A Prato Giovanni Lindo Ferretti è stato al Castello dell'Imperatore, retorico e demagogico come sempre, con i suoi cavallucci.
Musicalmente parlando l'artista non mi entusiasma; ma questo poco male.
Musicalmente parlando l'artista non mi entusiasma; ma questo poco male.
Alcune delle sue canzoni le trovo astute e piene di banalità, e parlo delle parole; altre veramente e volutamente 'brutte' dal punto di vista musicale.
Il punk d'altronde fa parte di quel movimento dell'estetica del brutto nato alla fine dell'Ottocento, come ci fece notare Baudelaire.
Insomma, Giovanni Lindo Ferretti è un epigono, come molti, troppi di noi.
Ma la cosa più pietosamente divertente è la sua 'conversione' alla Destra ( con l'inclusione della conversione alla Fede!, il pacchetto è completo), il vederlo sempre e comunque sponsorizzato dai politici; prima saltellava sui palchi sovieticanti; ora sui palchi con Meloni e Cocomeri. D'altronde, sennò come si fa a lavorare così in vista e bene?
Dietro quell'aria da santone anarchico emilio-romagnolo, si intravede l'astuzia dell'uomo di spettacolo da fiera di stampo post-bizantino.
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