venerdì 30 giugno 2023

Io Malaparto a Palazzo Datini



Ieri sera, giovedì 29 giugno, ho replicato, nell'ambito della Pratestate, Io Malaparto, Lettere a Curzio a Palazzo Datini a Prato.

Il pubblico ha commentato lo spettacolo con un lungo applauso, e poi le persone sono venute anche ad esprimermi singolarmente la loro soddisfazione.

Grazie.  E' stata una serata molto significativa. 

Ho scritto più lettere di quelle che ho letto, ma mi sono limitata nella scelta, aggiungendo, rispetto alle repliche precedenti, una canzone finale e altri dettagli importanti che ora non elenco.

E forse, dopo aver approfondito il personaggio Malaparte e alcuni suoi testi, ho recitato con maggiore consapevolezza e forza.

Trascrivo due commenti: 

"Bello sentire parlare senza peli sulla lingua. Peccato che questa lingua si senta solo a teatro e nella letteratura, non recitata. ormai considerato pezzo da museo. Che bello se questa lingua parlasse anche fuori, nella vita di tutti i giorni. Brava Ermini, continua a scrivere e a parlarci" (Irene Calamai).

"Cara Maila, mi sono divertito tantissimo a sentire una pratese come me parlare di Prato e i suoi pratesi in modo ironico, tragico ed irriverente come io ti ho insegnato. A presto, Curzio" (Camilla).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho ascoltato ier sera nel gremito - per quanto potesse concedere - cortile atrio di Palazzo Datini il bello spettacolo Di Maila. Il pubblico si é divertito molto, ha partecipato, applaudito (tranne due figure, entrambe sedute, liberamente scandalizzate dalla proposta scenica totalmente non allineata al pensiero Prato-politico-dominante: non hanno "clappato" con gli altri, schifiltosamente intellettualoidi) con vigore e convinta persistenza; Maila era fluida, penetrante, robusta, ironica e sarcastica e i temi scottanti li ha toccati tutti: cinesi, malacovidsanitá, Gonfienti, abusivismo edilizio, letterati proni e lecchini e molto altro. L'equilibrio tra recitato dal vivo (letto e a memoria!), ascoltato dalle fonti radiofoniche con le illustri voci di Malaparte e Moravia e giornalisti che non ho riconosciuto (salaci quelle interviste: quanto diverse dal giornalismo di oggi twitteriano e faisbucchioso; ma i giornalisti non leggono piú?), il tutto coronato dalla sontuosa collana d'ananas e ciliegie canditi della canzone, anche questa dal vivo e alla chitarra, cantata da Maila, inno per una cittá che sembra proprio non meritarla - e non dico i pratesi, tutti per lei, ieri sera, ma i poveri suoi rappresentanti politici, l'ottusa intellighenzia dei musei del tessuto e dei circoli nobili (che gran peccato; un tempo altre risorse umane camminavano per le cittá) e mi domando: se questa donna fosse nata a Milano, cittá grata, non l'avrebbero subito valorizzata, sostenuta, difesa, anche usata se si vuole a proprio tornaconto, ma non ignorata, sminuita, circoscritta? É vero che l'assessore Mangani era ancora assente ier sera, ma é pur vero che le ha comunque concesso la visibilitá che Maila merita nella Pratestate 2023, rassegna da cui difficilmente noi de La Baracca siamo rimasti in disparte: a volte maltrattati, non cosí evidenziati, ma comunque ammessi, certo! Pensare ad un esito contrario avrebbe fatto gridare all'ingiustizia. E ad onor del vero il succitato uscente assessore seppur non s'informi piú se ci sia pubblico ai nostri spettacoli (accaduto malignamente ancora nello stesso Palazzo Datini: fonte sicura, ascoltato con le mie orecchie) gli va dato il merito di aver acquistato ben due o forse tre repliche (ora non ricordo) del mitico "Spettacolo della cittá" a cui partecipó personalmente anche lui (bravo!), cosa poi mai piú successa. Ma torniamo a Maila e al suo ben congegnato dialogo immaginario con Malaparte: operazione intelligente, schietta, godibile e ben ingegnerizzata scenicamente con pochi semplici efficaci gesti teatrali nello stile di un teatro povero e sincero. Che chiama la gente ad essere e sentirsi partecipante, importante, viva.

Gianfelice D'Accolti

Pinocchia in tourneé

    Una foto di Pinocchia...in tournée! (E presto tornerà anche alla Baracca). E qualche commentino del pubblico, non tutti, sennò mi chiedo...