giovedì 4 aprile 2013

Vivere di cultura non si può

C'è anche un sito internet con questo titolo, risale al 2011 il convegno che l'ha fatto nascere.

Naturalmente si tratta di un inganno, un grosso inganno. In questo paese, ma forse in tutto il mondo, vivere di cultura non si può.

I motivi sono tanti, e non ne esporrò che alcuni.
Voglio solo dire che è una presa per i fondelli, quando ve lo dicono. Non ci credete, mai.

Tutta la mia vita è stato questo, lottare per vivere di cultura.
Ho tre lauree, sto ancora studiando, e forse ne prenderò una quarta. Ho costruito un teatro con l'aiuto di mio padre e di mia madre. L'ho proprio fatto con le mie mani; mio padre mi ha insegnato a fare il muratore, povero babbo era disperato, non capiva cosa volessi dalla vita...Tutti i soldi che avevo, li ho messi lì.
Ero insegnante, ho lasciato; ero traduttore-interprete al Ministero dell'Interno, avevo un bello stipendio, avrei avuto la pensione che non avrò, ho tradotto per il grande giudice Garzon, per Falcone, ho lasciato per vivere di cultura.
Ho conosciuto figure importanti del teatro, avrei potuto salire in alto nel pollaio teatral-culturale pieno di cacca; non l'ho fatto.
Mi sono trovata a combattere, e per sopravvivere alla sopraffazione e all'inganno, alla strumentalizzazione,  ho messo un bazooka nel cortile (come dice De André). Sparo ogni giorno e non carico a salve.
Sono povera, lavoro e studio e basta. Ho incontrato Gianfelice che condivide la mia follia.
In questi giorni ho iniziato una nuova opera. Un'opera importante. In viaggio l'ho prima scritta tutta. Io scrivo tutto prima nella testa, perché così sono sicura che se anche perdo il testo scritto a mano, se anche perdo il computer, posso riscriverla in qualsiasi momento.

Ma vivere di cultura, scordatevelo.
Non si può. Ve la fanno pagare. Vi fanno morire di fame. Vi portano in alto, e poi vi lasciano cadere se non servite più. Se non sono ancora morta è perché c'è qualche fata dei boschi lontani che mi protegge.

Bisogna essere compromessi, appartenere a qualcosa o a qualcuno, stare in un 'ente' finanziato protetto sedotto aggiustato, altrimenti non si 'vive' di cultura. Si può essere addetto stampa, guida, maschera, consigliere o che ne so, ma non artista, artista dell'ente non si può, si diventa prima o poi caricatura.

Vivere liberi di cultura non si può; al massimo si può sognare di sopravvivere, sperando di non aver sbagliato tutto.

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