mercoledì 30 dicembre 2015

Intellettuali italiani? Ma dove?

Un articolo sull'Espresso mette il dito sulla piaga: gli intellettuali italiani sono assolutamente silenti davanti al fenomeno Matteo Renzi.
Perché? Perché la Sinistra da sempre sponsorizza e tiene il bandolo di questi presunti intellettuali, e li tiene a busta paga.
Berlusconi aveva provato a fare lo stesso, ma non ci è riuscito se non sporadicamente.

Hanno tutti paura di perdere le posizioni, le prebende, gli uffici! tutti zitti e buoni e acquattati.

Ci sono poi quelli che lo sono sempre stati, acquattati, anche quando imperava il Berlusconi.

E non è poi tanto vero che sono gli attori a detenere lo scettro della protesta, come invece un altro articolo dello stesso giornale fa capire, chi bofonchia un po' è sempre gente che in qualche modo e lo può permettere, figli di grandi papà e mammà, gente ormai nel giro di dei grandi nomi. 

Sono proteste rituali, dove non si mette in discussione se non al massimo il singolo 'imperatore'.  Nel sistemino tutti ci stanno e ci sguazzano.

Se si va più in profondità, poi, non si trova più nessuno.

Primo: intellettuali veri non ce ne sono. Non ci sono persone più capaci di elaborazioni, di discussioni, di polemiche. O, dicendo in altro modo, non ci sono più intellettuali coraggiosi, pronti a mettersi in discussione.

Dalle università italiane non giunge alcuna voce.
Dai giornali italiani non giunge nessuno scritto di vera polemica, se non rarissimamente.
Dalle case editrici, i romanzi, le storie sono trite e ritrite; nessun frizzo, nessuna nuova presa di posizione, nessun vero squarcio sul mondo.
Dalla televisione pubblica, meglio non parlarne, visto che siamo costretti a pagare una tassa per sorbirci pubblicità e Fabio Fazio o Sanremo. Se ci fosse qualche signore pensante, si sarebbe levato per gridare allo scandalo di questa questa televisione ruffiana e baldracca che si fa pagare salato per mantenere lo status quo.
Dal teatro, dalla musica, dall'arte figurativa beh, la mia esperienza diretta mi fa scrivere che siamo al collasso intellettuale e morale, oltreché di contenuto specifico. Non parliamo poi dell'estetica. Nessuna riflessione al riguardo. A Prato il massimo che si è riusciti a esprimere per far discutere un po' la popolazione è quell'ammasso inquinante pseudoartistico di via del Pesce che non significa proprio nulla, che dimostra il vuoto artistico contemporaneo. 
Il conformismo è totale, asfissiante, e i giovani sono i portabandiera di questa adesione al sistema, peraltro ormai collassante. Insomma, soldi non ce ne sono più, e nonostante tutto, questi giovanotti sono attaccati alla zattera che va alla deriva...
Dalle scuole, le poche proteste dei ragazzi vengono soffocate nel giro di pochi giorni. Chi di dovere non ci comunica perché e percome protestano. Un po' come è sempre accaduto per gli scioperi, l'informazione è monca e connivente. Gli altri giovani e meno giovani affogano nei bicchierini e nel mangiar fuori, fumando per strada, prendendosi le rituali polmoniti con in mano gli smartphone.

Non ci sono intellettuali di valore né artisti di alcun genere, e se anche ci fossero, verrebbero subito tacitati, derisi, messi da parte. L'Italia è un paese in piena dittatura e in stallo, e si autocensura ormai da sé, non ha più nemmeno bisogno del manganello.

Renzi (e la sua corte sparsa) ha mano libera e farà quel che vuole.
Siamo una massa di codardi. E gli intellettuali e gli artisti, come da buona tradizione italiana, solo cortigiani.

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