lunedì 26 gennaio 2015

In merito alla 'Notte dell'onestà'

Pierre-Antoine Demachy, Festa dell'Essere Supremo

Naturalmente di onestà ce n'è bisogno. Nemmeno a dirlo, l'Italia è un paese che si nutre di corruzione, ne è malata.
Eppure, la manifestazione organizzata dal M5S, la Notte dell'Onestà, dove hanno sfilato , oltre a degnissime persone, anche autolustrantesi figli di papà, ricorda quelle feste organizzate nel periodo tardo rivoluzionario francese, quando il Direttorio organizzava celebrazioni in onore della Ragione e dell'Essere Supremo.

Mi sembra che fosse Artaud a dire che se un maestro dice che è un maestro non è più un maestro.

Beninteso, noi siamo convinti che tutti di coloro che hanno partecipato a quella manifestazione siano onesti e che ambiscano a un mondo di onesti, il che è auspicabile, anzi deve essere l'obbiettivo, ma è terrorizzante e bigotto, retorico e demagogico, organizzare una 'notte dell'onestà'.

Ci si vuole auto-promuovere con la patente di onesti, si vuole che il concetto morale, atto di volontà, sia certificato per affiliazione al movimento.
Noi siamo onesti, voi no.
E' ancora una volta la storia della fazione, la mentalità di partito nel senso di gruppo di appartenenza, che in fondo, diciamolo, è sempre pericolosa e fonte di grossi frantendimenti, se va bene.

E' chiaro il fine politico, ma insomma, non siamo molto lontani dai raduni ciellineschi, dai papa-boys e compagnia cantando. Molto meglio i vaffa-days. (Ma ora non è più tempo di vaffa, non è più tempo di conquiste e assalti, ma di mantenimento delle posizioni).

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