martedì 31 agosto 2010

Celestini, Sacco di Prato e il nostro prossimo teatro

Comunico alcune informazioni, in particolare sugli spettacoli alla Baracca di cui si chiede e si dibatte, anche all'interno di questo blog:
primo fra tutti, visto che in seguito al post "Amos il Celestino" dello scorso novembre ci sono stati interventi e richieste, informo che lo spettacolo L'infanzia negata dei celestini sarà replicato nell'ambito della prossima stagione teatrale, a dicembre.
Ugualmente sarà Dramma intorno ai concubini di Prato, di cui abbiamo parlato in occasione della titolazione di una via di Prato a don Aiazzi.
A novembre presenteremo il dramma Prato nel Sacco (il nostro post - "Il Sacco di Prato, censura e ignoranza nei secoli" è frequentatissimo) dove, attraverso la finzione scenica, torneremo a parlare del rovinoso episodio del Sacco di Prato avvenuto nel 1512, di cui si sa poco e niente, e soprattutto male, distorto a uso e consumo della propaganda, episodio significativo non solo per Prato, ma per la storia italiana.
Di questo e altro parlaremo nella presentazione, aperta a tutti, della stagione teatrale prevista per sabato 18 settembre alle ore 11 a La Baracca, via Virginia Frosini, 8 a Casale di Prato. Per le date precise potete cliccare nell'icona qui accanto.
m.e.

Ma che bel castello…

Nel conformismo più trito e becero, l’assessore alla cultura nostrana plaude all’iniziativa della raccolta fondi organizzata dal Lyons per il restauro del Castello dell’Imperatore di Prato; e anche ASM, che si occuperà della ripulitura, si augura l’intervento dei ‘signorotti’ locali.
L’assessore delinea conti che sono degni di questi tempi: mentre si prevede una certa spesa per la comunicazione (8-9 mila euro), non si spende quasi nulla per il restauro del portone e dei ballatoi (12 mila euro? E' proprio questa la cifra o è un errore nell'articolo?). Il restauro appare fatto poi così, senza un piano preciso, mi sembra di capire. C’è un progetto al riguardo? C’è un preventivo di spesa complessivo per il restauro? Che restauro si prevede di fare?
Se c'è, la prima cosa da fare è comunicarlo ai cittadini pratesi.

E a cosa ci si affida per la comunicazione, per la valorizzazione del castello, 'che deve essere più conosciuto'? Ai pannelli informativi e ai dépliant! (Ma che novità!)

Siamo, ancora una volta, alla farsa, al ridicolo.
Infine, l’appello al ‘simbolo della pratesità’, e la misura è colma.

Questi, cari amici, sono i nostri rappresentanti! Gente che non conosce la storia, che vive tutto superficialmente, come evento, come occasione, come autopromozione; che organizza la cultura come avete visto organizzato lo spettacolo di Malkovich, fumus, lustrini, ‘pratesitella’, clan di amici, potenti, ricchi e famosi. Tutto in famiglia.

Non vediamo l’ora che se ne vadano tutti.

Raccolta di fondi per il Castello
Il monumento ha bisogno di interventi e di essere più conosciuto

PRATO. Comune, Lions Club e Asm uniti per il Castello dell’Imperatore. Pannelli informativi all’interno del monumento che raccontino la sua storia, un depliant per i visitatori, il restauro delle porte e del ballatoio: queste le priorità dell’intervento comunale. Per rispondere alle difficoltà finanziarie, si svolgerà una raccolta fondi in occasione del recital di Pamela Villoresi e Marcello Bartoli sulle lettere di Margherita e Francesco Datini. Lo spettacolo a ingresso libero che si terrà venerdì 3 settembre proprio al Castello, vede per la prima volta insieme nella loro città i due attori alle prese con le lettere di Francesco di Marco Datini alla moglie: un evento che si inserisce nel programma della Pratestate 2010 nonchè nelle celebrazioni del VI centenario della morte di Francesco di Marco Datini. «E quale occasione migliore di uno spettacolo tutto pratese per raccogliere i fondi necessari al simbolo della pratesità?», sostiene l’assessore Anna Beltrame, definendo questa raccolta «la prima tappa» di un percorso, dato che, com’è logico, un solo evento non basta per coprire tutte le spese. Solo per la comunicazione, infatti, si parla di 8/9.000 euro; più di 2.000 euro sono previsti per il restauro delle porte di legno e oltre 10.000 per il ballatoio. Raccoglieranno le offerte prima dello spettacolo, le socie del Lions Club. «Sono convinta che i nostri concittadini mostreranno la proprio generosità», sostiene la presidente del Lions, Paola Colzi. Asm invece si occuperà della ripulitura del Castello: gli obiettivi in ordine d’importanza sono l’installazione dei dissuasori per i piccioni, la risistemazione delle caditoie di scolo dell’acqua, la rimozione delle panchine poste sul camminamento, ormai inagibili e lo sgombero le stanze vicino ai bagni. «Punto critico del programma di Asm è il decoro urbano e recuperare il castello significa dare un ottimo biglietto da visita alla città», afferma il vicedirettore Asm Antonio Rancati. Per coprire il budget previsto per le operazioni di ripulitura, intorno ai 25.000 euro, Rancati confida nel «contributo di aziende private della città che ricaverebbero dalla partecipazione un notevole ritorno d’immagine». (Il Tirreno)

lunedì 30 agosto 2010

Sua Mukkezza

Il latte è aumentato.
Ve ne siete accorti?
Il monopolio quasi incontrastato della Mukki SpA nella nostra regione, la Toscana Felix, è un vero e proprio scandalo.
Intanto i distributori automatici del latte sono un miraggio, e con le confezioncine che la Mukki ci impone l’ambiente è inquinato. A dispetto di tutti i certificati. E dei riciclaggi.
Sui prodotti Mukki si legga anche

