mercoledì 10 aprile 2013

Il teatro deve dire la verità, ma al Met si dice qualche bugia

Il direttore artistico del Metastasio, in una intervista al giornale Il Tirreno, dichiara che il teatro deve dire la verità.
La verità però non è quella che dice lui, che magari può riguardare il senso di uno spettacolo. Verità che non incide sul reale problematico. O comunque la sua verità è solo parziale.
Parla di aver coinvolto gli artisti di Prato, ma mi risulta siano sempre gli stessi, e ancora  gli stessi, fin dai tempi di altri direttori artistici.

Nessuno della triade che domina il Met è venuto a vedere il nostro Cafiero Lucchesi, e io invano sto chiedendo a Cecchi e a Luconi di poterlo rappresentare a livello cittadino.
Luconi mi ha incontrato, ma poi non si sa...

Parole, parole, parole, come nella canzone cantata di Mina.

La gente deve sapere come stanno le cose, ad alcuni artisti la strada è sbarrata; cambiano le persone, i direttori, eccetera, ma in fondo non cambia niente. Ci troviamo insomma come quando era direttore Tiezzi, per citare l'ultimo, ma anche tutti gli altri, non si confrontano con i professionisti seri del territorio, non li vogliono se non gli torna conto. E la distanza fra loro e il territorio e gli artisti è sempre più grande, e ci sentiamo usurpati dei nostri diritti, che un manipolo di persone, in forza di pochi voti o di discutibili nomine, ci sottrae ogni giorno. Con i nostri soldi.

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