Ancora non si sono accorti che il Presidente della Repubblica lo stanno eleggendo i cittadini. Tra l'altro, molti sono senza lavoro e hanno tempo e modo per inseguire i propri eletti, i parlamentari ormai diventati inutili e insignificanti, nella vita reale e in quella internettica.
I parlamentari sono diventati inutili perché lo erano già prima, intendo l'insignificanza in sé dell'eletto, come è il caso di qualche assessore nostrano sceso, anzi, inciampato, per una manciata di numeri a Roma.
Ma allora, a questo punto, vista la pressione dei cittadini sui parlamentari, una pressione in diretta, come abbiamo visto ieri nel Partito Democratico la cui base elettorale si è ribellata alla scelta del candidato presidente Marini e ha costretto a virare verso un altro candidato, è evidente che il Parlamento è un luogo che ha perso la sua funzione, il suo smalto, la sua fascinazione, oltreché, e questo da anni, la sua credibilità.
Basta ricordarsi le precedenti elezioni del Presidente della Repubblica, non ci fu questa pressione dal 'basso'.
Basta ricordarsi le precedenti elezioni del Presidente della Repubblica, non ci fu questa pressione dal 'basso'.
E non è stato Grillo a operare verso la distruzione, bensì i parlamentari stessi, con le loro leggine, i sistemi elettorali, l'elezione di persone che erano tutto fuorché onorevoli, che si sono scavati la fossa.
Grillo e la furba compagnia hanno trovato già tutto fatto, quando hanno innalzato il totem della democrazia diretta in linea.
Che naturalmente è una grande balla o mistificazione, se non altro perché questa libertà 'in linea', questo movimento salvifico trasparente elettrico che tace sul mondo pieno di tralicci e cavi, finisce sempre nel momento in cui spengo o accendo l'interruttore, ricordiamocelo, o, per quanto mi riguarda, passo sotto l'alta tensione.
1 commento:
A proposito del NON rimpianto assessore alla Cultura della Provincia ora in Parlamento, ho letto un suo intervento su La Repubblica pochi giorni fa.
Incredibile come in qualsiasi circostanza riesca a parlare di sé e della sua cultura letteraria in modo tanto arrogante.
Si può partire da un argomento a caso, ma inevitabilmente si cadrà sulla autocelebrazione.Ormai non so nemmeno se ridere o piangere.
Posta un commento