondamentali e di libertà. Quello che vogliamo noi liberali è l’immediata messa in atto di un piano B. Un piano B senza ritorsioni. Questo piano B consiste nei seguenti punti:

Primo. Porre immediatamente fine a ogni forma di obbligo vaccinale. Non si può svantaggiare chi non si sottopone alla vaccinazione, per qualsiasi motivo. Non ci possono essere ritorsioni. Chi vuole vaccinarsi è libero di farlo, meglio se in seguito a un consulto con il proprio medico di famiglia, sulla base della propria anamnesi. Questo sarebbe in realtà il procedimento da seguire. Non quello di ricevere il vaccino alla cassa del supermercato, o tramite un pulmino adibito alla vaccinazione davanti alla scuola. E nemmeno la sera davanti a qualche discoteca, come all’epoca, quando i cacciatori di balene cercavano di arruolare i marinai che stavano ubriachi nei bar del porto. Ecco, una cosa simile viene oggi fatta con i vaccini quando si cerca di attirare giovani davanti alla discoteca. Questo è il primo punto.

Il secondo punto è invece l’utilizzo immediato di medicinali per i contagiati. L’utilizzo immediato di medicinali per evitare forme gravi della malattia. Signore e signori, sapete bene che da molto tempo qui vengono utilizzati con successo medicinali già disponibili, e che nuovi medicinali sono in via di conferma, oppure in via di produzione. L’utilizzo di questi medicinali ha un vantaggio enorme, ha il vantaggio che non tutta la popolazione sana debba essere vaccinata, bensì che l’applicazione di questi farmaci possa essere destinata a coloro che hanno un’infezione o cui è stata diagnosticata una malattia. Ciò significa che non devo esporre l’intera popolazione al rischio di effetti collaterali. E questo è fondamentale. Ancora di più quando si è consapevoli che grandi fette della popolazione sotto i 60 anni, statisticamente hanno un rischio pari a zero di sviluppare una forma grave del Covid, oppure del decesso causato da quest’ultimo.

Si dice però che tutto questo non si può fare e che bisogna per forza vaccinare. Va bene tutto signore e signori, ma neanche l’HIV si è combattuto con un vaccino. L’HIV si combatte con l’uso di medicinali. Per me questo è importante perché nella narrazione del governo – sto parlando di nuovo di quelle campagne manipolative -. Viene detto che si è protetti soltanto grazie al vaccino. Non è vero. Sappiamo che il Covid-19 si può curare molto bene con i medicinali e sappiamo che con un intervento rapido di questi medicinali, le forme gravi del virus sono evitabili e la mortalità riducibile. E quindi anche le ospedalizzazioni e di conseguenza il sovraccarico del sistema sanitario. Quindi si scopre che tutte queste conseguenze negative che stiamo vivendo ora sono in realtà completamente inutili.



Bravo il Sindaco Szumski!

Bravo  Riccardo Szumski, medico e sindaco di Santa Lucia di Piave, nella Marca Trevigiana, che agisce concretamente contro la tessera verde!

Non si è vaccinato (anche se non è un no-vax), aiuta e sostiene le terapie domiciliari nel suo comune, e delibera, insieme a tutto il comune, contro il "green-pass".

Bravo Mariga! (in veneto, sindaco).


https://www.qdpnews.it/comuni/santa-lucia-di-piave/santa-lucia-di-piave-il-consiglio-comunale-approva-delibera-contro-il-green-pass-e-un-ricatto-nei-confronti-delle-persone/

Una brocca rotta ancora può servire

Tempi scuri e asfissianti, in cui, sovrastati e intontiti dagli eventi, sembra che l'arte non abbia più molto da dirci.

Noi continuiamo decisi a occuparcene, e questa volta con una gustosissima commedia classica che più attuale non si può, rappresentata però in modo non convenzionale.

Ricordo che l'autore della commedia, Kleist, ha scritto anche il racconto Michel Kohlhaas; e se non l'avete letto, leggetelo; vi si parla di soprusi e lasciapassare.

E anche La brocca rotta serve bene a questi tempi, ché s'adatta precisa alle truffe, agli inganni e i soprusi del potere di oggi.

Sono occasioni da non perdere,  prenotate.


Venerdì 12 e sabato 13 novembre ore 21 al Teatro La Baracca

LA BROCCA ROTTA di Heinrich von Kleist

regia riduzione e interpretazione di Gianfelice D'Accolti


Rappresentata da Goethe a Weimar nel 1808, La brocca rotta (Der zerbrochen Krug, pubblicata nel 1811), è una commedia che il drammaturgo tedesco Heinrich von Kleist scrisse nel 1806 ispirandosi ad una incisione di Jean Jacques Le Veau, "Il giudice o la brocca rotta" (Le juge ou la cruche cassée del 1782).

Adam, giudice disonesto e un po' infingardo di un villaggio olandese, ha tentato un'avventura notturna con una giovane e bella ragazza, Eva, la quale gli ha resistito; scoperto senza però essere riconosciuto, l'uomo le ha prese di santa ragione dal fidanzato di lei.
Nel tafferuglio viene rotto un orcio di un certo valore, di cui la madre della ragazza chiede il risarcimento con una querela presentata davanti al giudice. La donna è convinta che il colpevole del danno materiale e dell'impresa amorosa sia Roberto, il fidanzato della figlia, e pertanto pretende che lui ripari sposandola. Il processo si svolge alla presenza di un consigliere di giustizia venuto da Utrecht per un'ispezione all'ufficio del giudice e Adam, nonostante ricorra alle più sfrontate menzogne, è assediato dalla verità fino a quando la ragazza lo accusa apertamente.