Bufale pratesi

Riceviamo dal 'Sorcio Verde' in merito alle 'gesta et declarationes' del nostro primo cittadino.
Post cocomeraria, bufalantibus...

sabato 28 agosto 2010

I furti di biciclette a Prato

Su suggerimento indiretto di Riccardo, mettiamo questo articolo, che spero Milone legga fra una cena a Rosignano e l'altra insieme alla scorta e agli altri 'campioni' e 'campionesse' delle varie giuntine pratesi.
Chinatown tira il business ma un pensionato ne aveva venti in garage

Il caso più incredibile è quello di un pensionato con la fedina penale immacolata scoperto dalla polizia: nel suo garage custodiva almeno una ventina di biciclette di cui non ha saputo spiegare la provenienza, guadagnandosi così un’inevitabile denuncia. Una situazione limite sicuramente, ma nell’ambito di un giro d’affari sollecitato dalla semplice legge commerciale della domanda e dell’offerta, con la classifica delle richieste guidata dagli immigrati orientali. Insomma, a Prato il furto di biciclette è diventato un vero e proprio mestiere per chi non ha voglia di far altro (balordi e affini) e per chi ha bisogno a intervalli regolari di 30-40 euro in contanti (i tossicodipendenti senza lavoro). Non esiste una statistica ufficiale dei furti di bicicletta in città, anche perché spesso i derubati non fanno denuncia. Ma circolano testimonianze che danno l’idea di un fenomeno, gente che scrive ai giornali raccontando di aver dovuto ricomprare la bici per tre, quattro, cinque volte dopo altrettanti furti. E poi basta dare un’occhiata in giro per rendersi conto. Le pochissime bici di pregio sui marciapiedi sono dotate di catene impressionanti, che spesso non resistono ai divaricatori dei ladri seriali. Tutte le altre sono mediamente scassate nella speranza che non attirino i ladri. E’ la grande domanda di biciclette a due lire, si diceva, che fa da traino alla grande offerta di biciclette rubate. E non da ieri. Fino a qualche tempo fa esisteva un mercato semi-ufficiale di biciclette rubate nella galleria che collega via Filzi a via Pistoiese, nel cuore di Chinatown. I venditori erano quasi sempre italiani o nordafricani, mentre i compratori in gran parte orientali. Prezzi modici, dai 20 euro in su ma in genere entro i 50 se proprio la bici era nuova. Come si diceva, è la forte richiesta degli orientali che finora ha alimentato i furti di bici. Ogni tanto qualche cinese viene fermato da polizia o carabinieri perché il derubato ha riconosciuto la propria bici e l’orientale viene denunciato per ricettazione (è accaduto giusto ieri), ma sono casi sporadici. Poi c’è il canale dei ricettatori che stipano le bici in garage, come il pensionato di cui si parlava in apertura, che in questa attività non sembra solo: chi ha le conoscenze giuste sa sempre dove trovare l’indirizzo di un deposito clandestino, dove potrà scegliere il modello che più gli piace al prezzo che più gli conviene.
(Il Tirreno)

venerdì 27 agosto 2010

L'italiano imposto

Ora la Lega vuol dire basta anche ai facilitatori linguistici, che lo studio dell’italiano se lo paghino i cinesi. Chi non supera l’esame d’italiano, a casa.
L’obbiettivo invece dovrebbe essere diverso, signori Leghisti, abili nell’essere al governo e poi non esserci dopo un secondo; abili italianissimi e machiavellici (nel senso comune e deteriore di questo termine), furbi insomma. (Ma ormai il vostro gioco è scoperto).
L’obbiettivo dovrebbe essere il modello.
Una lingua si studia volentieri quando è espressione di un modello culturale e/o economico. Altrimenti si studia malvolentieri, e male. Non si sente propria. Entrare in una lingua significa amarla; non si impara una lingua che non si ama.
Insomma le coercizioni potranno servire ad avere meno cinesi in casa pratese, ma più povera risulterà la città.
Perché se è vero che molti cinesi operano illegalmente, così come gli italiani del resto nel sistema economico in cui viviamo (e non ci piace), la città di Prato senza i cinesi, se mai sarà, apparirà culturalmente più insignificante (e lo è già molto).
Insomma Prato sta perdendo un’occasione culturale, che un giorno magari andrete tardi a ripescare.
m.e.
Niente soldi per i traduttori i cinesi imparino l’italiano coi corsi

