L'espressione delle Quirinarie indette da Grillo dà la misura della mitologia moderna, tutta 'in linea'.
In linea non soltanto perché connessa, ma perché espressione della sudditanza, della passività nei confronti dei 'megamedia'.
Quale migliore espressione del mondo istantemente informato di una giornalista? Una giornalista contro, si dirà, una giornalista che ha messo in moto inchieste, che è stata querelata, che addirittura ha fatto morire un partito, l'IdV di Antonio Di Pietro.
Ma come si fa essere contro, quando si è in RAI?
Paolo Barnard, giornalista che ha lavorato con la signora Milena Jole, potrebbe aggiungere molto a quanto scrivo.
Ma la sostanza del mio discorso è comunque un'altra, che la scelta decantata libera, libera non lo è affatto. Si votano i miti che la TV crea e propina, e si suppone che siamo liberi di scegliere, che la gente che lavora in TV sia a sua volta libera.
Invece di esserne felici, dovremmo esprimere la nostra preoccupazione per questa nuova forma di dissenso orchestrato, la nuova pericolosa mitologia.
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