A distanza di due secoli la commedia conserva intatte le domande: cos'è la verità? Dov'è la verità? Chi gestisce la verità? Chi la manipola? É un bene e un valore assoluto? O una merce di scambio? É negoziabile? Esiste la Giustizia? E' figlia della Verità? Monologo, dialogo, trio, poi quartetto, e polifonia e infine sinfonia di voci e caratteri, di tipi e personaggi, di figure allegoriche e simboli viventi: musica della sempiterna lotta tra Bene e Male, Realtà e Apparenza, Oggetto e Soggetto. 

La sfida ardita e unica! della messinscena di Gianfelice D'Accolti di essere unico interprete di tutti  i personaggi è quella di mostrare la dialettica tra molteplicità e unità e, nel contempo, di svelare l’insidiosa unità del molteplice.

 

mercoledì 3 novembre 2021

PPP : 46 anni senza sapere la verità


Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d’esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m’hanno oscurato agli occhi l’erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c’è solo l’ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest’angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.
Pier Paolo Pasolini
Assassinato il 2 novembre 1975, Lido di Ostia
Da Canzoniere per T. (Inedito, pubblicato in PPP, Tutte le poesie, Milano, 2009, (I Meridiani, tomo II, p. 689).
T. è Tonuti Spagnol, contadino di cui Pasolini si innamorò).

martedì 2 novembre 2021

Al Cimitero Brasiliano di Pistoia il nostro Spettacolo della Città


Al Cimitero Militare Brasiliano di Pistoia - di cui tanto si parla per la visita del presidente Bolsonaro - ricordo che vi facemmo una tappa importante dello Spettacolo della Città. Era il 2016.

Quasi nessuno dei partecipanti sapeva della sua esistenza.

Lo scrivo per ricordare le belle cose che abbiamo fatto, e che non abbiamo potuto più replicare a causa della pandemia.

Il Comune di Pistoia non ci dette un centesimo, nemmeno nella replica.

Qualcuno ha tentato di scopiazzare il teatro-tour in pullman, ma è una formula parecchio difficile da realizzare e di poco guadagno. Per questo i furbastri hanno desistito o meglio, fallito.

A Pistoia ci fu di grande aiuto invece il Circolo Arci Garibaldi, senza il quale non avremmo potuto realizzare il teatro-tour.

Al Sacrario Brasiliano rappresentammo Seneca.


http://primaveradiprato.blogspot.com/2016/04/commenti-e-foto-de-lo-spettacolo-della.html

http://primaveradiprato.blogspot.com/2016/05/lo-spettacolo-della-citta-pistoia-2.html

Novembre e dicembre 2021 al Teatro La Baracca

Continua il percorso teatrale e poetico alla Baracca con alcune modifiche al programma a cui è costretta per appuntamenti...fuori sede!

Forse la Baracca pecca di autoreferenzialità, ma vivendo senza finanziamenti pubblici da diversi anni ormai,  non può più invitare artisti da fuori, non li potrebbe pagare dignitosamente come invece faceva fino a quando lo spazio era incluso nel circuito Sipario Aperto, che la cultura toscana regionale ha provveduto frettolosamente a cancellare.

Ma se si parla di autorefenzialità, altri teatri non scherzano. Restando a Prato, ma il concetto si potrebbe estendere a molti altri luoghi culturali vicini e lontani, il Metastasio non scherza! Ci risulta che prenda un milione di euro per la prossima stagione, soldi pubblici, ma la direzione agisce, mia opinione sulla programmazione, totalmente in modo autoreferenziale.

I prossimi spettacoli al Teatro La Baracca, da novembre a dicembre 2021 sono, per adesso, i seguenti:


Venerdì 12 e sabato 13 novembre ore 21

LA BROCCA ROTTA di Heinrich von Kleist  

regia riduzione interpretazione di Gianfelice D'Accolti


Sabato 27 novembre ore 21

BéVERE scritto e interpretato da Maila Ermini con Gianfelice D'Accolti

(Lo spettacolo debutterà il 20 novembre al Teatro Magnolfi di Prato, serata organizzata da ACAT, ma aperta a tutti con biglietto).


Sabato 18 dicembre ore 21

L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI 

di Maila Ermini

Seguirà video-testimonianza di uno dei protagonisti della vicenda.


Domenica 26 dicembre ore 21

LA VERA STORIA DELLE POLPETTE                        Teatro-ragazzi

di e con Pagliaccia Secca.    


(Programmazione in aggiornamento).



lunedì 1 novembre 2021

Quando si annunciò il ritrovamento del decumano etrusco


Guardate la foto. Si tratta della conferenza tenuta in Provincia da Gabriella Poggesi nel 2009, durante la quale l'ispettrice della Soprintendenza fiorentina annunciava i ritrovamenti del decumano etrusco nel fienile di Villa Niccolini (come si evince anche nella slide).  Ancora l'opzione Antiquarium nell'area degli scavi non era stata affossata definitivamente, come invece sarà in seguito per dirottare il museo etrusco di Gonfienti a Campi Bisenzio. E ora sappiamo anche il motivo.

La parola libertà

 

Er grillo zoppo di Trilussa, cantato.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.