FEDERICO TOSONI SEGRETARIO PROVINCIALE LEGA NORD PRATO
Più traduttori e interpreti certificati? Se tutti gli immigrati residenti a Prato imparassero l’italiano, non ci sarebbero di questi problemi. Per risolvere il problema della conoscenza della lingua italiana a Prato servono corsi di lingua obbligatori con un esame finale. La pena per chi non li fa potrebbe essere quella di perdere il permesso di soggiorno. Non ci possiamo permettere di investire in traduttori certificati, bensì in un progetto molto più ampio fatto di corsi di lingua italiana per stranieri con frequentazione ed esami obbligatori. Qualsiasi cittadino immigrato che non conosce la nostra lingua, ma risiede comunque nel nostro territorio, dimostra soltanto di fregarsi di ciò che è la nostra cultura e che il suo interesse non è assolutamente quello di integrarsi. Bisogna dare un segnale forte che non sia sempre quello di venire incontro alle esigenze delle altre comunità, soprattutto quella cinese, bensì di intervenire e far vedere che qui c’è un modo di governare la città per il quale, se non vengono rispettate le leggi e non ci si vuole integrare, l’immigrato viene preso e rispedito a casa. Solo attraverso il rispetto delle leggi e di tutta la cultura del luogo si può parlare di integrazione. Bisogna cambiare sistema attraverso un modo di governare dalla mano ferma e dal pugno duro, nel rispetto delle leggi e dell’umanità delle persone. Basta con i traduttori pagati fior fior di quattrini dai cittadini pratesi. Nella nostra città ci sono decine e decine di etnie. Non si possono stipendiare vari traduttori e interpreti per ciascuna lingua. La soluzione migliore, in questo caso, è anche la più semplice: gli stranieri devono imparare l’italiano e certificare la propria conoscenza. Destiniamo quei soldi a corsi di lingua italiana obbligatori con pene severe per chi non li frequenta. Proporremo ai nostri deputati di mettere la conoscenza obbligatoria dell’italiano, documentata da un apposito esame di lingua conseguito dopo un corso obbligatorio, per il primo rinnovo del permesso di soggiorno. In caso di assenza di questo requisito, fondamentale per iniziare a integrarsi, il permesso di soggiorno non verrà rinnovato e l’immigrato riaccompagnato nel proprio Paese. L’idea potrebbe essere quella di investire nel mondo del volontariato, oppure di investire nelle generazioni nuove delle varie comunità in modo tale che possano essere loro a collaborare con gli italiani per questi corsi.
(Il Tirreno)

mercoledì 25 agosto 2010

Biciclettare

La forza di questo paese chiamano Olanda mi appare tutta qui: la bicicletta.

La bicicletta è vivere nell’essenziale, organizzarsi con poco, arrangiarsi, coraggio, divertimento, libertà dal petrolio. Non consumo, non inquino.

Il traffico è tutto regolato sulla bicicletta, che è la regina della strada. Si vedono TIR enormi inchinarsi alle due ruote.

Gli olandesi biciclettano a qualsiasi tempo, e in genere il tempo è brutto e ventoso.

Qui esistono le autostrade per le due ruote, e questo è l’unico vero legame che mi stringe a questa striscia di terra, che peraltro non amo.

In questi pochi giorni qui, imparo molto. Sono molto riconoscente a tutto questo sapere che non costa nulla, che non ha bisogno di esperti con cachet salati.
Sto studiando bene, nel tempo libero, sto approfondendo il progetto che tenterò di ripresentare invano nella mia città per renderla pedo-ciclabile.

Una città ‘vecchia’, immobile, che non sa vedere il proprio futuro, tantomeno il passato, glielo hanno impedito, ferma al contrasto cinesi-non cinesi, tessile-non tessile, vecchie storie, la tradizione che si vuol rinnovellare (ma che favole sono?), 'facciamo i nostri affarucci' e tutto va alla malora. Non sanno, non vogliono guardare oltre la propria trama, l'orditino di interessi e famiglia.

m.e.

martedì 24 agosto 2010

Infinita maternità

Così Gianna Nannini, la rockstar italiana, aspetta un bambino a 54 anni.

Non ha saputo resistere.

Resistere la vita senza un figlio, eh, che ardua contezza per una donna.

Nel Simposio Platone dice che l’uomo ambisce all’eternità tramite la generazione e l’arte. O l’una o l’altra.

Noi donne ora ambiamo ad entrambe. L’una non basta più alla vita, né l’altra.

Così, le donne ricche e famose possono aprire il loro corpo all’infinita maternità emigrando altrove, lontano da un paese arretrato e fascista come il nostro che non concede l’eterofecondazione.

Le donne ‘normali’ non hanno tempo né soldi da spendere per spezzare l’angoscia e il bivio è ancora quello di Platone.
M.E.

Carrellino

Stamani alla ricerca di un po’ di caffè in un supermercato di Noordwijk ho visto i carrellini della spesa dedicati ai bambini. Accatastati accanto a quelli grandi per i grandi.
Alcuni bambini, vicino ai genitori, giravano per il supermercato facendo la ‘loro’ spesa spingendo il carrellino addobbato da una asta con in cima una bandierina. Tutto molto vezzoso.

Forse qualcosa di simile c’è anche in Italia, non lo so. Io non frequento i supermercati, ho la fortuna di vivere vicino a piccoli negozi: alimentari, fruttivendolo, macellaio, tutto sotto casa.
La mattina andare a fare la spesa è anche parlare con la gente della zona, pettegolezzi e commenti vari, storie. Grande malignità, piccola provincia. I bambini, quando e se arrivano, hanno il compito di prendere il pane, qualche oggetto che il negoziante già sa di dover dare.
I bambini non vanno a fare la spesa, né giocano a fare la spesa.

Invece qui sono ‘avanti’ e si può immaginare che quando saranno grandi sapranno già come gestire i loro soldini. Come spingere i carrelli nei centri commerciali.
E' così che il sistema si perpetua e non teme confronti né debolezze.

Tra l’altro a Noordwijk è sepolta la Montessori, il cui metodo è stato accolto e messo in pratica in Olanda e obliato in Italia. E’ il metodo attraverso il quale i bambini sono al centro di tutto.
Amati, considerati, desiderati.

