Sarebbe una ben triste soluzione, visto che l'area potrebbe - poteva -
essere ceduta gratuitamente, e le risorse che oggi Interporto chiede di mettere
a disposizione per l'acquisto utilizzate per il recupero.
Purtroppo, tutto è in linea con quanto portato avanti in questi anni
quando, a prescindere dal colore politico delle amministrazioni, si è sempre
preferito puntare sulla costosa e sostanzialmente inutile struttura
interportuale, piuttosto che sulla valorizzazione di un'area archeologica ancora
tutta da scoprire. Anche se poi di Gonfienti molti si sono riempiti la bocca, e
molti se la riempiono ancora, ma dando molto poco seguito alle parole con i
fatti.
Ma vogliamo cogliere anche un aspetto positivo della vicenda, e proporre
qualcosa di non semplice, ma nemmeno impossibile: costituire una fondazione ad
hoc, interamente partecipata da cittadini e soggetti privati - ci sono ancora
oggi, o almeno speriamo ci siano, alcuni imprenditori illuminati - escludendo
categoricamente le istituzioni, che sin qui hanno dimostrato scarsa attenzione
alla città etrusca.
La "forma" della fondazione consentirebbe, più delle semplici forme
associative, di costruire un collettore di risorse - anche attraverso la
partecipazione a bandi europei - e un organismo finalizzato senza alcun scopo di
lucro, capace di confrontarsi anche con altri soggetti sia pubblici che privati
interessati allo sviluppo e alla valorizzazione del sito.
Insomma, una "Fondazione degli Etruschi" che abbia come obiettivo la
raccolta dei fondi necessari all'acquisizione dell'area e, successivamente, alla
gestione del sito archeologico.
Una fondazione che restituisca alla città, e ai cittadini, un suo
insostituibile patrimonio storico e culturale.
Gianfelice D'AccoltiLanfranco NosiMaila ErminiRossella PirilloMarco MonzaliClaudio Pofferi
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