Copio sotto un articolo interessante sulla moda sfruttatrice dal titolo: Moda, la Cina è qui da noi: le griffe sfruttano il lavoro come a Prato.
L'articolo racconta che si sta tornando, anche fra gli italiani, a quel tempo di non molti anni fa. Se non lavoro nero, ritmi massacranti.
In famiglia donne del mio passato, e parlo di circa 40 anni fa, io ero bambina, lavoravano a casa con lo 'smerlo'.
La sera arrivava il camioncino del 'datore di lavoro' pieno di tovaglie da smerlare, e di notte, a nero le donne lavoravano alla macchina, o si alzavano molto presto, prima che il signore tornasse a riprenderle le tovaglie confezionate. Ricordo una mia zia con la schiena rotta, perché il lavoro doveva essere consegnato il mattino dopo.
Molte volte mi è capitato di veder quei prodotti che la zia confezionava con tanto di bella griffe sopra e vendute a gran prezzo.
Anche mio padre, che da giovane riparava le macchine da maglieria, mi ha raccontato molte storie di donne sfruttate. Lo erano tutte quelle che lavoravano a casa, tenevano la macchina nell'ingresso o addirittura in camera, con le maglie, le tovaglie o altro da rifinire per il mattino dopo...
Come oggi fanno i cinesi, insomma, anche se loro sono più organizzati e sfruttatori a loro volta.
A Prato il lavoro a nero era la normalità, e lo è dunque ancora, soprattutto fra le donne.
Chi non ricorda poi quelle donne che 'spuntavano' le pezze, e questo fino a tutti gli anni '80 del bel Novecento, con lo stanzino pieno di pezze da pulire con la pinza, che lavoravano a ritmi impossibili? Insomma, per noi niente di nuovo, ma magari era il caso di dare, all'articolo, maggiore evidenza.
Tutto tace, o il tutto parla solo per fini di autopropaganda.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/24/moda-cina-griffe-sfruttano-come-prato/1366887/
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