Anche dai commercianti.
m.e.

lunedì 23 agosto 2010

L'Olanda e il dio Soldi

Ogni volta che ci vengo, qua in Olanda, il paese mi opprime.
Il suo stato di consumismo e benessere è avanzato come un fronte di guerra.
Patria di grandi multinazionali, affari affari! e piste ciclabili infinite per nascondere il marcio.

Da Amsterdam a Rotterdam in bici e posso dimenticare per un po'.

E’ il paese europeo più vicino all’America. Un paese conformista, perbenista.

Di notte le case-vetrina illuminate, ormai tutte uguali, dove si fa sfoggio di quello che si ha, mi appaiono loculi vanitosamente cibernetici. Da quelle vetrine si scorgono gli olandesi, tutti solitari, davanti agli schermi.
La tentazione di aprire quelle case è forte. Più stanno bene più sono belli più sono soli. E' possibile?

Amore per il danaro, per la bellezza, per l’apparenza.

Il dio è SOLDI, l’IMPERITURO.

Vento tempestoso, costruzioni ardite sulla sabbia , sul mare.

Noi, artisti ormai transfughi anche a casa nostra, detestati, non abbiamo altra scelta che ogni tanto andare là dove ci chiamano per lavorare.
M.E.

sabato 21 agosto 2010

Shanghai, ''s-cianchetta'

Dunque i guai del Sindaco Cenni non sono pochi, e dà fastidio questa protesta cinese, una vera e propria 's-cianchetta' alla giunta, tanto che l'onorevole Mazzoni chiede di far chiarezza. Insomma, pesa questa figuraccia cenniana. E, al solito, la vittima sarebbe il sindaco.
Ma intanto: perché non comincia lui a fare chiarezza? Perché il sindaco non dice ai suoi elettori cosa farà da grande?
La giunta, dopo aver cocomerato, ora punta sull'altra festa, quella dell'8 settembre con il relativo corteggio storico, e la riesumanda pratesità.
Poveri noi, dalla sinistra padella siamo finiti alla brace braciolina.
Non se n'esce.

Caso Sasch: «Il governo faccia chiarezza»

Dubbi del deputato Mazzoni sulla protesta degli operai cinesi

PRATO. E’ così il caso della protesta degli operai cinesi dell’azienda tessile Txy, controllata dalla Sasch del sindaco Roberto Cenni, è approdata in Parlamento. Il deputato del Pdl, Riccardo Mazzoni, ha infatti presentato un’interrogazione al ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, affinchè venga fatta chiarezza sulla vicenda che, a suo dire, presenta alcuni lati oscuri. Così l’onorevole Mazzoni ricostruisce i fatti. «Settanta dipendenti cinesi dell’azienda tessile Txy, controllata dall’italiana Sasch, hanno scioperato il 10 agosto scorso a Shanghai davanti alla sede del consolato italiano consegnando un appello alle autorità italiane “perché ci aiutino a recuperare gli stipendi che la Sasch non ci ha pagato”. Il vice console italiano Francesco Varriale, ex consigliere comunale pratese dei Ds, ha confermato che “un gruppo di persone si è presentato al consolato chiedendo un intervento” e che “il consolato ha contattato i dirigenti di Txy”». Le considerazioni del deputato Mazzoni, già espresse nei giorni scorsi, sono a questo punto le seguenti: «la strumentalità della protesta è apparsa subito evidente, visto che la Sasch in questa vicenda è parte lesa e sta tutelando i suoi interessi, anche attraverso una circostanziata denuncia alle autorità cinesi, nei confronti dei dirigenti della sua partecipata Txy, accusati di comportamenti poco trasparenti; inoltre fra gli azionisti della holding che controlla la Sasch c’è l’attuale sindaco di Prato Roberto Cenni, la cui giunta sta attivamente operando per far emergere dall’illegalità diffusa il distretto cinese della città laniera». «In Cina - ricorda Mazzoni -, l’unico sindacato ammesso è quello di Stato e di conseguenza la sensibilità allo sciopero è pochissimo sviluppata. Molti osservatori, nonché autorevoli fonti giornalistiche hanno messo in rilievo l’anomalia di questo sciopero improvviso, collegando peraltro la protesta con la visita fatta in gran segreto a Prato, nei giorni precedenti la manifestazione, da un alto funzionario del governo cinese». Si arriva quindi alla questione più prettamente politica: «il Partito democratico pratese, ora all’opposizione, ha strumentalizzato politicamente lo sciopero di Shanghai, nel tentativo di recare un danno d’immagine al sindaco e alla giunta». Tirando le somme l’onorevole Riccardo Mazzoni, coordinatore provinciale del Pdl, chiede al Ministero degli Affari Esteri se «intenda compiere ogni possibile passo presso il governo cinese per chiarire questa vicenda che presenta troppi lati oscuri». Mazzoni non lo dice apertamente, insomma, ma fa ben capire che dietro alla protesta degli operai in Cina potrebbe esserci stato qualche regista pratese interessato a mettere in cattiva luce il sindaco-imprenditore. Solo esasperata dietrologia? (Il Tirreno)

venerdì 20 agosto 2010

Firenze

Ieri in bici per Firenze. Un trauma, un’impresa quasi impossibile.
A parte il tracciato lungo i viali, viaggiare in maniera alternativa a Firenze è un miraggio.
Nel centro storico poi, è già difficile andare a piedi tra la folla dei turisti. Su un muro, vicino alla Sinagoga ho letto: “Il turismo uccide la città”.

