Dunque, della serie: i guai per Cenni non finiscono mai.
Ci chiediamo: con tutti i recenti problemi che riguardano le sue aziende, ultimo questo qua di Shanghai, il sindaco Cenni è in grado di governare serenamente a tempo pieno una città come Prato?
Operai cinesi della Sasch protestano a Shanghai di fronte al Consolato
Operai cinesi di una azienda italiana rimasti senza stipendio hanno manifestato oggi a Shanghai dinanzi al palazzo che ospita gli uffici dell'Istituto del Commercio Estero e del Consolato italiano. Una sessantina di dipendenti della società tessile Txy di proprietà della Sasch - l'azienda fiorentina il cui azionista di maggioranza è il sindaco di Prato Roberto Cenni - si sono riuniti nel The Center, il palazzo nell'ex concessione francese di Shanghai che, al diciannovesimo piano, ospita gli uffici del Consolato italiano, dell'Istituto di Cultura, dell'Ice e della Camera di Commercio italiana in Cina."Vogliamo consegnare una lettera appello - ha detto Wang, uno dei lavoratori - affinché le autorità italiane ci aiutino a recuperare gli stipendi che la Sasch non ci ha pagato". La manifestazione, del tutto pacifica, è avvenuta quando gli uffici consolari erano oramai chiusi. La lettera sarebbe stata recapitata, anche se non ci sono conferme dalla sede diplomatica.
10 agosto 2010
Operai cinesi di una azienda italiana rimasti senza stipendio hanno manifestato oggi a Shanghai dinanzi al palazzo che ospita gli uffici dell'Istituto del Commercio Estero e del Consolato italiano. Una sessantina di dipendenti della società tessile Txy di proprietà della Sasch - l'azienda fiorentina il cui azionista di maggioranza è il sindaco di Prato Roberto Cenni - si sono riuniti nel The Center, il palazzo nell'ex concessione francese di Shanghai che, al diciannovesimo piano, ospita gli uffici del Consolato italiano, dell'Istituto di Cultura, dell'Ice e della Camera di Commercio italiana in Cina."Vogliamo consegnare una lettera appello - ha detto Wang, uno dei lavoratori - affinché le autorità italiane ci aiutino a recuperare gli stipendi che la Sasch non ci ha pagato". La manifestazione, del tutto pacifica, è avvenuta quando gli uffici consolari erano oramai chiusi. La lettera sarebbe stata recapitata, anche se non ci sono conferme dalla sede diplomatica.
10 agosto 2010
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