Cottignoli scrive bellissime parole sulla nostra seppellita città, e sul suo tesoro assoluto, la kylix.
A proposito. Ricordo che a Prato non ci sarà alcun museo per i reperti trovati a Gonfienti, il museo sarà allestito nella vicina e confinante Campi Bisenzio, a Rocca Strozzi.
Nella foto che vedete il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, sembra compiacersi nella visione della kylix, ma non ci risulta che avuto problemi a farsela sottrarre.
GONFIENTI
MERAVIGLIA D’ETRURIA
di Alberto Cottignoli
Gonfienti … quali meraviglie si nascondono sotto la coltre
di cemento e terra che gli esponenti di questa democrazia malata non vogliono
indagare? Risuonano dalle necropoli dell’Etruria meridionale le voci del popolo
che diede origine a Roma e alla potenza sua, ma nessuna risuona più forte di
quella che dilata dai pochi ruderi finora scavati di questa nuova metropoli e,
precisamente, da un’abitazione di oltre 1.400 metri quadri risalente, nella sua forma compiuta, all’inizio del V sec. a.C.
All’interno di questa,
già di per sé di dimensioni ineguagliate in tutta l’Etruria, è poi emersa una
meravigliosa kylix (coppa biansata per bere vino) opera del Douris, uno dei più
grandi ceramografi greci a figure rosse e, per chi non lo sapesse, la ceramica
greca è, senza tema di errore, la più importante del mondo.
Ma quale meraviglia di kylix! Essa presenta il medaglione
centrale ed entrambi i lati esterni figurati in modo fantastico: una qualità
che il Douris eguaglia in ben poche altre opere e che ci parla a livelli
culturali finora sconosciuti in questo genere di manufatti.
Il medaglione rappresenta Eros che prende il volo davanti ad
un insegnante (probabilmente un filosofo), mentre sui due lati esterni abbiamo
rispettivamente, in uno due personaggi imponenti (divinità o guerrieri?) che
inseguono un Eros intento a fuggire su una biga trainata da due cigni e,
nell’altro, due personaggi non identificabili che cercano di sottrarre a Hypnos
e Thanatos il cadavere di un uomo, sicuramente per impedir loro di portarlo agli
Inferi.
Un’unità ideologica profonda unisce queste tre
raffigurazioni: l’eterna lotta della razionalità e della vita contro
l’irrazionalità dell’Eros e contro l’ineluttabilità della Morte.
Si raccolgono in sintesi mirabile ed altissima in questa
kylix, gli eterni dilemmi che assillano tutta la filosofia greca e quella
contemporanea e che sempre inquieteranno la nostra specie, nei tempi dei tempi
a venire, fino a che essa continuerà a sopravvivere a sé stessa ed ai suoi
errori.
Ci troviamo di fronte ad un capolavoro della ceramica greca
che manifesta un livello di grandezza e di organicità culturale che non trova
paragoni in tutta la pittura vascolare attica. Mai un vaso attico di tal
livello fu scoperto in Etruria né in tutta la Grecia!
Chi mai abitò Gonfienti in quei tempi? Quale immenso segreto
nasconde questa città di cui si cerca di sminuire l’importanza per ragioni
squallidamente commerciali?
Chi in quella casa visse fu persona di grande cultura,
cultura di cui non troviamo testimonianza eguale in tutti gli oggetti scavati
in due secoli negli anfratti della terra ove oramai il popolo etrusco solamente
si nasconde. Permetteremo noi che una città, che un segno immane come questo ha
dato, venga dimenticata e le sue vestigia scompaiano nel nulla?
P.S. del 25-2-17
"Cara Maila, ti perdoneranno senza remore i redattori della rivista “Cultura Commestibile” di questa anticipazione fatta in chiave non solo pratese perché, in ogni caso, si potranno fregiare, grazie alle meraviglie di Gonfienti, di uno dei più significativi e eloquenti commenti mai fatti sull’arte vascolare greca (da incorniciare), condotta con vis artistica da un grande ed esperto recensore qual è, Alberto Cottignoli. Si tratta dunque – come ben dimostrano la straordinaria forza espressiva e la bellezza formale della kylix di Douris, non meno del coevo e celebratissimo “Offerente di Pizzidimonte” (British Museum, Londra ) - di un’arte cosmopolita, di valore universale per il mondo antico di allora, qui esaltata dalla potenza economica, culturale ed espressiva del mondo etrusco tardoarcaico. La tinaia di Rocca Strozzi e non già il Museo del Pretorio ospiteranno questo capolavoro che a Prato è passato sotto gli occhi di pochi come una meteora, ospite di un evento dal titolo profetico, “l’ombra degli etruschi”. "
P.S. del 25-2-17
"Cara Maila, ti perdoneranno senza remore i redattori della rivista “Cultura Commestibile” di questa anticipazione fatta in chiave non solo pratese perché, in ogni caso, si potranno fregiare, grazie alle meraviglie di Gonfienti, di uno dei più significativi e eloquenti commenti mai fatti sull’arte vascolare greca (da incorniciare), condotta con vis artistica da un grande ed esperto recensore qual è, Alberto Cottignoli. Si tratta dunque – come ben dimostrano la straordinaria forza espressiva e la bellezza formale della kylix di Douris, non meno del coevo e celebratissimo “Offerente di Pizzidimonte” (British Museum, Londra ) - di un’arte cosmopolita, di valore universale per il mondo antico di allora, qui esaltata dalla potenza economica, culturale ed espressiva del mondo etrusco tardoarcaico. La tinaia di Rocca Strozzi e non già il Museo del Pretorio ospiteranno questo capolavoro che a Prato è passato sotto gli occhi di pochi come una meteora, ospite di un evento dal titolo profetico, “l’ombra degli etruschi”. "
Giuseppe Centauro
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