In Piazza della Signoria, dove ero capitata un po’ per caso valicando marciapiedi, sensi unici spuntati come funghi, macchine, folla di umanità annoiata, mi fermo per aggiornarmi sugli orari di apertura degli Uffizi; appena abbandonato il sellino, mi assale alle spalle un clown, e mi stringe, spaventandomi. Mi rendo conto di essere accerchiata da turisti, turisti di tutto il mondo, che, fra i piedi della Medusa del Cellini e lo sguardo del David, si erano disposti a mo’ di spettatori e si divertivano un mondo a vedere la reazione delle donne (tutte erano donne, le persone oggetto di questo gioco) che il clown assaltava.
Ero caduta nella tela-circo che il clown aveva intessuto per divertire i turisti-spettatori.

Spaventata, ho reagito duramente. Il clown ha chiesto scusa, e anche questo faceva parte dello spettacolo.
Ho ripensato allo studio della prossemica, che vale anche per i pagliacci, e che quello aveva infranto. Essere pagliaccio non basta più, per far ridere bisogna invadere, travolgere, mettere alla berlina l’altro. De-sacralizzarlo. Il clown ha sempre fatto l’opposto, mette alla berlina sé stesso, la sua umanità fragile, ma è sempre gentile, anche quando è crudele.
Nemmeno essere turista e basta, visitare una città, i suoi monumenti, sembra bastare più. Bisogna fagocitare la città, travolgerla, assaltarla con spessa e sostanziale indifferenza, divertirsene. E poi, magari, se proprio reagisce, chiudere il tutto con una 'scusa'.

Il pubblico-turista non ha gradito la mia reazione, gridava ‘buuuu’ alla mia volta, come non ha gradito quella di un’altra donna dopo di me caduta nella ‘rete’ e che come un insettino ho visto divincolarsi fra le braccia del ragnetto-clown.
M.E.

giovedì 19 agosto 2010

L'inceneritore e i suoi disastri

Comunicato Stampa del Coordinamento dei Comitati della Piana FI - PO - PT

Inceneritore di Montale - La Provincia ammette (attraverso una ordinanza del 6 agosto) quello che aveva sempre negato: in quell'impianto sono stati inceneriti rifiuti pericolosi senza alcuna precauzione.

19 agosto 2010
LA TRASPARENZA DELLA PROVINCIA DI PISTOIA ..... OVVERO COME TACERE IN MODO VERGOGNOSO
In molti ricorderanno l'operazione trasparenza messa in piedi nel maggio di questo anno dalla Provincia di Pistoia, dai Sindaci di Agliana, Quarrata, Montale, dalla ASL e dall' ARPAT di Pistoia.
Con gran pompa, misero in piedi tre visite guidate all'impianto e alla fine (il 29 maggio) anche un convegno, il tutto era per dimostrare come l'inceneritore di Montale, gioiello e vanto delle locali amministrazioni, fosse assolutamente sotto controllo, ben diretto dagli attuali gestori e assolutamente innocente rispetto alla pesante contaminazione da diossine e PCB riscontrata in tutta l'area di ricaduta dell'inceneritore.
A poco valsero, in quegli stessi giorni, le denunce sulla contaminazione del latte materno, sul pesante inquinamento da diossine delle acque, sulla mancate emissioni delle ordinanze di divieto di consumo e commercializzazione dei cibi prodotti nelle aree di ricaduta dell'impianto. A nulla valse l'imponente manifestazione regionale del 22 maggio che si svolse proprio a Montale per dire "basta all'incenerimento", e per chiedere una gestione dei rifiuti più sicura per la salute, più economica per le tasche dei cittadini e che garantisse minore spreco di risorse.
Eppure, proprio in quei giorni, mentre pubblicamente si vantava l'innocenza dell'impianto e la trasparenza della Pubblica Amministrazione, nel segreto delle stanze si correva ai ripari per cercare di mettere una pezza al disastroso sistema di gestione dei rifiuti ospedalieri pericolosi, per intercettare i quali, non veniva fatto assolutamente nulla.
Il dubbio che all'inceneritore di Montale arrivassero rifiuti pericolosi e che questi venissero trattati in maniera non adeguata, era stato avanzato dai comitati in più occasioni, purtroppo la sdegnosa supponenza della Provincia, aveva sempre ignorato il problema.
Evidentemente non eravamo i soli a nutrire fondati dubbi !
Da alcuni giorni sul sito della Provincia di Pistoia, e con inescusabile ritardo, è apparso un poderoso carteggio che dimostra come fino ad oggi i rifiuti pericolosi siano entrati nella bocca dell'inceneritore e siano stati inceneriti, senza le dovute precauzioni.
Nel carteggio pubblicato sul sito della Provincia si legge che puntuali rilievi in merito alla mancata verifica dei rifiuti, compreso la quantificazione e rendicontazione dei rifiuti ospedalieri e di quelli industriali pericolosi, che devono essere intercettati, per rispettare la legge, prima della loro combustione, erano già stati mossi dalla ASL nel novembre del 2009 (lettera del Dott. Bolognini del 13 novembre 2009 ) e che sulla base di tali rilievi, se da un lato la Provincia minacciava azioni legali contro il Dott. Bolognini (responsabile evidentemente di fare bene il suo lavoro), dall'altro si affrettava a fare sopralluoghi e a convocare tavoli tecnici per verificare di quanto si discostasse la gestione corrente dei rifiuti, da quella prevista dalle norme nazionali e regionali e indicata anche (se pur parzialmente ) nell'autorizazzione Integrata Ambientale (AIA).
Ebbene con l'Ordinanza n° 2447 del 6 agosto Prot. N° 115082, la Provincia di Pistoia ammette quello che pubblicamente ha sempre negato, cioè che nel forno dell'inceneritore sono sempre entrati, senza alcuna precauzione, e inceneriti rifiuti pericolosi.
La cosa è senza dubbio sconcertante, ma ancora più sconcertante è la constatazione della vergognosa doppiezza di cui sono capaci i rappresentanti delle istituzioni che, ben sapendo che tutta l'area è contaminata e che tale contaminazione è causata da quel maledetto inceneritore che per sua natura, ma anche per una cattiva gestione, arreca gravi danni alla salute dei cittadini, continuano a spendere la loro faccia, che evidentemente a questo punto costa veramente poco, per garantire che tutto va bene!Come possono pretendere di tranquillizzare la popolazione se nonostante lo spudorato e costante sostegno all'inceneritore, loro stessi sono stati costretti nel giro di pochi mesi ad emettere ben 3 ordinanze e due atti di diffida per tentare di correggere la cattiva gestione dell'impianto?
Un impianto fuorilegge, come si può leggere dal verbale della seduta del 24 gennaio 2010, dove chiaramente si dice che l'inceneritore ha bruciato rifiuti pericolosi, nonostante non sia autorizzato a farlo.
Già questo semplice fatto imporrebbe il sequestro e la chiusura, così come è avvenuto per altri impianti in Italia, ad esempio a Terni.
Confidiamo, a questo punto, nel dovuto intervento, seppur tardivo, della Magistratura.
Quanto poi agli amministratori pistoiesi, nel ribadire la nostra totale sfiducia nei loro confronti , vogliamo mettere in guardia Sinistra Ecologia e Libertà, che ha recentemente rimproverato l'Assessore Fragai di aver espresso l'intenzione di raddoppiare l'inceneritore, (che si dimostra sempre più essere un bidone), senza aver atteso l'esito delle relazioni conclusive di ASL e ARPAT, circa le reali intenzioni di chi ci governa che, a prescindere dai risultati che comunque ci sono di già e sono assolutamente preoccupanti, si stanno accingendo a passare il “bidone” alle imprese “amiche” ( l'emiliana Hera ) o alla multinazionale di turno (la francese Veolia che ha già dato prova di sé a Pietrasanta).
Questo è il futuro che ci aspetta se partiti, associazioni e semplici cittadini continuano a preferire le favole alla realtà.
Coordinamento dei Comitati della Piana FI – PO - PT

