La notizia è di quelle toste: la Biblioteca Lazzerini è luogo di spaccio. Non ci sono più steccati, né rispetto dei luoghi.
Anche il luogo per eccellenza, la biblioteca, di lettura e riflessione, di accrescimento umano, è diventato non-luogo di merce degradante. Come sembra stia diventando tutto il centro della città.
Il sindaco e la giunta balbettano frasi senza senso, si capisce che non sono preparati al disastro che ormai si profila davanti, e nemmeno più la cultura è margine per il degrado.
Ma allora ci si deve chiedere quale cultura si sta offrendo, che cosa si sta facendo.
La cultura serve a dare significato alla propria esistenza, e questa cultura non lo fa.
Se bisogna giudicare le istituzioni dal punto di vista delle possibilità concrete che offrono agli individui, tutte queste istituzioni risultano chiaramente bocciate, senza appello.
Basta guardare il nostro caso, dopo 23 anni di onorato servizio sul territorio, le istituzioni ci sputano in faccia, e vogliono che il teatro venga chiuso, tacitato. E' evidente che questo avviene a livello generale, mutatis mutandis.
Le istituzioni sono pubbliche quando assicurano il bene privato.
La droga in biblioteca è una 'giusta' risposta allo stato di cose attuale, dove invece le istituzioni sono private, gestite come bene personale, di partito.
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