lunedì 15 aprile 2013

Regione Toscana: soldi alla cultura? No, soldi al potere


"Piano regionale della cultura: altri 6milioni e 360mila euro di finanziamenti distribuiti dalla Giunta
FIRENZE – Attuando le linee del Piano della Cultura 2012-2015 per la parte di competenza del 2013, la Giunta regionale ha approvato stamani, su proposta dell’assessore alla cultura Cristina Scaletti, una doppia tranche di finanziamenti a favore del settore culturale toscano per complessivi 6milioni e 360mila euro.
La prima tranche di 300mila euro va a sostegno dei progetti di musica colta, jazz e di musica popolare contemporanea, finalizzati alla diffusione della cultura musicale e alla promozione della ricerca e della sperimentazione attraverso l’attivazione di un bando di evidenza pubblica per l’assegnazione delle risorse.
L’altra di 6milioni 60mila euro va a favore degli enti riconosciuti di rilevanza: la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (2milioni 950mila euro), la Fondazione Teatro Metastasio di Prato (655mila euro), la Fondazione Pontedera Teatro (1milione120mila), la Fondazione Sipario Toscana (310mila), i teatri d’innovazione riconosciuti dallo Stato (Teatro di Rifredi con 165mila, Teatro del Giglio di Lucca con 200mila euro, Teatro Goldoni di Livorno con 200mila euro, Teatro Verdi di Pisa con 200mila euro) e ultimo, ma certo non in ordine di importanza, il Festival Pucciniano con 260mila euro". (Dal sito internet della Regione Toscana).


E poi hanno anche il coraggio di licenziare - vedi Maggio Musicale - e di non far lavorare gli artisti - vedi Metastasio eccetera - se non quelli che devono lavorare!
Naturalmente hanno dato più soldi a Pontedera, perché è gestione di Sinistra doc. 
Prato, si sa, un po' meno. Almeno per il momento.

Perché questi enti non pubblicano i bilanci? Che tipo di ritorno hanno tutti questi soldi sulla cultura? Che tipo di ritorno hanno tutti questi soldi sugli artisti e sui lavoratori? 
Le scelte artistiche sono fatte quasi esclusivamente su convenienza economica, di immagine, di amicizie eccetera. Nessun vero piano culturale, tutto è dettato dall'arbitrio e dalla mafietta italiana e di partito eccetera. Gli amichetti, le amichette.
La gente che va a teatro tutto questo non lo sa, e non lo vuole sapere.

E va a teatro e vede schiappe sul palco e beve l'osanna e l'applauso finale della clac. (Che ormai c'è in moltissimi teatri paludati!).

Capre sul palco, pecore in platea.




Nessun commento:

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...