mercoledì 18 agosto 2010

Non vale più la pratica della grammatica

Questo il comunicato stampa relativo alla Festa del Cocomero che si può leggere nel sito internet del Comune di Prato.
Errori di varia natura, improprietà grammaticali, sintassi contorta, ridondanze, maiuscole sbagliate: è il caso di rileggere un po' i manuali scolastici, prima di pubblicare gli scritti. Insomma, oltre che ai cinesi, un ripasso delle regole dell'italiano scritto non fa male nemmeno ai pratesi. (In rosso abbiamo voluto evidenziare alcune improprietà...).
Riguardo al resto, che una giunta pubblichi un tale comunicato di auto-promozione e di così basso livello la dice lunga (e tutta) sui contenuti politici e culturali che la caratterizzano.
Seconda Festa del Cocomero targata Cenni, un grande successo di pubblico
Il sindaco: "La vostra presenza è la migliore energia per continuare a mantenere gli impegni presi un anno fa"
La seconda edizione della Festa del Cocomero rilanciata dall’Amministrazione guidata dalla giunta Cenni è stata un successo che ha fatto il paio con l’edizione dello scorso anno. Oltre 2000 pratesi si sono dati appuntamento in piazza del Comune, una folla persino superiore a quella del Ferragosto passato, per celebrare la tradizionale cocomerata alla quale la Città di Prato è legata da più di mezzo secolo.
Subito dopo l'Ostensione della Sacra Cintola nella Cattedrale del Duomo, al cui rito religioso ha preso parte il sindaco Cenni accompagnato da molti membri di giunta, la cittadinanza si è riversata in piazza del Comune dove il sindaco ha tagliato come da tradizione la prima fetta di cocomero, dando così il via alla festa.
Quest’anno l’evento si è tenuto grazie alla preziosa collaborazione con i volontari della Misericordia di Chiesanuova, mentre i 30 quintali di cocomero messi a disposizione dei cittadini sono stati offerti da Esselunga. Da parte sua, in apertura dei festeggiamenti, il primo cittadino ha ringraziato quanti si sono adoperati per la realizzazione della manifestazione, con un particolare elogio rivolto a Roberto Agostini, e ha speso parole di ringraziamento – sottolineate, come ogni momento importante della giornata, dal suono delle chiarine del corpo dei Valletti Comunali – per i moltissimi pratesi intervenuti in piazza del Comune. “La vostra presenza – ha detto Roberto Cenni – è la migliore energia per continuare a mantenere gli impegni presi un anno fa”.
Presenti molti esponenti di giunta, del consiglio comunale e delle circoscrizioni. Il sindaco ha quindi salutato personalmente i molti dei cittadini intervenuti e si è intrattenuto in conversazione con loro per condividere la gioia di una tradizione cara alla Città. "Si tratta di un piccolo gesto di appartenenza culturale - ha sottolineato Cenni - che tuttavia denota quanto noi pratesi abbiamo voglia e necessità di riappropriarci del valore delle nostre tradizioni popolari".
Al termine della Festa, l'assessore alla Sanità, Dante Mondanelli, si è recato al pronto soccorso del Misericordia e Dolce per portare il saluto dell'Amministrazione al personale in servizio durante la giornata di Ferragosto. Ai lavoratori del pronto soccorso l'assessore ha portato un cocomero simbolicamente donato a tutti gli operatori sanitari e non del presidio ospedaliero. “Si tratta di gesto di condivisione al quale teniamo molto – ha ricordato Mondanelli – lo abbiamo fatto lo scorso anno e continueremo a farlo anche negli anni a venire”.
La giornata ha registrato il notevole lavoro di tutta la macchina comunale, così come delle Forze dell'Ordine e dei Vigili del Fuoco, per la buona riuscita della manifestazione. Fondamentale anche l'intervento di ripulitura della piazza, al termine dell’evento, realizzato da ASM.
mc
999/10

