lunedì 26 febbraio 2018

Sotterrate Sestilia

Buongiorno, sono Sestilia.
Scusate il disturbo, o voi intrappolati nella vita, ma io mi trovo ancora all'obitorio.
Sono morta quattro mesi fa a Prato, in Toscana, e stando qui dentro, al freddo della cella frigorifera, la mia carne si sta decomponendo con molta difficoltà.
Questo pone tutta una serie di problemi alla mia anima e al mio passaggio nell'aldilà.
Essendo ancora carne piena dopo quattro mesi, sono diciamo come un manzo frollato, pronto a essere macellato.
Ma voi, sono sicura, non mi mangerete; la mia carne non è destinata alle vostre mense, ma com'è giusto che sia, alla terra, al terriccio, ai bachi, ai microorganismi e a tutti quegli esseri considerati inutili, ma utilissimi per continuare l'esistenza del mondo.

Dunque, vi prego, sotterrate Sestilia. 
Ero povera, misera e sola, e non darò altri dettagli per non intristirvi; ma essere poveri e soli è dunque una colpa? 
La mia vita fu questa. E ora non posso tornare fra voi e rimediare, non posso pagarmi il passaggio! Ah, che disdetta. Si potesse da qui fare un bonifico, spedire una somma a un conto corrente!
Quanto costerebbe? 
Non voglio un funerale seguito dalla gente, e chi verrebbe poi?, non voglio praticamente niente, se non tornare all'inizio.
Io ho compiuto il tragitto.
E' crudele che si tenga prigioniero un corpo da morto (mai fu prigioniero da vivo!), solo perché non ebbe la somma per ricevere un tranquillo posto per decomporsi, stare,  passare al nulla divino ed eterno, che è un bellissimo posto. E che ora mi spetta. 

Ma mi giungono voci che qualcuno di voi mi aiuterà, e avrà cura di me, e potrò diventare la carne disfatta, la carne purulenta,  e poi ancora volgermi in carta pecora, essenza che infine si innalza a spirito ed energia. Che gioia.

Sotterrate Sestilia.

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