Dalle dichiarazioni dei politici che si leggono nei giornali, a un anno di distanza dai verba elettorali, la 'svolta' promessa durante la campagna elettorale per la città di Prato risulta totalmente disattesa.
La città nuota nella stessa melma, con un sindaco in difficoltà con operai e fisco per le sue aziende, con una giunta immobile e insignificante, a cui fa eco una giunta provinciale che, sebbene di diverso colore, non riesce a far meglio.
Addirittura non si parla più della città di Gonfienti, ma solo di Interporto, che deve essere rivalutato. La solita musica. La città antica è ormai lasciata alla Soprintendenza, a cui non si vuol dar fastidio e che, com'è noto, lascia gli scavi nel semi-abbandono; solo noi, con la nostra insistenza, siamo riusciti a farli riaprire a novembre scorso.
Ma perché - possibile che nessuno se lo sia chiesto - la Soprintendenza non si occupa della città etrusca? Perché vi lascia crescere le erbacce?
Eppure il sindaco Cenni aveva promesso e promesso, qualcosa di nuovo riguardo a Gonfienti sarebbe accaduto. Anche se non aveva presentato un vero e proprio programma - i volantini elettorali parlavano di una generica 'rinascita', ma erano vaghi, indefinibili, non concreti - tuttavia le sue parole erano promettenti.
E anche gli altri temi importanti, come la mobilità alternativa, i rifiuti, l'acqua, sono passati nel dimenticatoio e lasciati praticamente là dove stavano.
Vedi l'obbiettivo dei 'rifiuti zero' , di cui non si parla più.
Si parla della tramvia, ma nessuno si è impegnato ad affrontare il problema della mobilità in modo meno costoso, più semplice, diretto. Veloce.
Per risolvere i problemi, chissà perché, si devono sempre innalzare alti steccati di tanti soldi da spendere, che fanno sospettare interessi, manovre, ricatti. Giochi di potere.
Le vie semplici e poco costose non sono amate: a chi propone pochi soldi da spendere, si obbietta che ci vogliono soldi...
A un anno dalle elezioni, la città di Prato è in caduta libera.
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