mercoledì 21 febbraio 2018

Qui nessun immaginario

Il Comune di Prato si rammarica che il supermercato PAM  abbia cancellato Piazza dell'Immaginario (in realtà Piazza 5 marzo - ma non si sa di che anno, forse il 43?, si vogliono ricordare gli scioperi?) e che, al posto della pavimentazione artistica, abbia ridisegnato i posti per il parcheggio.

Tutti dispiaciuti della cancellazione dell' 'immaginario', ché la piazza, in China Town a Prato, veniva intesa come un tentativo di dialogo fra la comunità cinese e noi.

Ora qui l'immaginario effettivamente è solo a parole.

Il capitalismo più sfrenato è il solo motore dei rapporti fra la comunità cinese e quella italiana, almeno per ora, e quindi anche di PAM, e non si capisce di cosa certi assessori si rammarichino.

Si tratta del solito rammarico della politica ipocrita.

La comunità cinese continua imperterrita nell'adorazione del suo dio capitale, aiutata con grande impegno da noi che ristrutturiamo capannoni per farli occupare dai cinesi, che dentro vi mettono loro connazionali con prole a lavorare anche la notte - ah, quelle luci accese continuamente! 

Nessun immaginario. Solo sfruttamento dell'essere umano, mercificazione pura.
D'altronde i cinesi non hanno fatto altro che riprendere, magari estremizzandola,  una modalità socio-economica locale, tipicamente 'pratese', che ha disseminato il territorio, nel secondo Dopoguerra del Novecento in particolare, di piccole e grandi fabbriche, facendo tabula rasa di tutto il passato produttivo, economico e sociale, rovinando l'ecosistema e trasformando anche antropologicamente la città, che ha subito varie 'invasioni', di cui la cinese è solo l'ultima, e incisivamente devastante.

Ah, la pratesità sfruttatrice e affaristica ha pensato bene di continuare a fare affari senza fatica, e ora si trova, nella propria mela, un baco che la sta definitivamente divorando!
Un baco che sta diventando più grosso della mela.

E per capire la mancanza di immaginario, basta  osservare i ragazzi cinesi: quelli che tornano a casa a piedi con le cartelline, ordinati e tristi, per finire nelle case dei loro genitori, sgangherate e tenute spesso senza amore: non li vedrete ridere che molto di rado. 
Perché?
Nessun immaginario è loro concesso.  Nessun desiderio. Anche l'amore va a finire nel tritacarne del commercio più sfrenato, con i matrimoni celebrati in quegli orribili enormi ristoranti allestiti in maniera kitsch, dove i poveri sposi giungono in macchinone tipo boss America Anni '30...Il desiderio, in forme ancor più aberranti che per noi, a loro è imposto in forme confezionate e preparate dal sistema capitalistico. 
Insomma, niente che provenga dal sé, niente che non sia controllato e incanalato nel puro guadagno e interesse.  Il desiderio e l'immaginario viene convogliato in questi eventi simil cinematografici stile Hollywood, punto. Paccottiglia.
I ragazzi devono studiare e frequentare scuole professionali - non licei, preferibilmente, che rimandano a una tradizione italiana ed europea che non interessa - e non per inseguire i loro sogni, ma per occuparsi delle aziende dei loro genitori. Non possono scappare da questo destino.

Di quale immaginario si parla, si tratta, si vede quando si piange per un disegno cancellato su una piazza?

Una piazza che rappresentava una politica fallimentare e falsa, beffardamente nominalistica!

La politica capitalistica opera alacremente per distruggere l'immaginario (e infatti le celebrazioni dei 50 dal '68 sono fatte fallire, e magari proprio dagli ex-sessantottini  che ora si sbracciano per campagne elettorali fasulle!), e non si capisce perché PAM non dovrebbe perseguire il suo interesse (creare un parcheggio per i propri clienti), che è poi quello stesso interesse del capitale che mette i politici a fare finta di governare.

Adieu.

1 commento:

Gianfelice D' Accolti gianfelicedaccolti@gmail.com ha detto...

Un capolavoro di articolo, i miei complimenti, davvero. Ci sara' una mezza tacca tra gli assessori in Comune capace di scrivere anche mezzo periodo come il tuo? La assessora delle eccellenze, ne dimentico sempre il nome, balbetta qualcosa a proposito? Grande Maila!

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