mercoledì 3 novembre 2010

Comunella mediatica pratese

L’entourage cenniano organizza al Metastasio un ciclo di incontri in cui il Sindaco e gli assessori incontreranno la città, dal titolo Prato incontra.
Vediamo la natura di questi incontri.
Innanzi tutto vengono spacciati come occasioni di politica partecipativa, di dibattito. Ma non è affatto così.
Come è stato notato per i precedenti incontri, che si tenevano alla Campolmi, l'angolo del dibattito era veramente stretto e molto controllato. I cittadini non ne sono affatto i protagonisti. Anzi è chiaro come invece siano trattati da sudditi, sudditi e basta.


Ma vado per gradi.
Innanzi tutto non capisco se il verbo 'incontrare' sia usato transitivamente o meno; se transitivamente allude a un oggetto sottinteso, ipotizzo certamente i cittadini; se usato intransitivamente, nel senso locale com'è adoperato in Toscana, 'incontrare' nel senso di ‘piacere’, ‘trovare il favore del pubblico’, è chiaramente un primo segno di cosa vuole significare il tutto.

Ma voglio analizzare ogni singolo incontro, lo posso fare solo sulla base del titolo, perché il contenuto verrà svelato solo pochi giorni prima dell'incontro stesso; comunque posso già interpretare, ed è subito chiaro come gli organizzatori dispongano la realtà a modo loro, secondo un preciso piano pubblicitario di stampo televisivo.

Il fatto che gli incontri abbiano luogo al Teatro Metastasio la dice lunga sulle sorti di quel teatro stesso (e di anche di coloro che fanno teatro come professione). Sul significato spettacolare della politica (calco di quella nazionale d’altronde), sui destini servili di chi vi lavora.
I teatri non dovrebbero ospitare tali azioni propagandistiche del potere, per giunta mascherate di democraticità e di percorsi partecipativi; il teatro è per l’opposto, dunque quest’operazione è nella sua essenza antidemocratica, essendo il teatro fra i più importanti strumenti della democrazia. Invece viene usato dalla giunta per fini demagogici, di propaganda appunto, e anche con l'inganno, perché si vuol far credere quello che non è: la partecipazione non può essere così gestita e diretta dall'alto; al massimo può essere co-gestita; ma allora i protagonisti di Prato incontra dovevano essere in parte diversi.

1. Malaparte torna a Prato è il titolo del primo incontro. La prima menzogna. L'archivio torna a Prato? Sì, ma solo per breve periodo, poi torneranno definitivamente alla Biblioteca di Via Senato, sono proprietà di dell’Utri. Lo conoscete?

2. La città del futuro. Saranno illustrate le strategie generali del nuovo piano strutturale. Si vedrà dunque, attraverso alcune simulazioni di progetto, sarà mostrata una città che non ci sarà mai (strade ciclopedonali, zone verdi?), con incluso il ritorno dei percorsi partecipativi. Vi ricordate l’inutile Town Meeting?
Nella città del futuro, Gonfienti, la città etrusca di Prato, uno dei punti fondamentali del programma cenniano, è ormai scomparsa! O forse, la nomineranno e basta, ma solo come forma, come virtualità, come cosa ganza da dire, alla pratese, insomma.

3. Se vuoi bene alla città vivi il centro.
A parte il titolo puerile e risibile (ma chi ha questi lampi di genio?), io direi invece che è ora di guardare più alla periferia, che sta cadendo a pezzi, che si trova ogni mese sottacqua, che è ‘disservita’. Tanto amano il centro che stanno distruggendo le circoscrizioni, che considerano inutili.

4. E’ Natale.   No comment su questo titolo. Mistero fitto sui contenuti. Cosa succederà, la giunta dirà che sarà più buona? Oppure inviteranno tutti allo shopping in centro?

5. Prato distretto verde.
Anche in questo caso daranno un saggio di realtà virtuale. Evidentemente.
(Intanto è proprio stata pubblicata oggi sui giornali la notizia dell'accordo siglato dal Comune con il Consorzio Calice per il vilipendio delle Pantanelle con il finto verde dei pannelli solari -che fa rima con affari!
Ma delle saga delle Cenni-balle, ovvero "quello che ho promesso e che non manterrò mai", parleremo ampiamente nei prossimi giorni!).

6. Raccontami Prato.
Personalmente sono anni che la racconto. Ma nessuno di questi ancora è venuto a sentire cosa dico. Né Sindaco, né assessore alla cultura. Nemmeno quello provinciale, naturalmente.
Ah, ma forse perché non racconto la Prato che piace a loro?

7. Distretto 2011.
Il Sindaco ci darà ancora una volta la sua (inutile) ricetta per risolvere la crisi del tessile, la sua ricetta ri-cardata.

8. Come fare integrazione.
(Già qualcuno si sta sbellicando dalle risate…). L'unica integrazione che pensano lecita è quella che passa attraverso gli affari. E questo lo hanno dimostrato da più parti...

9. Il crimine della porta accanto.
Questo è forse l'incontro più misterioso di tutti, è thrillico, la cronaca nera spazzatura come un blob che invade tutto il teatro…e la città?
(Nessun controtitolo, aspetto suggerimenti).

10. Io son di Prato…
La famosa frase malapartiana a suggello dell’ideologia ritrovata, della Restaurazione, della Tradizione.

Tutto finirà a cantuccini e vino (santo) e verrà trasmesso il giorno dopo da una tv locale.

Povero Teatro Metastasio, che quand'era ne' su cenci, vide ben altri attori e interpreti!
Dunque, cari colleghi, questi signori ci rubano il mestiere e questo non può essere. Ormai sono loro, i politicanti, che, a vuoto di idee, ma soprattutto a vuoto di concretezza e fatti, incapaci di realizzarli, occupano il palcoscenico e sollevano la polvere per rimanere in palazzo, e noi attori, autori, eccetera, non siamo altro che misere ombre. Dando i teatri a questa gente, si finisce per far morire il nostro lavoro, ci si rende tutti sudditi e si fa vivere loro da signori con l'inganno mediatico, con il concetto di democrazia virtualizzato, de-realizzato. Che senso ha più il teatro se viene così occupato?

m.e.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Trovo quest'analisi molto acuta. Ogni tanto vi leggo, questo è il mio primo commento.

Marco Lucherini, Prato

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