sabato 14 agosto 2010

CADUTA LIBERA

Dalle dichiarazioni dei politici che si leggono nei giornali, a un anno di distanza dai verba elettorali, la 'svolta' promessa durante la campagna elettorale per la città di Prato risulta totalmente disattesa.
La città nuota nella stessa melma, con un sindaco in difficoltà con operai e fisco per le sue aziende, con una giunta immobile e insignificante, a cui fa eco una giunta provinciale che, sebbene di diverso colore, non riesce a far meglio.
Addirittura non si parla più della città di Gonfienti, ma solo di Interporto, che deve essere rivalutato. La solita musica. La città antica è ormai lasciata alla Soprintendenza, a cui non si vuol dar fastidio e che, com'è noto, lascia gli scavi nel semi-abbandono; solo noi, con la nostra insistenza, siamo riusciti a farli riaprire a novembre scorso.
Ma perché - possibile che nessuno se lo sia chiesto - la Soprintendenza non si occupa della città etrusca? Perché vi lascia crescere le erbacce?
Eppure il sindaco Cenni aveva promesso e promesso, qualcosa di nuovo riguardo a Gonfienti sarebbe accaduto. Anche se non aveva presentato un vero e proprio programma - i volantini elettorali parlavano di una generica 'rinascita', ma erano vaghi, indefinibili, non concreti - tuttavia le sue parole erano promettenti.
E anche gli altri temi importanti, come la mobilità alternativa, i rifiuti, l'acqua, sono passati nel dimenticatoio e lasciati praticamente là dove stavano.
Vedi l'obbiettivo dei 'rifiuti zero' , di cui non si parla più.
Si parla della tramvia, ma nessuno si è impegnato ad affrontare il problema della mobilità in modo meno costoso, più semplice, diretto. Veloce.
Per risolvere i problemi, chissà perché, si devono sempre innalzare alti steccati di tanti soldi da spendere, che fanno sospettare interessi, manovre, ricatti. Giochi di potere.
Le vie semplici e poco costose non sono amate: a chi propone pochi soldi da spendere, si obbietta che ci vogliono soldi...
A un anno dalle elezioni, la città di Prato è in caduta libera.

mercoledì 11 agosto 2010

Siamo alla frutta e non resta che il cocomero

Dunque, della serie: i guai per Cenni non finiscono mai.
Ci chiediamo: con tutti i recenti problemi che riguardano le sue aziende, ultimo questo qua di Shanghai, il sindaco Cenni è in grado di governare serenamente a tempo pieno una città come Prato?
Operai cinesi della Sasch protestano a Shanghai di fronte al Consolato
Operai cinesi di una azienda italiana rimasti senza stipendio hanno manifestato oggi a Shanghai dinanzi al palazzo che ospita gli uffici dell'Istituto del Commercio Estero e del Consolato italiano. Una sessantina di dipendenti della società tessile Txy di proprietà della Sasch - l'azienda fiorentina il cui azionista di maggioranza è il sindaco di Prato Roberto Cenni - si sono riuniti nel The Center, il palazzo nell'ex concessione francese di Shanghai che, al diciannovesimo piano, ospita gli uffici del Consolato italiano, dell'Istituto di Cultura, dell'Ice e della Camera di Commercio italiana in Cina."Vogliamo consegnare una lettera appello - ha detto Wang, uno dei lavoratori - affinché le autorità italiane ci aiutino a recuperare gli stipendi che la Sasch non ci ha pagato". La manifestazione, del tutto pacifica, è avvenuta quando gli uffici consolari erano oramai chiusi. La lettera sarebbe stata recapitata, anche se non ci sono conferme dalla sede diplomatica.
10 agosto 2010

martedì 10 agosto 2010

Gonfienti e le dimenticanze

In questi giorni si leggono sui giornali locali articoli sui libri più venduti e si fa pubblicità agli autori delle 'top ten'. Insomma, agli scrittori da spiaggia.
Siccome ho visto omissioni, sul libro GONFIENTI STORIA DI UNA BATTAGLIA mi preme precisare: il libro ha venduto molte copie, credo sia stato uno dei libri più venduti a Prato negli ultimi mesi, in particolare se si tiene conto che la distribuzione e la pubblicità sono stati fatti 'in casa'...
Però il libro non è citato, nulla è detto.
Insomma, continuano le volute dimenticanze su Gonfienti.
Da parte mia dico grazie a chi ha comprato il libro e a chi lo comprerà.
E, se ne esistono ancora, viva a quei giornalisti e a quei librai che non sono conformisti, non si attaccano al carro, che non hanno paura e non si fanno 'incensurare'.
Maila

domenica 8 agosto 2010

La nuova stagione teatrale

Sul sito del Teatro la Baracca è consultabile la nuova stagione teatrale a La Baracca.
Per chi fosse interessato, la conferenza stampa, aperta anche al pubblico, è prevista sabato 11 settembre alle ore 11 presso il teatro, via Virginia Frosini 13, telefono 0574-812363.
La stagione prevede nuove produzioni, l'ospitalità di tre compagnie esterne, e un ricchissimo cartellone per ragazzi che inizia a settembre.
http://www.teatrolabaracca.com/

sabato 7 agosto 2010

Attaccati al cocomero


Attaccati alla città di Prato attraverso il cocomero.

