In Piazza del Pesce a Prato c'è una installazione che fa discutere messa su dalla galleria Die Mauer e finanziata dal Comune. Alcuni cittadini, scandalizzati, chiedono cosa significhi. Si sprecano i commenti ironici.
I filogovernativi (e un po' a digiuno d'arte) invece dicono, più o meno: "Finalmente, vi siete resi conto della piazza". Oppure: "Vedete? Così si discute d'arte".
Si tratta del vecchio 'atto gratuito' (definizione di André Gide), ossia l'improvvisa comparsa di qualcosa di assurdo e repellente (e che si modifica, certo).
Brecht creò qualcosa di simile in teatro con l''estraniazione'.
Osservando l'installazione confesso di soffrire di terribili attacchi di dejà-vu.
Eppure, per quanto saltino selvaggiamente, i nostri pesci, o anche leoni e leopardi, sono evidentemente addomesticati.
P.S. del 13 dicembre: lo spettacolo vero è osservare le facce e i commenti dei pratesi davanti all'installazione-spazzatura.
Manca uno specchio-segreto (ma gli artisti non c'hanno pensato? Miror!), o qualcuno che in carne e ossa esegua il vero evento insomma, la registrazione dei cittadini scandalizzati o disgustati eccetera davanti a questo tipo di opera, che loro pagheranno 4500 euro.
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