In un anno di governo, la giunta Cenni (insieme all'altra della provincia) non ha praticamente fatto nulla. Nella stasi più totale, dopo un'estate tra le più insignificanti, mentre una delle più importanti scoperte del mondo antico, Gonfienti etrusca, è tenuta in scacco da un mannello di bàrbaros e da una logica industriale autolesionista (l'Interporto a tutti i costi), ai cittadini viene offerta una fetta di cocomero in cambio di una presenza a testimoniare la propria sudditanza e il consenso.

Tristissimo.

La foto ritrae il sindaco nella festa del cocomero della scorsa estate.

(Dal sito internet del Comune di Prato). Sarà il sindaco Roberto Cenni a tagliare, come da antica tradizione, la prima fetta di cocomero nel giorno di Ferragosto, subito dopo l'ostensione della Sacra Cintola.L'appuntamento (previsto intorno alle 19), rilanciato già lo scorso anno dal sindaco Cenni con grande successo, sarà per i pratesi un'occasione per dimostrare il loro attaccamento alla città con questo gesto simbolico di partecipazione. Saranno almeno trenta i quintali di cocomero a disposizione dei cittadini.

mercoledì 4 agosto 2010

Morti più forti dei vivi

L'arena cinematografica estiva scelta dalla Circoscrizione Sud di Prato ("Cinema Prato Sud" recita il cartello) è un ex-cimitero.
I film si proiettano gratuitamente, nelle sere di libertà ci vado.
Incontro sempre poca gente, a dispetto della gratuità e dei film scelti, popolari e 'facili'.
Il posto è bello, adatto, ma la gente non ci va perché tutti sanno che è un ex-cimitero, dove qualche lapide ancora regge sul muro antico.

La diserzione è istintiva.

C'è poi il nido di un uccello notturno (una civetta?) e le grida dei piccoli affamati si sovrappongono alle parole del film, e questo non fa che aggravare la situazione.

Lo dissi molti anni fa a una signora funzionario, che invece non volle ascoltar ragioni: lì, in quel posto ci sarebbe stata una arena estiva per il cinema e per il teatro.

Il teatro non lo fanno da tempo; il cinema sta esalando l'ultimo respiro.

E invece quella località, Iolo, la più triste e abbandonata di tutte le frazioni di Prato, avrebbe tanto bisogno di vita, vitalità, gente. Cultura.

Il posto non è gradito per lo spasso serale, e lo sa bene la Chiesa, che, ormai trionfante con il monopolio del divertimento, furba celebra il santo patrono della frazione ben lontano da un luogo che fu suo e ancora considerato sacro.

Dunque il chiasmo paradosso: chi gestisce il sacro usa e frequenta e il profano e viceversa, il profano usa e frequenta il sacro, creando confusione e abbandono.

Sarebbe bastato proiettare i film in una qualsiasi altra piazza, ma non lì, in un ex-cimitero.

Lo sanno tutti che i morti (in carne e ossa) sono più forti dei vivi.

E in particolar modo dei vivi di oggi, alcuni dei quali ci vogliono morti (nell'anima).


M.E.

lunedì 2 agosto 2010

La cultura estiva

Da diversi anni la cultura italiana estiva è dominata dalla musica e dal cinema.
Naturalmente certa musica e certo cinema, commercial-virtuosistico, s'intende, anche quando si tratta di musica classica. Tutto rigorosamente commerciale e numerico (nel senso di far numero e massa, pubblico).
Si va verso un progressivo abbandono del teatro, della prosa in particolare, perché è sommamente fastidiosa e non prevedibile. In particolare si nota d'estate, un tempo la prosa era molto più smerciata, anche presso le case del popolo, che ormai invece riempiono cassa attraverso il ballo da balera e la pizza.
D'estate si pensa che la gente voglia intrattenimento, divertirsi, stare all'aria aperta e basta. Magari con una buona dose di volgarità, parolacce, grasso carnascialesco. O 'buona' musica.
L'abbandono del significato che cede il posto al significante è in atto ormai da molto tempo e si osserva in tutte le stagioni, come se la cultura estiva, il disimpegno si voglia spandere omogeneo sui trecentosessantacinque giorni dell'anno; la crisi economica non fa che rendere un grande servigio a chi vuole farla finita con gli artisti, che invece vorrebbero dire qualcosa e si ostinano a ricercare il significato. E per questo non fanno grandi numeri.
A Prato, a Officina Giovani si è praticato questo: si è fatta finita. Non che prima Officina Giovani fosse in assoluto il luogo dei significato: tuttavia una qualche 'ricerca' era presente; magari poteva non piacere; magari era strumentalizzata e gestita da associazioni in odore di Sinistra; tuttavia ora è finita.
Non c'è più un luogo collettivo per i giovani.
Il dibattito che si legge sui giornali è il canto del cigno e non serve a nulla.
Servirebbero altre azioni, ma i giovani, finora, non sembrano disposti a tanto.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.